Per un Dio che sceglie «la parte sbagliata della storia»

Proviamo a stare sulle domande scomode del nostro tempo, ritrovando le ragioni di una fedeltà alla terra e all’umanità, secondo l’esempio del Dio-con-noi
24 Dicembre 2022

In una notte comune, in una terra comune, nasce un bambino: come da sempre e fino alla fine dei tempi, nasce un bambino. Un bambino che nasce è sempre un riannodare la speranza con l’esistenza, è sempre una scommessa sulla vita che continua. Così, a Betlemme, accade di nuovo: nasce un bambino, in una notte come tantissime altre notti nella storia del mondo. Ma quella notte diventa poi una ‘notte santa’. Varrà la pena chiedersi, oggi, perché è ‘santa’ quella notte, quella nascita; cosa ha di diverso, di significativo quel Bambino nato da due persone comuni, ai margini del potere e dei luoghi che contano.

«Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia» dice il profeta, aprendo la notte che noi chiamiamo ‘santa’. Ma è così davvero? Quel Bambino – che per fede crediamo essere il Dio incarnato – nella sua umanità fragile, nella sua marginalità, nella sua debolezza, ha davvero «moltiplicato la gioia»? Ha davvero «aumentato la letizia»?

Dobbiamo avere il coraggio della domanda netta, tagliente, in un tempo in cui la guerra si è fatta ancora più presente; in un tempo che avvertiamo essere pesante. Sentendo le parole del profeta che dice «la pace non avrà fine», o facciamo finta di nulla, relegando quelle frasi nei buoni auspici e nei buoni sentimenti, oppure dobbiamo avere la forza di chiederci se quella parole hanno un senso per noi, se ci dicono qualcosa, se sono, o possono tentare di essere, vere. Porci queste domande implica assumere una posizione di solidarietà con chi sta sotto le bombe, con chi viene torturato, con chi è perseguitato, con chi subisce la violenza, la menzogna, la divisione, la solitudine, l’abbandono; con chi soffre, con chi geme. Dobbiamo avere la forza di stare sulla domanda, con lealtà. Possono essere, questi, momenti rivelativi, momenti epifanici: fermarci sulle domande scomode ma necessarie, non farci incantare, prendere la Parola sul serio, per dirci chi siamo, chi siamo stati, chi vorremmo essere. Almeno come singoli. «Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà d’un solo momento: il momento in cui l’uomo sa per sempre chi è»: così scriveva Jorge Luis Borges. Sapere chi siamo, umanità in cammino nei drammi del tempo, persone in viaggio tra luce e tenebra. Sono momenti, questi di interrogazione profonda e di risposte reali, che compiono vite, o almeno ci provano: così, onestamente, dobbiamo dire che oggi, alla superficie, non regnano né pace né letizia, né concordia né fratellanza. Persistono i dolori e i drammi, le violenze e gli abusi (anche nelle Chiese). Il male, insomma, non è scomparso da quella ‘notte santa’ di Betlemme.

Ma lì, forse, possiamo scorgere, nella lucidità e nelle realtà che attraversiamo, una tenue fiamma di speranza e luce, fragile come un Bambino appena nato. «Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia»: perché lì, da quella ‘notte’, da quella mangiatoia, capiamo che Dio sceglie di stare dalla ‘parte sbagliata dello storia’, che Dio si incarna nella ‘parte sbagliata’ della storia: sta ai margini, in povertà, nella piccolezza, nella dimenticanza, bisognoso di affetto e cura, accudito da un uomo e una donna sospettati di essere andati oltre le regole – tra una gravidanza prima del matrimonio e un perdono facilmente scambiato per debolezza – circondato da emarginati e impuri, respinto da calcoli ed egoismi.

A Natale noi ricordiamo che il nostro Dio sceglie di abitare la storia e il tempo dalla parte sbagliata, dalla parte degli sconfitti, dalla ‘parte del torto’, direbbe forse Brecht. E questo è un momento rivelativo anche del destino di Dio, della natura di Dio. Nulla di ‘santo’ , inteso nel senso tradizionale; nulla di ‘sacro’, pensato come ‘separazione’: «e venne ad abitare in mezzo a noi», annota semplicemente l’evangelista Giovanni. Abitare in mezzo, abitare tra noi: è la scelta di Dio. Allora, forse, possiamo dire che sotto la superficie non si spengono, misteriosamente e faticosamente, letizia e pace: nella radice, nel profondo, anche quando tutto sembra negarlo, il mistero di Dio che abita in mezzo a noi dice che gioia e pace sono possibili, anche nella ‘parte sbagliata della storia’, perché lì ha scelto di porre la sua dimora Dio, riabilitando tutti coloro che stanno ‘dalla parte sbagliata della storia’: «A chi gli chiedeva quale differenza ci fosse tra l’essere tristi e avere il cuore spezzato, Nachman rispose che avere il cuore spezzato non impediva la gioia» (Martin Buber). Da queste scelte di Dio, se abbiamo il coraggio di non seppellirle di buoni concetti e artificiosi ragionamenti, possono nascere le nostre scelte di radicamento nel mondo, di attraversamento del mondo: anche con il cuore spezzato. Di questo mondo pesante, di questo tempo difficile, di questa terra martoriata possiamo sentirci, per quanto possibili, sereni abitatori. Anche qui, se non la ‘perfetta letizia’ di frate Francesco, almeno possono apparire e resistere piccole letizie, piccole gioie profonde. Nella scelta di Dio che rimane fedele al mondo e all’uomo, nella solidarietà della polvere, possono sorgere le nostre fedeltà al mondo e all’uomo: non fughe, non incantesimi, non voli eterei, ma accostamento alla terra:

«Perché il mondo
non sempre è un ostacolo a pregare per il mondo.
Se certuni lo devono lasciare per trovarlo
e sollevarlo verso il cielo,
altri vi si devono immergere
per levarsi
con lui
verso il medesimo cielo»

Così scriveva Madeleine Delbrêl, in una rinnovata alleanza con l’umanità e la vita.
Che sia allora un buon Natale secondo le scelte di Dio, dalla ‘parte sbagliata della storia’, nella fedeltà alle vite in cammino, alle strade del mondo, alle svolte del tempo che attraversiamo. Che sia, secondo le parole di Mario Luzi, un augurio ad «essere qui», come è stato qui e continua a essere qui l’Emmanuele, il Dio-con-noi:

Sia grazia essere qui,
nel giusto della vita,
nell’opera del mondo. Sia così.

 

(ph: Barnaba da Modena, Adorazione dei pastori, particolare, Pinacoteca di Brera)

4 risposte a “Per un Dio che sceglie «la parte sbagliata della storia»”

  1. Pietro Buttiglione ha detto:

    Stavo x commentare con:
    Ma che belle citazioni!
    Ma mi è venuto in mente il commento di mio figlio al mio libro, che io ho inteso ‘critico’😭, :
    ” Ma che belle, le citazioni!!”
    Quindi ripiego su un mio chiodo fisso:
    Gesú non è venuto x risolvere i ns probls sociopolitici, come le guerre..
    Lui è venuto x te, x me, Persone.
    Cosî si spiega che dalla sofferenza umana puó venire fuori anche la Gioia.
    Anche dalla Croce!
    Buona sofferenza a tutti, se nn altro in com-unione col Papa😰

  2. Paola Meneghello ha detto:

    Forse, più che sbagliata, direi scomoda.
    Perché qualunque parto, porta con sé un dolore, e non si può nascere e conoscere vita nuova senza prima aver preso la via del travaglio, ma che Gioia, dopo!
    Se Giuseppe avesse dato retta alla ragione, anziché prendere la via scomoda e ignota indicata dalla Sua Coscienza, il bambino non sarebbe mai nato, e tutto sarebbe continuato senza scossoni..senza dolore, né Gioia..
    La buona novella è fonte di Gioia, non siamo fatti per soffrire, ne sono convinta, ma dobbiamo superare la Paura del rischio che il vivere inevitabilmente comporta, paura di quegli ostacoli che tutte le volte si ripresentano a noi, perché li abbiamo evitati, e mai superati.. la Felicità non è assenza di prove, ma assenza di Paura di vivere fino in fondo, guidati solo dalla fiducia/ Fede che la Voce che induce a vivere la propria storia con cuore e coraggio, non sia mai quella sbagliata.

  3. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Non esiste una parte sbagliata della storia contrapposta ad una parte giusta . Coloro che credono di “stare dalla parte giusta” come certi ideologi politici e certi partiti scambiano la giustizia con le proprie ideologie. I comunisti sovietici credevano di stare dalla parte giusta della storia e accusavano gli occidentali di stare dalla parte sbagliata. Oggi molti moralisti fanno lo stesso. Ma Dio e l’ Incarnazioni sono misteri spirituali e cosmici, molto al di sopra della parte giusta o sbagliata . La Storia umana e’ trasformata da tali misteri.

  4. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Quel Bambino uomo-Dio,nato da due genitori comuni ma persone speciali, e ha portato in dono la gioia è aumentato la letizia…si è vero.in un mondo dove il popolo camminava nelle tenebre una luce rifulse. E quella luce continua pur tra bagliori di guerre e povertà a rifulgere da coloro che che in quella luce proseguono il cammino.Accade che vi sia chi osa togliere il Crocifisso dalla parete di una sala consigliare dove i cittadini della città sono rappresentati.,in una città dove vi sono istituzioni che sono “luce” aiuto a tanti bisognosi ,quel Bambino dunque ancora e il non accolto Malgrado sia dono per l’umanità! Leviamo il nostro canto a Lui e offriamo il nostro coraggio a tenere alta la sua luce.Buon Natale,

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