Se sfogliamo il Vangelo di S. Giovanni o gli altri Vangeli sinottici, troviamo varie espressioni con le quali viene definito Dio. Dio è Amore. È Padre. È Misericordia. È il Buon Pastore. È il Salvatore. È la Via, la Verità e la Vita. È la Porta, per la quale si entra nella Vita. È il Maestro. È lo Sposo. È l’Acqua viva. Dio è tutto questo e ancora di più. Dio è anche Poesia, Musica, Canto, Arte. O meglio, in queste cose troviamo la Sua impronta perché è Lui che le ispira e le contiene. In esse Lo incontriamo come Lo incontriamo nella natura e nel nostro prossimo. Per dirlo con le parole di S. Francesco d’Assisi: Dio è tutto!
Ma se mi consentite di usare questa simbologia, per me Dio è come una calamita. È vero, questa definizione di Dio non si trova nella Sacra Scrittura e nemmeno nei libri di teologia, però nel Vangelo c’è un’espressione di Gesù che la suscita e la conferma: “Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32). “Attirerò”, appunto… proprio come una calamita. Con il Suo Amore, Dio attrae potentemente a Sé il cuore di ogni essere umano, pur lasciandolo libero di aprire il cuore a questo Amore o di rifiutarlo.
Se Dio è Amore che attrae, il cristiano, attratto da questo Amore, non può che essere un innamorato. Non solo, ma come il ferro e la calamita si uniscono e diventano una cosa sola, così il cristiano è chiamato a diventare una cosa sola con Dio, a trasformarsi completamente in Lui, a diventare cioè totalmente amore.
Quando si è innamorati non si fa che pensare alla persona amata, il cuore batte per lei, gli occhi sfavillano di una luce particolare, si anela all’incontro con lei, si ripensano alle parole che ha proferito, ai gesti che ha compiuto. La stessa cosa vale nella nostra relazione con Dio. Chi è innamorato è come se avesse le ali. Tutto ciò che fa, lo compie con leggerezza, con gioia, volentieri. “Volentieri” è una parola che nel mio cuore trova una risonanza immensa.
Se facciamo tutto con amore e per amore, compiremo ogni cosa con lo stesso slancio, gioia ed entusiasmo. I Santi erano e sono persone profondamente innamorate di Dio. Attenzione! Innamorate non di un’idea o di un’ideale, ma di una Persona viva e vera. Non dimentichiamo che Dio, in Gesù di Nazareth si è fatto Carne.
S. Chiara D’Assisi, Fondatrice dell’Ordine delle Clarisse cui appartengo, nell’ultima lettera che ha scritto, poco tempo prima del suo felice transito, alla consorella S. Agnese di Praga, così descrive l’incontro con il Suo Amato: “La tua sinistra passerà sotto il mio capo e la tua destra mi abbraccerà e Tu mi bacerai col felicissimo bacio della tua bocca” (Ct 2, 4).
Ricordiamoci, infine, che l’amore verso Dio, se è vero, porta all’amore verso i fratelli. Perché: “Se uno non ama il prossimo che si vede, non può amare Dio che non si vede” (1Gv 4,19).
Quando sento Dio è Amore…
Difficile accettare definizioni di Dio.
Oggi credo che bisognerebbe partire da “relazione”. La cosa veramente importante è riuscire a aprire porta&attenzione verso di Lui e attendere che Lui si manifesti.
SE lui è DIO e io miserevole ( bisognosa ) creatura, beh.. devo essere io a stabilire le modalità e i contenuti??? Lasciamo fare a Lui, che è DIO.