Tra essere beati e trovarsi nei guai è una questione di sfumature. È la terra di frontiera della tentazione.
Come riprendo il largo, Signore, dopo la notte del fallimento? Come riconosco, ancora, di nuovo, la mia vocazione?
Perché la profezia del Signore si manifesta nella vita di persone improbabili, come la vedova di Sarepta di Sidone e il comandante arameo, il siro Naamàn?
Gesù torna a casa e si rivela tra la sua gente: dice di essere lui “il lieto annuncio ai poveri” profetizzato da Isaia. “Ma chi si crede di essere?”.
Cosa succede in una coppia, in un matrimonio, quando manca il vino, la gioia e la voglia di immaginarsi insieme nel tempo, e anche il desiderio di intimità e di dare e ricevere le attenzioni dell’altro?
Facciamo tesoro degli auguri donati e ricevuti, prepariamo i nostri scrigni, perché l'Epifania non porta via tutte le feste!
Per comprendere qualcosa di Dio e della tua vita, non vorresti anche tu, a volte, che i cieli si aprissero e una voce ti spiegasse tutto?
Ci ricorda che la fede abita il buio, ma vive di luce.
Mossi dallo Spirito Santo, la profetessa Anna e il vecchio Simeone riconoscono in Gesù bambino il Messia atteso. Cosa significa per noi questo?
Mentre volge al termine il tempo natalizio è utile interrogarsi sul senso dell'augurio di "buon anno" e sul suo legame con la festa del Natale
Nei giorni in cui meditiamo sul mistero del Dio incarnato anche il Credo può prendere forme più incarnate nel nostro vissuto
La Madre di Dio di duemila anni fa, la piccola Neve del Mesolitico, la mamma malata di Alzeimer oggi: tutto "si tiene" in Cristo.
La festa della natività tra (presunti) pericoli e (reali) esigenze di vicinanza...
Lo abbiamo chiamato: “Vieni, Signore Gesù!”. Ora è lui a chiamare noi.
Perché le luminarie, che in questi giorni ci rallegrano, non sono la Luce
Il ricordo dell'insegnamento di una nonna rende più chiaro cosa c'entri Santa Lucia con il mare che luccica...
Il Signore è vicino! C'è ancora qualcosa che non si può vendere e comprare, la gioia.
A noi il bel compito di saperlo riconoscere e di esclamare con consapevolezza: “È il Signore!”
Quando facciamo tacere le parole inutili, come tace ogni cosa sotto la neve, la potenza del silenzio ci sorprende
Non soccombere al timore, ma alzare lo sguardo verso l'opera di vita del Signore che viene: ecco quello che oggi ci dice la Parola.
"Ma comprendiamo bene che cosa significa che Gesù Cristo è Re e Signore?"
Come ci ricordano le parole di Quasimodo, siamo sempre la stessa generazione, alle prese con tribolazioni, angoscia e segni da scrutare, in attesa del convenire dei giusti dai quattro venti
Gesù pronuncia parole sferzanti nei riguardi degli scribi. Dovunque ci si piazzi, tra i notabili o tra quelli che, in qualche modo, se li tengono buoni, oggi potremmo uscirne con l'impressione di non essere all'altezza della situazione.
Gesù accoglie ed integra il comandamento antico di amare Dio. Il comandamento, insistente come un martellamento, si apre con l'invito all'ascolto, che ci rinvia alla stagione sinodale.
Ci troviamo al ciglio della strada, o sprofondati sul divano. Speriamo di cogliere le molte occasioni di rialzarci e rimetterci in cammino.
Il servo prende atto dello squilibrio e lo accentua a suo svantaggio. Il servo prende la croce che nessuno si prende; ed è perfettamente consapevole che i dritti quella croce non la toccheranno con un dito. Ma se non ci fossero servi ...
L’abbandono dai beni terreni sembra essere l’ultimo gradino della morale: oltre le richieste del Decalogo, la “perfezione”. Ma chi sono i chiamati a questa perfezione? Tutti o solo alcuni? In che forme?
Non siamo obbligati a stare insieme, ma da soli non stiamo bene, e non possiamo stare bene solo noi.
Siamo “condannati” a camminare sempre su un doppio binario: da una parte il carattere persino inconsapevole della testimonianza, dall’altra il richiamo al nome di Gesù; in mezzo c’è la varietà delle forme, suggerita dalla fantasia dello Spirito Santo.
Il discorso sull’identità di Gesù ci ha accompagnato per diverse settimane e finalmente siamo chiamati in causa. Ma sappiamo che non sarà semplicemente questa risposta a decidere della nostra vita: la risposta conta, ma insieme alle opere che le corrispondono.
Forse è proprio attraversando le moderne Decapoli in compagnia di Gesù che otteniamo la grazia di ascoltare e la grazia di parlare.
Sono severe le parole del Signore nei riguardi di chi riduce la fede alle pratiche religiose. Ma anche questo binomio finisce per stare stretto.
Parole cesellate nel memorabile scambio di battute tra Gesù e Simon Pietro, ma il vissuto è molto più ricco di chiaroscuri. Il brano di Paolo agli Efesini ha echi di attualità e ci provoca sul modo in cui leggiamo la Scrittura
Celebrazione del mistero glorioso dell'Assunzione: le letture proiettano un evento del passato al futuro di tutta l'umanità, ma intanto sollecitano attenzione e impegno nel presente.
C'è la mormorazione di chi la sa lunga. E ci sono le parole di Elia che, prima o poi, sono parole di tutti. La confessione di debolezza non rimane inascoltata e riapre il cammino, che è missione.
La liturgia della Parola di due domeniche fa (Mc 6,30-34) sembra aprirci un panorama interessante per una riflessione attorno all’attuale forma della chiesa.
La richiesta del Papa, con le mani alzate, di pregare per lui ricorda la preghiera di Mosè dell'esodo...
Una frase attesa, dopo il tran tran dei mesi lavorativi. Non importa a chi sia rivolta, perché, in definitiva, è rivolta a tutti. Ma spicca anche l'atteggiamento del Pastore, con dedizione instancabile ai bisogni di chi gli sta accanto.
La missione dei Dodici, tutta nella logica dell'incarnazione. E poi il grande inno tratto dalla Lettera agli Efesini con il mistero di ricondurre ogni cosa al Cristo, un mistero così grande da trascendere tutti i piccoli progetti di instaurazione della cristianità.
La ripresa del culto ha messo nuovamente in evidenza la necessità di silenzio e interiorità, spesso assenti nella nostre liturgie
Di fronte alle tragiche notizie che provengono dalle carceri italiane, ritornare al testo biblico può aiutare a riordinare i pensieri e riorientare le emozioni che in casi come questi possono travolgerci.
Accettare il cambiamento inatteso come parte della "fisiologia cristiana" e, connesso a questo, accettare la provocazione della profezia e poi, magari, farsi profeti.
Può avere qualche senso leggere il vangelo di oggi con la lente deformante (o rivelatrice) del rotocalco?
In occasione della festa liturgica dedicata a Giovanni il Battista, una riflessione che parte dai suoi capelli...
I discepoli invocano il Maestro, che, stranamente, dorme. Un maestro può insegnare a prendere la rotta giusta, a navigare anche con venti contrari, a venir fuori dalle secche o a vincere la deriva. Ma nella tempesta?
E' possibile che l'Eucaristia, fonte e culmine della vita cristiana, si trovi esposta al rischio di passare in secondo piano, non nel dibattito teologico, ma nella sensibilità del cristiano "ordinario"?
Si sente ogni tanto dire "meno Messe, più Messa", ma ogni Messa è un dono prezioso, da non perdere...
Per quanto sia eccedentemente luminoso il mistero, "in casa Trinità abitiamo pure noi"
Agli apostoli è richiesto di aspettare il dono dello Spirito. Anche a noi può essere richiesto di attendere che questo dono fruttifichi. Ma, d'altra parte, non dobbiamo neanche indugiare nel Cenacolo.
Con l'ascensione si chiudevano gli anni più straordinari nella storia dell’umanità, perché il Dio dei cieli aveva calcato i sentieri della Palestina. Eppure, nel Vangelo, c’è l’annuncio di qualcosa ancor più straordinario...
Tra i colori liturgici non compare il blu, che è però il 'colore di Maria'...
Il racconto degli Atti ci ricorda che le prudenze, per quanto fondate, non devono mai mettere a tacere gli input e le domande
In vespa a lavoro ogni giorno: è la mia personale maratona, diversa certo, ma nello stesso spirito di quella proposta da papa Francesco.
Un pochino me lo chiedo se lo sentiamo come un graffio che sanguina il dolore per i tanti che, alla spicciolata, si allontanano dalle nostre comunità...
La decisione di una prete di lasciare il proprio ministero è un atto di infedeltà o di onestà? Possiamo paragonarlo alla separazione matrimoniale? Ha ancora senso il celibato?
Pregare con costanza, ma anche saper distinguere le risposte di Dio...
Troppo spesso, ancora oggi, la Parola non è la base della preghiera dei cristiani, e da qui deriva anche la fatica che incontriamo nel condividere 'esperienze' vissute di Vangelo
Nel giorno dopo Pasqua, l’attenzione cade sul discepolo che si prese cura del corpo di Gesù. Lo racconta anche un intrigante romanzo di Cesare Merlini