Nel bel mezzo del cammino di Avvento, festeggiamo la domenica del "gaudete". Ma qual è il motivo di tale festeggiare?
Nella prima, fondamentale scena del vangelo più antico tutto sembra dire che il Messia atteso sarà sempre “altro” da ciò che attendiamo e speriamo.
Solo in un'ottica di libertà assunta e vissuta, possiamo smettere di vedere Maria come una semi-dea irraggiungibile dall’uomo.
Se una forte emozione può spingerci a prendersi cura dei piccoli, è un surplus di ragione che serve per insegnare ai piccoli come prendersi cura di se stessi...
Se veramente vivessimo vedendo Gesù nei corpi dei carcerati, degli immigrati, dei poveri e dei malati, allora potremmo seriamente di smuovere ogni tipo di montagna...
Quanto ci preoccupiamo di prestare l'attenzione dovuta a ciò che è almeno ragionevolmente prevedibile e, quindi, ad agire di conseguenza?
Preso atto che nessuno potrà dirsi testimone perfetto della Parola, per tutti consegue l’invito a prendere la parola nei vari contesti, senza troppe esitazioni.
Farci interrogare profondamente, mentre le immagini del mondo turbano facili discorsi edificanti, per dare peso e senso al nostro credere.
Ammesso che per davvero si riesca ad amare il prossimo, amare Dio vorrà pur dire qualcosa in più. Cosa vuol dire per me, che dico di averlo conosciuto?
Non sarà che talvolta, per occuparsi della fede e della Chiesa, si trascura il resto, quello che attiene “a Cesare”, le responsabilità rispetto alla città degli uomini?
Ci viene chiesto di entrare nel "mood" della festa, perché è una festa universale, ma non da cialtroni. E, dopo che si è entrati, far entrare gli altri e combattere la tentazione della sciatteria
L’esperienza di rimanere delusi è abbastanza comune nelle nostre vite, tanto più nelle esperienze educative, in cui ci prendiamo cura degli altri.
La parabola dei due figli inviati alla vigna si comprende facilmente. Invece la precedenza assicurata ai pubblici peccatori lascia un minimo interdetti
Sui canali social di Vinonuovo.it i post sul Vangelo del giorno di “La terra come il mare”: un post al giorno con un versetto, un’immagine e uno spunto utile a intrecciare Vangelo e vita.
E' esperienza comune che la misericordia del Padre (del padrone, nella parabola) non trabocchi facilmente nei rapporti tra i figli.
Il metodo della correzione come contrappeso all’irruenza dei profeti. Ma soprattutto il processo che conduce al con-sentire (conservando la pluralità delle voci)
Da una parte il potere di seduzione della Parola, e il primato che ne consegue. Dall'altra l'urgenza di prenderla, la parola, assumendo i rischi che da ciò conseguono.
Nel mandato conferito a Pietro la manifestazione di una Sapienza che ci trascende
Sarebbe bello se noi, come chiesa, fossimo audaci nel farci carico della realtà e capaci di portare alla salvezza ogni realtà, anche laddove (persino a Dio!) sembra impossibile...
Nella festa dell'Assunta, alcune parole del cardinal Martini possono aiutarci a cogliere il senso profondo di una festa che guarda oltre il tempo.
Una festa da riscoprire, quella della Trasfigurazione, soprattutto nel tempo di oggi, andando oltre le apparenze - per vivere vite autentiche.
Una lettura ebraica delle parabole di Gesù ne evidenzia ancora una volta la caretteristica di narrazioni che sfidano, provocano, condannano e divertono.
In questa domenica ricordiamo e veneriamo il Santissimo corpo e sangue di Cristo, ma (pensando anche a Mt 25,31-46) senza dimenticare dove esso è realmente presente...
Tardi ti ho amato, Bellezza tanto antica e tanto nuova; tardi ti ho amato!
Rileggere la Parola della Pentecoste, che spinge a vite nuove, oltrepassando chiusure e paure, tenendo sullo sfondo alcuni versi di Alessandro Manzoni.
È difficile credere, soprattutto seguendo l’invito di Paolo che esorta a una “conoscenza più profonda di lui”: ma in fondo la sequela cristiana è tutta lì. E potrebbe essere pure un buon criterio per rivedere molte cose ecclesiali...
Filippo attraversa la crisi della prima comunità cristiana per giungere in una terra ‘separata’ e ‘abbandonata’ e così scoprire che è possibile ripartire, raccogliendo le lacrime del mondo.
Signore, che cos’è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi?
Perché le pecore ascoltano il Buon Pastore? Non per costrizione, ma perché la voce è bellissima e ospita il futuro
Spunti per la preghiera: il rapporto tra la nostra vita e la presenza di Dio
Quanto è difficile e quanto è necessario, a volte, quel "resta con me" pronunciato duemila anni fa ad Emmaus...
Il gesto fondamentale del Risorto, affinché i discepoli di Emmaus lo riconoscano, riletto alla luce di Fabrizio De André
Un ricordo d’infanzia e una consapevolezza da adulto: riconosciamo le persone dalle ferite della vita. Lo stesso fece Tommaso con Gesù risorto
Spunti per la preghiera: una meditazione, da risorti, sulla morte
Nelle singole esistenze, come nelle epoche storiche, può giungere l’annuncio di una resurrezione inattesa, tra un passato che si esaurisce e un futuro che si apre: questo anche nell’oggi che viviamo
Simone di Cirene e le croci che ci accadono, non previste, nelle nostre vite: che però sono, anche, la Sua croce e ci invitano a stare un po' in disparte.
Non solo Gesù non proibisce il desiderio di voler essere il primo, ma lo incoraggia.
Entriamo nei giorni che ci fanno camminare tra i drammi e le incertezze del nostro tempo, per scoprire “orme di risurrezione, in mezzo alle voci affannate della quotidianità.
Saliamo al Calvario facendoci aiutare da alcune riflessioni in forma di poesia
Se andiamo a fondo con l'esegesi dei sentimenti di Gesù, la loro complessità ci rivelerà molto della complessità del "Nome" di Dio e delle nostre identità relazionali
Il vangelo che narra il ritorno alla Vita di Lazzaro ci svela anche quanto Dio si è incarnato in tutta la nostra umanità
Cristo chiede di deporre al centro del nostro essere, fragile e mortale, il seme della sua stessa Vita: quel Dio che è Padre, che ci genera e mette al mondo, è Colui che ci attende per essere destino e stupore.
C’è un posto per tutti lungo la via che sale al Calvario. Oggi vorrei provare a riservare un posto al cristiano che sente il cuore un po’ pesante, che vive la stanchezza del cammino, che percepisce la sua fede vacillare, che avverte la fatica di stare nella Chiesa di oggi, nelle comunità di oggi, nel mondo di oggi.
Nel cammino verso la Pasqua, dopo il tema dell’acqua viva che Gesù Cristo dona al credente in lui, la chiesa ci fa meditare sulla luce, o meglio, sull’illuminazione, azione compiuta da Gesù affinché noi vediamo e siamo strappati dalle tenebre.
Una preghiera gridata con strazio, apparentemente blasfema, diviene ai nostri occhi la struggente verità redentrice di Cristo sulla croce.
La sete esprime un bisogno naturale che accomuna tutti gli uomini, ma anche Dio
La Quaresima rivela la nostra penombra e la nostra solitudine, accende un desiderio che si converte in preghiera: buio che invoca luce, solitudine che invoca compagnia, morte che invoca vita. Attesa di un Tu che plachi la sete dell’anima
Dove finiscono dopo il loro episodio i personaggi di cui ci parlano i Vangeli? Proviamo a entrare nei Calvari di oggi lasciandoci guidare da una di loro