Le pietre vive

«Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse…»
15 Luglio 2018

XV domenica del tempo ordinario: Mc 6,7-13

I MESSAGGERI DI DIO (1656-67, Città del Vaticano, colonnato di Piazza San Pietro)

 

Per sovrastare il colonnato e i fedeli fermi in piazza, il Bernini e papa Alessandro VII vollero 140 statue di santi. Che, prese individualmente, non fanno impazzire (mostrando più di un limite, come i santi) ma diventano bellissime nella foto di gruppo, dando l’idea d’essere le colonne di un edificio che ha per tetto il cielo. E lo sono davvero, perché, prima di passare in pietra scolpita, quei santi sono stati le pietre vive della Chiesa (1Pt 2). Capaci, partendo, di mettere in gioco la vita, pur di proclamare la Parola affinché «la gente si convertisse».

Tra l’altro, come succede ai santi quando sono in carne e ossa, si fatica a distinguerli: da sotto sembrano tutti piccoli uguali (nonostante siano alti, ciascuno, poco più di 3 metri, per non parlare degli apostoli e di S. Giovanni Battista, sulla facciata della Basilica, alti oltre 5 metri). Eppure la loro grandezza si coglie proprio ora: quando, rinunciando a farsi riconoscere, preferiscono apparire insieme, così che nessuno sia indotto a mitizzarli e tanto meno a raffrontarli e a far classifiche.

Per quanto possano evocare delle guardie o dei soldati (metafora infelice, seppure amata da molti), siamo più propensi a vederli come dei messaggeri. Non come delle primedonne, pur avendo svolto ruoli importanti, né come delle comparse, pur sapendo che nella Chiesa il lavoro di squadra conta. Di fatto, coloro che chi li guardano dal basso si sentono abbracciati e a casa: in altre parole, «non più stranieri né ospiti, ma concittadini dei santi e familiari di Dio» (Ef 2,19).

Quella di Bernini è stata l’intuizione di una nuova fruibilità dell’opera d’arte: un diminuire per ingrandire, dove non solo non si fa capire la portata del personaggio rappresentato (divenuto, nella Chiesa, relativo a tutti gli altri), ma al tempo stesso si mette in ombra il valore di ogni singolo artista. Si lavora tutti per la Chiesa, non per la fama, santi e scultori.

Di certo, pensando al gran numero di artisti coinvolti nell’impresa, si resta con la curiosità di sapere se ci sia ancora chi si impegna a dare immagine ai santi di oggi e a raccontarli. Ricorda papa Francesco, nella recente esortazione Gaudete et exsultate, che non mancano i santi della porta accanto: «Non pensiamo solo a quelli già beatificati o canonizzati. Lo Spirito Santo riversa santità dappertutto nel santo popolo fedele di Dio, perché “Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse secondo la verità e lo servisse nella santità” (LG 9)». Per tali persone vogliamo gioire ed esultare.

 

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