Via Crucis con i bimbi e i nonni ucraini

Accompagniamo nella preghiera i più indifesi di questo conflitto: ci interrogano alcune loro storie raccolte nelle stazioni della cronaca.
25 Marzo 2022

Pensiamo ai vivi, ma affidiamo al Signore anche i bambini uccisi in questo mese di guerra che sarebbero 120 (secondo le fonti ufficiali ucraine). E, con loro, i tanti anziani che hanno perso la vita o che ancora soffrono.

Le invocazioni di preghiera riprendono frasi dette o scritte da papa Francesco per questa “ripugnante” guerra in Ucraina.

Stazione I

Gesù condannato a morte,

come i minori sotto l’assedio

Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: “Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?”. Gesù rispose: “Io lo sono! E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo”. Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: “Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia: che ve ne pare?”. Tutti sentenziarono che era reo di morte.  (Mc 14, 61-64)

KIEV – Un gesto di morte come il lancio di una bomba su obiettivi anche civili è più di una condanna. I bambini, in particolare, non hanno possibilità di difesa. Anche la scritta “DITI”, che li dovrebbe proteggere, purtroppo non viene rispettata. A scappare dalle loro case, ad uscire dal Paese con le madri e le nonne ci hanno provato finora oltre 4 milioni di minori sfollati, più della metà dei 7 milioni e mezzo di bambini ucraini. Circa 2 milioni hanno raggiunto i Paesi vicini, altri 2 milioni e mezzo sono sfollati interni, secondo gli ultimi dati Unicef. Assetati e affamati, separati dagli affetti, privi di cure, quando ospedali e scuole sono rasi al suolo.

PREGHIAMO

“Rivolgo il mio accorato appello perché si assicurino davvero i corridoi umanitari, e sia garantito e facilitato l’accesso degli aiuti alle zone assediate, per offrire il vitale soccorso ai nostri fratelli e sorelle oppressi dalle bombe e dalla paura. Ringrazio tutti coloro che stanno accogliendo i profughi. Soprattutto imploro che cessino gli attacchi armati e prevalga il negoziato – e prevalga pure il buon senso –. E si torni a rispettare il diritto internazionale!”

(Francesco, 6 marzo 2022)

Stazione II

Gesù caricato della Croce,

come i nonni in fuga da Mariupol

Egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori;
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.   (Is 53, 4)

MARIUPOL – Dalla città-martire – come molte altre purtroppo – è riuscita a scappare l’11 marzo nonna Mikhaylyna. Dopo lunghe ore a piedi ha trovato riparo nel villaggio di Nikolske, dove solo quattro giorni dopo è stata raggiunta dai familiari sopravvissuti alla bomba che ha devastato il teatro d’arte drammatica di Mariupol. Con loro nel rifugio sotterraneo si sono salvate almeno 130 persone tra mamme e bambini; ma molte di più sono state certamente le vittime, tra le quali molti anziani che non erano riusciti a scappare prima. Per loro, per tutti i nonni, è stato angosciante l’esodo da Mariupol sotto la minaccia dei russi che volevano stanare i soldati ucraini ancora in città.

PREGHIAMO

“Il tuo pianto, o Madre, smuova i nostri cuori induriti. Le lacrime che per noi hai versato facciano rifiorire questa valle che il nostro odio ha prosciugato. E mentre il rumore delle armi non tace, la tua preghiera ci disponga alla pace. Le tue mani materne accarezzino quanti soffrono e fuggono sotto il peso delle bombe. Il tuo abbraccio materno consoli quanti sono costretti a lasciare le loro case e il loro Paese”.

(Francesco, 25 marzo 2022)

Stazione III

Gesù cade per la prima volta,

nei bunker di Kherson 

 Disprezzato e reietto dagli uomini, 
uomo dei dolori che ben conosce il patire, 
come uno davanti al quale ci si copre la faccia; 
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.  (Is 53, 3)

KHERSON – Nella città affacciata sul mar Nero, fra le prime ad essere occupata dai russi, il dodicenne Artem è stato a lungo nascosto nei tunnel sotterranei, scavati a suo tempo come vie di fuga per i cantieri navali: “Mio padre vuole che io stia qui al buio, per terra e in silenzio. Mi ha promesso che appena viene il sole e arriva la primavera andiamo insieme sulla spiaggia”. Come Artem sono stati almeno 13 mila, secondo il sindaco di Kherson, Igor Kolykhayev, i minori rintanati  nei rifugi sotterranei, senz’acqua e senza luce. “Ormai sono i nostri topi, se vogliamo salvare almeno loro dobbiamo nasconderli nelle fogne”, diceva il primo marzo Darjina, una mamma-maestra che con qualche lezione ha animato l’oscurità di queste catacombe scolastiche.

PREGHIAMO

“Signore Gesù ti prego per i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze che stanno vivendo sotto le bombe, che vedono questa guerra terribile, che non hanno da mangiare, che devono fuggire lasciando casa, tutto…

(Francesco,  16 marzo 2022)

Stazione IV

Gesù aiutato dal Cireneo

come Martina all’ospedale

Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.                                                                                                                                   (Lc,  23, 26)

 IRPIN – Sasha, 9 anni, è una delle tante bambine scappate da questa località vicina a Kiev, famosa per il suo ponte crollato.  Era rimasta ferita dopo l’attacco di un carro armato russo lei,  il padre è stato ucciso. A Kiev ha subito l’amputazione di un braccio, poi  è riuscita ad arrivare insieme alla madre in Italia dove all’Ospedale Bambino Gesù di Roma ha incontrato il suo cireneo: Martina, 14 anni, lì ricoverata per un altro intervento chirurgico,  ha cercato di comunicare con lei, ancora shoccata dal suono degli allarmi tanto da non sopportare i campanelli dell’ospedale. L’ha sostenuta con il sorriso, poi con alcuni disegni, infine con brevi testi tradotti sul cellulare per incoraggiarla: “Le cose brutte sono passate, ora la tua vita sarà serena, perché hai accanto una madre forte che ti seguirà passo passo”. Sasha è stata operata per preparare l’arto alla protesi e Martina con la sua famiglia ha avviato una raccolta di fondi.

PREGHIAMO

“Chi fa la guerra dimentica l’umanità. Non parte dalla gente, non guarda alla vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto interessi di parte e di potere. Si affida alla logica diabolica e perversa delle armi, che è la più lontana dalla volontà di Dio. E si distanzia dalla gente comune, che vuole la pace; e che in ogni conflitto è la vera vittima, che paga sulla propria pelle le follie della guerra. Penso agli anziani, a quanti in queste ore cercano rifugio, alle mamme in fuga con i loro bambini… Sono fratelli e sorelle per i quali è urgente aprire corridoi umanitari e che vanno accolti”.

(Francesco, 27 febbraio 2022)

Stazione V

Gesù inchiodato alla croce,

come Irina che resta a casa sua

Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,

le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;

non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.

Il Signore Dio mi assiste,

per questo non resto svergognato,

per questo rendo la mia faccia dura come pietra,

sapendo di non restare confuso. (Is 50, 6-7)

ROMA – Mentre tutti hanno lasciato il suo villaggio, Irina, 70 anni, ha voluto fermarsi a casa sua. “Non ho paura, cosa possono farmi?”, ha risposto ad un giornalista. Quella di restare è una scelta obbligata per molti nonni. Lo documenta  una indagine di HelpAge International, rilanciata dall’agenzia  Redattore sociale, secondo cui il 99% degli anziani di una regione orientale dell’Ucraina dichiara di non voler essere evacuato dalle proprie case.  Il 91% ha bisogno di aiuto per procurarsi il cibo perché ha problemi di mobilità o vive da solo. Il 79% non ha accesso ad acqua potabile, mentre oltre il 90% degli anziani intervistati è senza energia elettrica, con temperature esterne costantemente sotto lo zero. Il 75% riferisce di aver bisogno di articoli per l’igiene personale e il 34% di farmaci per malattie croniche, inclusi i farmaci per il diabete, per l’ipertensione e antidolorifici”. Secondo HelpAge International questo conflitto è la crisi umanitaria ‘più anziana’ al mondo.

PREGHIAMO

O Signore,

“questo è insostituibile: la trasmissione dell’esperienza di vita dei nonni ai nipoti. Oggi questo purtroppo non è così e pensiamo che i nonni siano materiale di scarto. No, sono la memoria vivente di un popolo e i giovani, i bambini devono sentire i nonni”. 

(Francesco, 23 marzo 2022)

  Stazione  VI

Gesù viene caricato sulla croce,

come il bimbo e la nonna sulla barca

 “Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: “Salve, re dei Giudei!”.

(Mt 27, 27-28)

 VYSHHOROD – Per fuggire da questo villaggio a nord di Kiev, il piccolo Sasha di appena 4 anni è stato fatto salire dalla nonna sull’unica barca che avrebbe potuto consentire il passaggio ad ovest, visto che il ponte era crollato. Ma la fuga è durata poco, perché l’imbarcazione si è capovolta. Sul fondo hanno trovato il corpo della nonna, mentre il piccolo Sasha, l’unico al quale era stato messo al collo un salvagente, risulta ancora disperso. Come tanti altri bambini di cui si sono perse le tracce. Molti di loro che restano soli – hanno denunciato le associazioni umanitarie – rischiano di finire in un circuito di tratta e di pedofilia.

PREGHIAMO

“Signore Gesù
guarda questi bambini, questi ragazzi, proteggili, sono le vittime della superbia di noi, gli adulti. Signore Gesù benedici questi bambini e proteggili.”

(Francesco, 16 marzo 2022)

 Stazione VII

Gesù consola le donne di Gerusalemne,

come Jaroslav con la mamma e la nonna

 Gesù, voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco? ”.

(Luca 23, 28 – 31)

 ROMA – Si chiama Jaroslav, è nato il 16 marzo all’ospedale “Pertini” il primo bambino ucraino venuto alla luce in Italia nei giorni di guerra. Sua mamma Olena era al settimo mese di gravidanza quando  è scappata da una città vicina a Kiev con la sorellina Sofia e la nonna.
I primi vagiti di Jaroslav  hanno avuto quasi il valore di un simbolo: una vita nuova che nasce in un tempo segnato da violenza e morte.  Venendo alla luce, con il suo sorriso il neonato ucraino ha dato consolazione e speranza non solo alle donne della sua famiglia (e al papà rimasto a Kiev) ma anche a tante altre famiglie del suo Paese.

PREGHIAMO

O Signore,

“anche questa settimana missili e bombe si sono abbattuti su civili, anziani, bambini e madri incinte. Sono andato a trovare i bambini feriti che sono qui a Roma. A uno manca un braccio, l’altro è ferito alla testa… Bambini innocenti. Penso ai milioni di rifugiati ucraini che devono fuggire lasciando indietro tutto e provo un grande dolore per quanti non hanno nemmeno la possibilità di scappare. Tanti nonni, ammalati e poveri, separati dai propri familiari, tanti bambini e persone fragili restano a morire sotto le bombe, senza poter ricevere aiuto e senza trovare sicurezza nemmeno nei rifugi antiaerei. Tutto questo è disumano! Anzi, è anche sacrilego, perché va contro la sacralità della vita umana, soprattutto contro la vita umana indifesa, che va rispettata e protetta, non eliminata, e che viene prima di qualsiasi strategia! Non dimentichiamo: è una crudeltà, disumana e sacrilega!

Preghiamo in silenzio per quanti soffrono”.

(Francesco, 20 marzo 2022)

Stazione VIII 

Gesù spogliato dalle vesti,

come gli anziani deportati

 Gesù, voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco? ”.  (Mt 37, 33-36)

 KHARKHIV – Troppe persone mancano all’appello, soltanto un giorno conosceremo le storie dei deportati. Di quanti – soprattutto nella parte orientale del paese – sono stati oggetto di una vera e propria deportazione forzata verso la Russia per svuotare le città ucraine e fiaccarne la resistenza. I testimoni parlano di villaggi messi a fuoco, case depredate, persone non solo perquisite ai posti di blocchi ma anche spogliate dei loro vestiti, in un’umiliazione straziante. E sono soprattutto loro, i più anziani, i nonni del paese, la memoria di una comunità.

PREGHIAMO

“O Madre, in quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te. E ha bisogno di affidarsi a te, di consacrarsi a Cristo attraverso di te. Il popolo ucraino e il popolo russo, che ti venerano con amore, ricorrono a te, mentre il tuo Cuore palpita per loro e per tutti i popoli falcidiati dalla guerra, dalla fame, dall’ingiustizia e dalla miseria.

(Francesco, 25 marzo 2022)

 Stazione IX

Gesù muore in croce,
come la donna incinta sulla barella

 Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo, spirò. Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: “Veramente quest’uomo era giusto”. Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.     (Lc 23, 44-49)

MARIUPOL – Non ha un nome il piccolo custodito ancora nel pancione dalla sua mamma su quella barella che è diventata una foto simbolo dell’assedio di Mariupol. È morto poche ore dopo insieme a sua madre (pure lei senza nome) nonostante l’estremo tentativo di salvarlo con un parto cesareo da parte dell’equipe del dottor Timor Marin, un medico che in pochi giorni ha visto altre due vite scivolare via tre le sue mani.

PREGHIAMO

“O Madre, il tuo Cuore addolorato ci muova a compassione e ci sospinga ad aprire le porte e a prenderci cura dell’umanità ferita e scartata. Santa Madre di Dio, mentre stavi sotto la croce, Gesù, vedendo il discepolo accanto a te, ti ha detto: «Ecco tuo figlio» (Gv 19,26): così ti ha affidato ciascuno di noi. Poi al discepolo, a ognuno di noi, ha detto: «Ecco tua madre» (v. 27).

Madre, desideriamo adesso accoglierti nella nostra vita e nella nostra storia”.

(Francesco, 25 marzo 2022)

Nella foto, il santuario mariano di Montagnaga di Pinè, che accoglie la preghiera trentina nella sera del 25 marzo

 

3 risposte a “Via Crucis con i bimbi e i nonni ucraini”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    E di tutto questo, come dice il Santo Padre, dobbiamo sentirci in colpa, perché è la guerra che ci comprende, e’ sangue del nostro sangue quello che è fatto scorrere, sacrificio di vite umane, non capri, agnelli, immolate in una guerra che è fratricida davanti a un altare dove sta un idolo senza occhi, senza cuore, neppure d’oro come quello antico, Le Tavole erano state scritte a salvezza di un uomo fatto per vivere sempre!! Il Vangelo rivolto a un uomo con un cuore di carne! persiste il convincimento che non importa il costo di vite umane ma preponderante e’raggiungere l’obiettivo che è una visione di giustizia è un concetto di libertà irrinunciabili, per i quali vale il sacrificio. Ma a Dio ogni persona è cara e questo ragionare non è secondo il Suo pensiero, il sangue di ogni ucciso grida a Lui ! Com ci si può rivolgere a Lui a invocare che cosa, se si persiste a rincorrere una vittoria da Calvario.
    Come pensare a una Pasqua?

  2. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Gli indifesi ci interrogano: è di ieri che aprendo il video compare una piccola,anziana donna che grida tutto quanto ha in cuore nella sua lingua, poi tradotta “di sentirsi sola, abbandonata e per questo poi si vedono grandi e piccoli accettare il pane dei russi, cambiare valute e altre certezze economiche” Il reporter sul luogo ha così trasmesso un diversa decisione del popolo rimasto a sopportare i bombardamenti, la fame, essere ridotti a pensare solo di sopravvivere. Libertà? Da chi dipendere? non restava che morire, invece questi nulla della società hanno deciso per la vita. La Parabola del giorno incarnata dalla parte del figliol. Io ho pensato che questo fatto sia un segno dall’alto, : quanti i morti da ambo le parti a contendersi a ragione e torto la signoria del proprio Paese. Per me il Padre era in questi ultimi, i quali per Lui contano. Noi forse anche se oggi estranei, potremmo essere in questi, perché non devo sperare? avere fede in Qualcuno altro?

  3. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Signore, ci troviamo di fronte al maligno che è questa guerra di dominio che assale e fa vittime innocenti. Difendici a dalla tentazione di usare le stesse armi perché aumenterebbero il numero di vittime umane sacrificate.
    Manda il tuo si oppongano Spirito a illuminare le menti e i cuori perché vedano l’orrore di ciò che è stato e trovino il coraggio di rifiutare la guerra.

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