Alla Messa senza barriere

Anche con le carrozzine si può partecipare alle celebrazioni domenicali all’aperto d’estate: ma durante l’anno per molti disabili l’accesso è ancora difficile. Per non dire dei confessionali….
23 Luglio 2011

Tra le cartoline ricordo dell’estate conserviamo volentieri una Messa all’aperto: il venticello alza la tovaglia sull’altare improvvisato, l’omelia si fa dialogo in famiglia, “ma il nostro posto è là – ricorda una chitarra – là in mezzo a loro…”
Sotto il maestoso larice del campeggio in baita o attorno al gazebo allestito per gli ospiti della località marina, l’improvvisata assemblea liturgica si fa esemplarmente circolare, accogliente per tutti. Anche per la persona disabile che al termine confida la personale consolazione, di non aver dovuto superare scalini per entrare con la sua carrozzina in quella chiesa estiva senza muri.
Ecco la provocazione da portare a valle, in città: perché i nostri edifici sacri non sono sempre così accessibili – simbolicamente, va bene – ma anche materialmente?
Se i nostri consiglieri pastorali si mettessero un giorno in carrozzina e andassero a testare passaggi stretti e scalinate ripide, capirebbero quale umiliazione si prova a non potersi recare liberamente in chiesa, soltanto perché nel vecchio storico edificio mancano ancora le rampe o è impossibile spingere il pesante portone da soli. O perché l’ingresso laterale sbarrierato – previsto dalle normative, tassativo almeno per le nuove chiese – rimane di fatto sempre chiuso perché tanto… “lo usano in pochi”.
Questo problema quotidiano veniva segnalato nei mesi scorsi con sana indignazione ad un convegno sulla pastorale della salute da una disabile che per questi motivi non può scegliere di potersi recare da sola con la sua carrozzina nelle chiese della sua città quando vuole e potervi rimanere fino a quando lo desidera. Con un riferimento preciso anche ai confessionali – in barba ai tentativi di riavvicinare tutti al sacramento “difficile” – che sono “normalmente” pensati per chi non si può inginocchiare… E anche quando sono sbarrierati risultano troppo piccoli per farci entrare completamente una carrozzina…
Pinzillacchere? Solo chi non ha mai fatto i conti con queste limitazioni e non immagina cosa voglia dire dover dipendere, farsi “spingere” sempre e dovunque da un’altra persona, non si farà attento a trovare le soluzioni tecniche (che esistono, sulla carta e anche realizzate in alcune chiese) per questa problematica ritenuta troppo spesso “marginale”. Ma annunciare la carità del Vangelo è anche farsi carico di chi si trova al margine perché fisicamente non può entrare come vuole dentro la comunità, se non in rare straordinarie occasioni come quelle indimenticabili Messe al campo.
Un itinerario per il 6 agosto
di Diego Andreatta | 06 agosto 2011
La festa di oggi è molto sentita nella tradizione orientale. Ma le “Camminate della Trasfigurazione” in qualche parrocchia alpina cominciano a valorizzarne il significato

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