Nutrirsi di Cristo

Non solo siamo ciò che mangiamo, ma come mangiamo rivela come siamo, anche sul piano spirituale.
19 Giugno 2022

Cosa celebriamo oggi? Il corpo e sangue di Gesù, riporta il testo ufficiale. La tradizione mostra come l’origine di questa festa sia da collegare alla necessità pastorale di dare visibilità alla “presenza reale” di Cristo nell’eucarestia. Sulla spinta di suor Giuliana di Cornillon e per contrapporsi alle tesi di Berengario di Tour, che ipotizzava una presenza di Cristo solo simbolica nell’eucarestia, il vescovo di Liegi (Belgio) nel 1246 convocò un concilio locale in cui si decise che, dall’anno successivo, si sarebbe celebrata la festa del “Corpus Domini”. Attorno al 1260, San Tommaso d’Aquino, rilesse la “presenza reale”, secondo la nota formula della transustanziazione. Nel 1264 papa Urbano IV, dopo aver riconosciuto il miracolo eucaristico di Bolsena, istituì questa solennità per tutta la Chiesa universale.

La lettura della parola di Dio di oggi sembra, però, non essere centrata su questo accento, pur non negandolo, ma piuttosto sul tema del “nutrimento”, offerto e ricevuto, all’interno della relazione tra Cristo e i fedeli. Luca racconta la moltiplicazione dei pani e dei pesci, prefigurazione dell’eucarestia, come atto di nutrimento di Gesù verso le folle che lo hanno “ricercato” in un luogo deserto, inseguendolo tanto da non preoccuparsi di garantirsi il cibo e l’acqua, per sopravvivere. Paolo tramanda il compito ricevuto da Cristo, di celebrare l’eucarestia come nutrimento per fedeli, perché essi possano vivere nella fede “finché Egli venga”. Melkisedek offre pane e vino all’Altissimo, anticipo dell’eucarestia, a ringraziamento della vittoria di Abramo sugli aggressori di Sodoma, in modo tale che la benedizione di Dio nutra lo stesso Abramo, e lui sia in grado di condividere con Melkisedek il proprio cibo.

L’accentuazione sull’eucarestia come “nutrimento” porta in campo il nostro modo con cui facciamo esperienza del suo essere nutrimento per noi. Cibarsi è una attività essenziale della materialità della vita umana, non negoziabile. Per questa sua “basicità” inevitabile, attorno al nutrirsi si sono affollati numerosi significati umani, esistenziali e simbolici, costruendo le più disparate forme di “nutrimento”, non solo positive, ma anche negative per l’essere umano. Le regole alimentari indicano tre aspetti, per un buon modo di accostarsi al cibo: varietà equilibrata, adeguatezza alla persona, moderazione nelle quantità. Cosa ci dicono queste attenzioni sul modo di nutrirci dell’eucarestia?

Varietà equilibrata vuol dire cibarsi di nutrienti diversificati e equilibrati tra loro, non mangiare sempre e solo una cosa. Davvero l’eucarestia è l’unica forma della presenza reale di Cristo, di cui possiamo nutrirci? La tradizione cattolica ha sempre indicato come ci siano tante altre forme di ciò: tutti gli altri sacramenti, la Parola di Dio, i poveri, la Chiesa nel suo complesso e il magistero dentro di essa. Ci nutriamo di tutte queste realtà, in modo equilibrato? O scegliamo solo quelle che meno ci scomodano, magari giustificandole con teorie alimentari, al livello spirituale, di dubbia fondatezza? Le riconosciamo tutte, nello stesso grado, come presenza reale di Cristo? Qualcuno storcerà il naso a questa affermazione, ma è molto facile mostrare come Cristo stesso dichiari di indentificarsi, non in modo simbolico, ma reale, in tutte queste realtà, compreso i poveri. Chi si nutre molto di eucarestia, senza accedere anche alle altre forme, rischia una vera e propria anoressia spirituale.

Adeguatezza alla persona significa che il cibo di cui abbiamo bisogno in una certa situazione può essere indentificato attraverso l’ascolto profondo del proprio corpo, che sa ciò di cui abbiamo bisogno nel qui e ora. Siamo capaci, a livello spirituale, di ascoltare in profondità la nostra umanità, affinché ci indichi ciò di cui nutrirci nel qui e ora? O ipotizziamo che, anche nella fede, l’esperto di turno si debba sostituire ai segnali della nostra natura? Non è un caso, forse, che l’eucarestia si realizza solo se qualcosa dell’umano viene offerto per essere assunto da Cristo come base per la generazione della sua “presenza reale”. Tutte le volte che tralasciamo qualcosa dell’umano e dei bisogni nutritivi che da esso salgono, non permettiamo a Cristo di rendersi presente in noi. Nutrirsi di una bella canzone, magari anche con un bel testo, non si oppone al nutrimento eucaristico, ma lo rende possibile. Il “veganismo” spirituale non è compatibile con l’equilibrio nutritivo richiesto dal vangelo.

Moderazione nelle quantità ha un significato chiaro. E su questo l’atteggiamento medio, a livello di fede rispetto all’accesso all’eucarestia, sembra andare invece, nella direzione opposta, con il rischio di svuotare la bellezza e bontà del gusto eucaristico e di renderlo abitudine scontata. Se mangio spesso un piatto buonissimo, finisco per non valorizzarlo più per il gusto che ha. E allora, forse, più che sulla quantità di eucarestie, sarebbe bene riflettere sulla qualità delle nostre celebrazioni. Non si pretende una “cucina gourmet” e piatti di alta scuola culinaria, ma la sensazione che spesso “mangiamo” eucarestia in scatola, da fast food è difficile da smentire. Il bulimico non gusta più nulla di ciò che mangia, ha perso il sapore del mangiare.

Non solo siamo ciò che mangiamo, ma come mangiamo rivela come siamo, anche sul piano spirituale.

12 risposte a “Nutrirsi di Cristo”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    …cioè può essere pane ricevuto è offerto anche se non si assiste a una messa in chiesa ma in tante altre forme, secondo la necessità di cui si sente il bisogno a non perdere il legame con Lui. Ci sono persone che tutti i giorni vanno a messa, una esigenza che un altro traduc nell’interessarsi di una persona e non per fare cosa buona da cristiano, ma con un sentire spontaneo di cui è lecito anche pensare che sia lo Spirito a in lui presente. C’è chi non prega abitudinariamente, ma a Dio va il pensiero o per gratitudine e. O per chiedere aiuto, anche senza spettar si miracoli, ma a confidare che non si è soli o anche risolvere problemi che si affacciano inaspettati, che impegnano la persona in decisioni davvero salti a rischio. Cibarsi di Gesù Cristo puo anche essere Non solo del pane ma di un cibo che ogni persona cerca e può capirlo solo se sa offrirlo per primo

  2. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Segue dopo taglio:

    SEGUE sulla “Grazia”:
    “Se qualcuno afferma che i sacramenti della nuova legge non contengono la grazia che significano, o che non conferiscono la stessa grazia a quelli che non frappongono ostacolo, sia anatema”
    Lei, prof, aggiunge:
    Perciò nessun automatismo, nessuna magia… la grazie è sempre una relazione, tra Dio e l’uomo.
    Ma nel testo, e nella PRASSI, non lo è, è COSA CHE SI DÀ.
    P.F. non giochiamo sulle parole…
    PS x del Bono
    Qui nn stiamo mettendo in dubbio la transustanziazione, qui parliamo d’altro.
    Anzi! Tutto VN parla sempre d’altro. Se ne renda conto.

    • gilberto borghi ha detto:

      La grazia anticipa sempre l’uomo, qnche prima e fuori del sacramento… perciò anche le disposizioni non sono esenti dalla grazia
      La prassi: verissimo perchè moltissimi operatori pastorali non conoscono per intero la posizione della chiesa…

    • Francesca Vittoria vicentini ha detto:

      Davvero l’Eucarestia e l’unica forma di cibo?….Cristo, in quella cena era a tavola con i suoi, lo conoscevano, il pane di quel giorno è uguale a quello di noi oggi, alimento che senza altro basta a nutrirci. Cristo dunque lo ha scelto a identificarsi in esso; Ha dato corpo di se stesso in quel pane che è cibo primario per ogni uomo. Gli Apostoli lo hanno preso e mangiato forse non comprendendo appieno le parole del Maestro,non era ancora morto e risorto. noi SI però. Gesù in quel “pane” e il vivente. quando ci cibiamo di quel pane si sa che crediamo questo, ma anche l’impegno implicito di cibarci della sua Parola, ovvero viviamo di Lui. E’ però vero che offerte altre ci arrivano a confondere ciò che assomiglia al pane ma non lo è, per questo il cristiano ha una chiaroveggenza in più è una responsabilità di cui dare conto perché ci è stata affidata la missione di far conoscere Lui ed è logico che possa essere così

  3. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Leggo che la Parola è poco frequentata..
    Figuriamoci il CCC, se non si è prof😀
    ..”indipendentemente dalla santità personale del ministro.”
    Sapevolo. Anche se l’officiante fosse un pedofilo o un assassino.
    Capisco la logica ma allora se fosse un bravo fedele? Imo non vedo ragioni accettabili.
    “Tuttavia i frutti dei sacramenti dipendono anche dalle disposizioni di colui che li riceve.” (CCC 1128).”
    Disposizioni fa pensare a “PRIMA”. Invece x me tutto si gioca DOPO.

    Segue x taglio x lunghezza!!😡

  4. gilberto borghi ha detto:

    Ma poi, noi quel pane che si trasforma in corpo di Cristo lo mangiamo? Ci nutriamo di lui? Se sì, allora le considerazioni del post possono avere senso.

  5. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Mi pare ci sia un po’ di confusione sull’ Eucarestia: a furia di dirsi cosa e’ “per me” l’ Eucarestia si dimentica cosa e’ per “se'” cioe’ oggettivamente l’ Eucarestia
    Non e’ l'” impanazione” di Cristo, cioe’ Cristo chebsi trasforma in pane ,ma il contrario la trasformazione del pane in Cristo . Cio’ che noi riceviamo e’ Cristo non pane
    Un tempo queste basilari verita’ della fede, le conoscevano i bambini della Prima Comunione. Oggi molti fedeli fanno la comunione pensando che Gesu’ si e’ fatto pane .

    • Gian Piero Del Bono ha detto:

      Infatti nelle parole della Consacrazione ,il sacerdote in figura di Cristo, dice ” questo e’ il mio Corpo” ,non dice ” io mi trasformo in pane ” . Poi certo i protestanti non credono nella Presenza Reale del Corpo e Sangue di Cristo nell’ Eucarestia . Ma come ha detto papa Francesco ai cattolici progressisti tedeschi: c’ e’ gia’ una chiesa evangelica, non c’ e’ bisogno di averne due” . Se vogliamo noi trasformarci da cattolici in protestanti, nessuno ce lo impedisce,
      .

  6. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Prima di tutto rifiuto un certo modo diffuso nella CC di presentare il Sacramento come un automatismo.
    SE.. fai così… Diventi colà..
    Detto questi resta da definire COSA è..!
    Possibilità?
    Senza il tuo VOGLIO/IMPEGNO nisba?
    Imo basterebbe solo un po’ di silenzio e attenzione..
    Quello che ribadisco è che l’AZIONE del Sacramento, non è automatica e scontata.
    E ti chiedevo di aiutarmi a definire qs azione ‘possibile’.
    PS
    Aiuta molto al solito x capire, il passare ai contrari.
    Nello specifico:
    Senza Sacramento qs azione si può realizzare lo stesso?
    Domanda dirimente cui io rispondo SÌ.

    • gilberto borghi ha detto:

      Basterebbe che chi parla dei sacramenti leggesse per intero ciò che la Chiesa dice: “Quando un sacramento viene celebrato in conformità all’intenzione della Chiesa, la potenza di Cristo e del suo Spirito agisce in esso e per mezzo di esso, indipendentemente dalla santità personale del ministro. Tuttavia i frutti dei sacramenti dipendono anche dalle disposizioni di colui che li riceve.” (CCC 1128). Che riprende già Trento: “Se qualcuno afferma che i sacramenti della nuova legge non contengono la grazia che significano, o che non conferiscono la stessa grazia a quelli che non frappongono ostacolo, sia anatema”
      Perciò nessun automatismo, nessuna magia… la grazie è sempre una relazione, tra Dio e l’uomo.

  7. gilberto borghi ha detto:

    Spiegati meglio: cosa significa per te che un sacramento “piuttosto che SPIC&SPAN,
    IO VEDO ‘ad azione ritardata..”

  8. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Leggo sempre Gil con estremo interesse.
    Non solo x tutti le sue citazioni ref, vista la mia ignoranza ( solo mia? Vedi recente doc..) che non suona come saccenza bensì viene messa a frutto per la ns crescita.
    In particolare mi piace quella critica alla Comunione a TUTTE le Messe.
    Premesso che MAI x me è stata FOLGORAZIONE né vs Damasco né a Notre Dame.. ma spesso dolorosa partecipazione : xchè lo hai fatto??!!!
    Cmq x me tutto rientra nella logica dei Sacramenti che piuttosto che SPIC&SPAN,
    IO VEDO ‘ad azione ritardata..
    Se tu sei d’accordo, spiega meglio di me. Ciao

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