A messa al freddo, per l’Ucraina

Una proposta simbolica e concreta di solidarietà con l'Ucraina: spegnere il riscaldamento delle chiese quest'inverno. Un sacrificio anche in nome della pace.
13 Settembre 2022

Cilici, flagelli, digiuni, astinenze… Quante proposte il catalogo dei sacrifici del cattolicesimo dei secoli scorsi ha saputo sottoporre ai fedeli, con assicurazioni di benefici spirituali ed espiazione delle colpe! Allora perché non proporne oggi uno senz’altro più attuale, contemporaneamente in linea con la tragedia della guerra in Ucraina (e la conseguente crisi del gas) e con l’emergenza ambientale dovuta anche agli eccessi consumi di energie non rinnovabili?

Ecco la proposta: quest’inverno andare in chiesa col cappotto. Semplice, simbolico e benefico: per i  nostri conti (parrocchiali e nazionali) e per l’ecologia. Spegnere i riscaldamenti di santuari e basiliche, così vaste e così spesso sotto-utilizzate per il calo dei fedeli, e celebrare la messa festiva al freddo. Come del resto per secoli e secoli hanno fatto generazioni di fedeli prima di noi, quando di sicuro gli inverni erano più gelidi e non esistevano i piumini da spedizione antartica; vi immaginate frati e monaci pregare all’alba in cori romanici ghiacciati e magari pure scalzi? A noi basterebbe coprirci un po’ meglio.

Non si liquidi, per cortesia, la proposta come «provocatoria»: il solito sistema, molto cattolico, per passare sopra a qualunque idea. No, la nostra è una richiesta molto pratica e facilmente attuabile, che avrebbe tra l’altro una serie di risvolti più che positivi: oltre a contribuire ai sacrifici richiesti alla nazione per rispondere ai ricatti di Putin, e magari spedire un po’ meno di Co2 verso il cielo, si otterrebbe infatti un considerevole risparmio per le casse parrocchiali (dove il riscaldamento pesa parecchio, e ancor di più lo farà quest’inverno), si darebbe buon esempio di partecipazione civica e sociale, si farebbe persino – perché no? – un sacrificio fisico dai benefici spirituali secondo il tradizionale insegnamento della Chiesa. Per contro, gli svantaggi sarebbero molto pochi: un’ora di freddo alla settimana per i fedeli sani e magari l’impossibilità di essere presenti per i più anziani o i malati – cui peraltro anche in tempi normali si consiglia di seguire i riti per televisione.

Sono possibili anche alternative parziali, meno radicali ma anche meno efficaci e meno simboliche. Ad esempio rilanciare le messe in streaming, come abbondantemente fatto durante il Covid (proposta però criticata perché impedisce una vera partecipazione fisica). Oppure limitarsi ad accendere i caloriferi solo per le ore indispensabili alla liturgia (peraltro un palliativo che né produce comfort né fa risparmiare troppo), o – ancora – ridurre il numero delle celebrazioni ovvero accorparle tra parrocchie vicine: cosa che avrebbe il beneficio collaterale di creare più assemblea. Si potrebbe infine decidere di celebrare in luoghi molto più piccoli, come le cappelle iemali/feriali che ormai molte chiese hanno accanto all’aula principale.

Tante varianti, ma alla fine la proposta resta: andare a messa al freddo. Un segno di solidarietà con l’Ucraina, , una risposta ai ricatti delle  dittature, un sacrificio per la pace, un contributo alla salvaguardia del pianeta.

 

6 risposte a “A messa al freddo, per l’Ucraina”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Ma nella mia parrocchia già la chiesa viene raramente riscaldata, forse solo Natale e quelle festività,perché non ci sono soldi X risc.. Ma l’assurdità è questa costrizione a subire povertà ulteriori, pensiamo per le famiglie con reddito da fame! Cosa sono 150 euro in meno X aumento di spese !Pensiamo a quelle persone di oggi rimasti vivi senza niente, a causa di improvvise enormi calamità naturali, e si ha il coraggio di indire richiesta fondi? ( ma per questi ultimi disgraziati invece perché non chiedere a privati cittadini potendo disporre di alloggi da offrire subito?.supportandone la eventuale spesa? E’ giusto di fronte a simili fatti mettere somme per una guerra infinita invece di reclamarne la fine.? Di fronte alla mancanza di pane quotidiano, di operatori sanitari insufficienti, a camini spenti per taluni, senza contare i più bisognosi come i malati e i bambini in case poco riscaldate! questa è realtà ns.

  2. Giampietro Corbetta ha detto:

    MI sembra una proposta abbastanza ridicola. Posso accettare un invito ad moderare il riscaldamento, ma chiuderlo del tutto mi sembra un modo per dire ai fedeli: non andate più in chiesa. Parere personale ovviamente. Invece vorrei cogliere questa occasione per lanciare una vera e propria rivoluzione che fare be risparmiare tantissimi metri cubi di gas.: CHIUDERE I CENTRI COMMERCIALI, I SUPERMERCATI, I NEGOZI, LE ESPOSIZIONI, ECC. PER TUTTE LE DOMENICHE FINO ALL’ARRIVO DELLA STAGIONE CALDA. Questo, a differenza delle chiese, possono essere usati anche negli orari che sono già aperti. Piccolo sacrificio?

  3. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Ci sto , basta che lo facciano anche il cattolico devoto Joe Biden, la cattolica devota Nancy Pelosi, la seguace di Taize’ Ursula Von der Layen,la prima pagina di Vogue Zelenskyj e consorte,i membri cattolici del parlamento europeo, Gentiloni in testa, il capo dello Stato Mattarella, e i vari capi di governo che entusiasticamente hanno deciso le sanzioni.
    Senno’ mi sembra la solita cosa alla Maria Antonietta: il popola ha fame? Ma angino brioches! Oggi nell’ UE l’ elite : il popolo ha freddo! Abbassino i termosifoni ,anzi li spengano del tutto !

  4. Dario Busolini ha detto:

    Il fatto è che i sacrifici, per essere tali, richiedono la volontarietà e non l’obbligo: io rinuncio volontariamente a qualcosa di cui posso liberamente disporre per il bene, materiale o spirituale, del prossimo. Nel nostro caso, invece, mi pare di capire che i tagli ai riscaldamenti saranno imposti per legge a tutti, volenti o nolenti, parrocchie comprese. Le quali, a dire il vero, hanno cominciato a tagliare già in estate, essendomi capitato di partecipare a messe in chiese roventi come forni dove, per risparmiare, non si accendeva nemmeno un ventilatore. Forse il buon Dio, anziché andare in chiesa col cappotto d’inverno o il costume da bagno in estate, gradirebbe che pregassimo di più e con più fede per la pace, sollecitassimo con maggiore insistenza governi ed autorità religiose ad impegnarsi per un cessate il fuoco, continuassimo con gli aiuti… Sbaglierò, ma avverto troppa rassegnazione ad una guerra lunga su cui, come cattolici, siamo intervenuti troppo poco.

    • Gian Piero Del Bono ha detto:

      I licenziati ,i cassaintegrati, i disoccupati dovuti alla chiusura delle aziende per il caro-bollette , dovuto non solo alla guerra ma in gran parte alla SPECULAZIONE Finanziaria ( vedi mercato di Amsterdam) non avranno neanche piu’ la consolazione di andare in Chiesa a pregare la Madonna al calduccio : potranno collegarsi in streaming, sempre abbiamo abbastasta soldi per pagare internet.

  5. Ezio Succhielli ha detto:

    Ottima idea! Così quelli tra preti, frati e fedeli ANZIANI (quasi gli unici che frequentano le Chiese) che NON SONO MORTI per il Covid, potranno raggiungere la pace eterna e non sentiranno più le fregnacce tipo questo articolo.

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