Non di solo pane

Guardare a Gesù nel deserto, per trovare forza, luce, motivi di speranza.
6 Marzo 2022

Mettere la parola di Dio in risonanza con l’esperienza concreta: è una delle prospettive più interessanti e provocatorie che ho incontrato nel mio percorso di studi. La risonanza è quel fenomeno fisico per cui, per esempio, se si pongono due chitarre una accanto all’altra e si pizzica la corda di una di esse lasciandola vibrare, dopo poco anche la seconda comincerà a vibrare a sua volta, nel medesimo tono. Lasciare che la parola di Dio tocchi e faccia vibrare le corde del mio spirito, del mio pensiero, della mia vita: è lo sforzo che condivido qui, senza nessuna ambizione didattica ma con un sincero, fraterno desiderio di condivisione.

 

Il cammino di Quaresima inizia nel deserto, dimensione sterminata e vuota che non abbraccia solo lo spazio ma anche il tempo, che inquieta e fa paura.

Volgo lo sguardo a Gesù. Cosa gli è passato per la mente e il cuore, in quei lunghi giorni trascorsi a pregare per comprendere appieno il senso della sua missione? Invoco lo Spirito che lo ha guidato perché aiuti anche me a comprendere, a trovare senso e speranza in questi giorni tanto difficili.

“Gesù ebbe fame”. È la voce del bisogno, a volte così imperioso da sembrare insopprimibile, capace di condizionare le azioni e catalizzare i pensieri, fino a dominarli. Ma è questo il mio destino? Essere schiava dei miei bisogni?

Gesù, nella sua piena umanità, mi insegna che si può essere liberi, anche nel bisogno. Che è possibile decentrarsi, protendersi verso un amore più grande, che supera ogni apparente necessità. Come una madre afghana che si priva del cibo per il proprio figlio, o padre Massimiliano Kolbe, che dona la propria vita per la vita di un altro.

“Non di solo pane vivrà l’uomo”: che altro gli serve allora? Forse la ricchezza, il potere? Ancora Gesù mi spinge oltre: adorare ricchezza e potere è la tentazione di sempre, alla radice di tutte le guerre, piccole e casalinghe, o immani, insensate, feroci. Adorare il Signore è invece, ancora, garanzia di libertà. Perché io mi inginocchio e adoro e ascolto e seguo Qualcuno che, per me, è disposto a donare la vita. Non toglie la mia vita per garantire la sua, ma si spende fino a morire, per me. Perché io, per Lui, sono il sommo bene. Come i miei fratelli, le mie sorelle.

“Se tu sei figlio di Dio…”: chi sono io? Creata a immagine di Dio, figlia di Dio, posso stare nella condizione della fragilità umana vivendola in Cristo, protesa verso il mio Signore e in Lui verso i fratelli e le sorelle. Lo Spirito che mi è dato in dono mi sostiene e mi accompagna.

Certo, la tentazione, la paura, la fatica, non sono scongiurate per sempre. Tornano in tempi fissati, nei tanti deserti che si attraversano in una vita.

Ma oggi guardo a Gesù nel deserto, guardo le immagini che vengono dai luoghi di guerra, e prego e spero: “Padre nostro, venga il tuo regno”.

 

5 risposte a “Non di solo pane”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    ..a voler sperare…nella storia che vivendo anche scriviamo. Si scopre che anche tra Chiese cristiane vi è una diversa idea di Dio. appare così di sapere di divisioni, chiusure , quasi arroccate in proprie idee, E di ciò.mi viene il riferimento a quella Parabola dove Cristo rivolto ai suoi dice che è venuto a portare “divisione” e ; e anche:”Dico a voi amici…..temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Si, ve lo dico, temete costui. Un esercito di carri pretende di entrare in un territorio e per questo semina distruzione era morti. Una lavoratrice qui come badante di persona anziana; e in pena in patria ha due figli piccoli,non sa cosa succederà loro. La viene offerto tutto ciò serve a portarli al sicuro.Ecco La solidarietà sorta da molti, farsi “pietra di inciampo a precludere una invasione determinata a essere tanto disumana da calpestare ogni segno di civiltà

  2. Claudio A. Bosco ha detto:

    “Volgo lo sguardo a Gesù”… E, d’un attimo, mi accorgo del suo sguardo, che già stava posato su di me, in attesa.

  3. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Ma noi oggi non siamo anche in un deserto? Vogliamo la pace ma per questa c’è la tentazione di ottenerla prendendo delle armi a vincere il nemico. Ma Dio ci ha chiamato “amici”! Stiamo vedendo in questo frangente anche divisioni di Chiese! Se seguiamo l’istinto,a ragione ci sembra giusto difenderci con le stesse armi,ma così facendo quante più vittime inermi come neonati ci saranno e forse è a rischio quella vita nel mondo che Dio ha creato! Da stolti e non fare la volontà di Dio che ci ha dimostrato amore nel Figlio!Saremmo a nostra volta per presunto amore errore e perdizione del bene che è vita di tutti

  4. Dario Busolini ha detto:

    Bellissima e quanto mai attuale la scelta dell’illustrazione che accompagna questo testo: “Cristo nel deserto” del pittore ottocentesco russo Ivan Kramskoij.

  5. Faustina Vitali ha detto:

    Deserto, luogo in cui ritrovare me stessa, luogo in cui vivere di essenzialità, luogo in cui invocare lo Spirito Santo per fare si che mi riempia di Dio

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