Immacolata Concezione: Lc 1,26-38
ANNUNCIAZIONE E VISITAZIONE (fine VIII sec., Bruxelles, Musées royaux d’art et d’histoire)
Cucire i fatti, senza presentarli isolati, non è solo un dovere dello storico. Anche chi narra una storia di salvezza sa che gli avvenimenti si collegano (a volte addirittura si inseguono) e che soprattutto ne va data notizia a ogni costo, perché non si tratta di notiziole ma di notizione, capaci di accendere la speranza.
Per questo l’Annunciazione dell’angelo a Maria, generatrice di altri annunci, spesso e volentieri non viene rappresentata da sola. Lo conferma questo dittico di epoca carolingia, che, su una delle due tavolette d’avorio di cui è composto, aggiunge la Visitazione di Maria a Elisabetta: cioè l’evento successivo, quando le parole dell’angelo vengono partecipate e celebrate (e saranno seguite, a breve, da un altro annuncio, ai pastori).
L’opera si segnala per la tenerezza che la pervade: il saluto di Gabriele a Maria sembra quasi una carezza e tra Maria ed Elisabetta i segni di affetto si sprecano, lasciando immaginare le due nuove vite – in arrivo – di Giovanni e di Gesù. A conferma di ciò che sanno bene gli attori: che le parole hanno bisogno d’essere precedute da gesti, anche piccoli, per farsi intendere.
Sono – tra l’altro – parole e gesti non esclusivi, cioè non limitati ai personaggi principali, ma con una ricaduta di comunicazione sulle persone a lato, alle quali è dato assistere alla scena. E che l’artista ha ritenuto importante inserire, per evidenziare il passaggio dell’annuncio agli occhi di chi guarda e agli orecchi di chi ascolta… come le candeline che si infiammano al grande cero pasquale.
Sull’altra tavoletta del dittico, a mo’ di ulteriore buona notizia, si vede un Cristo affiancato da due angeli, mentre – tenendo in una mano la croce e nell’altra il Vangelo – si mette sotto i piedi gli animali demoniaci, simboli del male: l’aspide, il basilisco, il leone e il drago (dal Salmo 91).