In un tempo di crisi e frammentazione, difficile da analizzare e per ora impossibile da sintetizzare, la lectio personale delle scritture domenicali, alla luce della cronaca quotidiana, fa risuonare in noi più domande che risposte. Pensiamo perciò sia utile proporvi, con le parole del poeta Rilke, di sostare un attimo in compagnia di queste domande soltanto: «vorrei pregarla di avere pazienza verso tutto ciò che è irrisolto nel suo cuore, e di sforzarsi di provare amore per le domande in sé, come se fossero delle stanze chiuse a chiave, o dei libri scritti in una lingua straniera. Non si affanni, dunque, per ottenere risposte che ancora non possono esserle date, perché non sarebbe in grado di viverle. Ciò che conta è vivere ogni cosa. Viva le Sue domande, adesso. Forse così, un giorno lontano – a poco a poco, senza accorgersene – vivrà già dentro la risposta» (Lettera a un giovane poeta, IV).
1^ LETTURA – In quei giorni a Gàbaon il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte. Dio disse: «Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda». Salomone disse: «Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide, mio padre. Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per la quantità non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?». Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. Dio gli disse: «Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, ecco, faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come te non ci fu prima di te né sorgerà dopo di te» (1Re 3,5.7-12).
SERGIO: «Un parroco di Lizzano ha organizzato un rosario in chiesa per scongiurare l’approvazione del disegno di legge contro la cosiddetta omotransfobia. Quando fuori della chiesa si sono presentati alcuni attivisti LGBT e i carabinieri chiamati li hanno identificati, la sindaca è intervenuta a favore degli attivisti e ha chiesto di identificare, invece, le persone in chiesa. Viceversa, il parroco di San Lorenzo a Sant’ Oreste (Rm), con il permesso del sindaco, si è cinto della fascia tricolore e ha presieduto all’unione civile di due donne. Qui è stato il vescovo di Civita Castellana a comunicare che il parroco «ha capito l’inopportunità e farà un periodo di riflessione. C’è un canone che impedisce ai sacerdoti di officiare cerimonie civili a prescindere da chi si sposa. Abbiamo dialogato a lungo e ha deciso che era opportuno dimettersi da parroco a sant’ Oreste». In questi casi chi – tra sindaco, parroci e vescovo – avrebbe bisogno di riconoscere quanto sia complesso governare un popolo? E, quindi, quanto sia necessario chiedere al Signore non la vita del nemico di turno, ma un cuore docile per discernere il bene dal male, per rendere giustizia al popolo?».
GILBERTO: «Avviso di garanzia ad Attilio Fontana, presidente della regione Lombardia, per un appalto a favore della società Dama, di proprietà del cognato e di cui la moglie ha il 10% di quote. Mi auguro sia tutto legale, ma moralmente qualche domanda sorge: un discernimento illuminato, per governare, non dovrebbe spingere a evitare qualsiasi possibile ombra di interessi personali, visto il discredito di cui godono i politici in questo frangente?».
SALMO – La mia parte è il Signore:/ ho deciso di osservare le tue parole. / Bene per me è la legge della tua bocca, / più di mille pezzi d’oro e d’argento. / Il tuo amore sia la mia consolazione, / secondo la promessa fatta al tuo servo. / Venga a me la tua misericordia e io avrò vita, / perché la tua legge è la mia delizia. / Perciò amo i tuoi comandi, / più dell’oro, dell’oro più fino. / Per questo io considero retti tutti i tuoi precetti / e odio ogni falso sentiero. / Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti: / per questo li custodisco. / La rivelazione delle tue parole illumina, dona intelligenza ai semplici (118).
GILBERTO: «I dati mondiali sui nuovi contagiati giornalieri da Coronavirus segnano un nuovo record: venerdì 24 luglio sono stati 284.196. 3 persone e mezzo al secondo! Odiare ogni falso sentiero è, innanzitutto, tenere conto dei dati di realtà, perché anche in questi dati Dio ci parla. “Ho deciso di osservare le tue parole”, o le mie aspettative o i miei desideri ideologici?».
SERGIO: «Don Antonio Ruccia ha trovato un neonato nella culletta termica posta davanti alla parrocchia di San Giovanni Battista a Poggiofranco (Bari). Accanto c’era un bigliettino con scritto: «Caro Luigi, mamma e papà ti ameranno per sempre». Ora è ricoverato a neonatologia di Bari e sta bene. Presto verranno avviate le pratiche di affidamento. Questa vicenda ha ricordato i cosiddetti piccoli Martini (dalla chiesa dio San Martino), orfani o bimbi abbandonati accolti dalla struttura milanese creata nella prima metà del ‘500 grazie al patrizio Girolamo Emiliani e al duca Francesco I. Chissà se Luigi da grande ricalcherà le orme di alcuni ‘martinitt’ come Angelo Rizzoli (editore), Edoardo Bianchi (costruttore di biciclette), Leonardo Del Vecchio (fondatore di Luxottica). Ma soprattutto, avrà motivo – come speriamo – di riconoscere la bontà e il valore, la consolazione e la delizia dell’etica cristiana della vita? Di certo, questo hanno riconosciuto le dieci parrocchie di Gallarate con il voto pubblico compiuto per ringraziare il Signore della guarigione dal Covid-19, ma accompagnato dall’apertura di una casa per dieci senzatetto perché l’etica cristiana tutela la vita non solo all’inizio e alla fine, ma anche durante…».
2^ LETTURA – «Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati» (Rm 8,28-30).
SERGIO: «Nei giorni in cui si spalanca la tragedia della caserma Levante, dove ora è stato mandato (da Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina) Giancarmine Carusone come nuovo comandante della Compagnia di Piacenza, veniamo anche a conoscenza dell’assoluzione definitiva, da parte del tribunale di Rimini, di Antonio Giustini, 71 anni, accusato dal 2002 di concussione prima e estorsione aggravata poi, sospeso dal lavoro e rimasto senza stipendio a pochi anni dalla pensione. Ciò, nonostante avesse partecipato come comandante dei carabinieri di Cattolica ad operazioni quali ‘Romagna pulita’, nonostante fosse stato premiato due volte per meriti di servizio dal presidente della Repubblica e, soprattutto, nonostante il tribunale della libertà e la Cassazione ne avessero, a suo tempo, accolto le ragioni. È vero allora che, dopo aver “versato molte lacrime” per “ferite che rimarranno per sempre”, dopo aver “pregato per i miei colleghi che mi hanno indagato”, dopo aver “dedicato la mia vita al servizio dei più deboli, dei poveri”, tutto concorre veramente per il bene di colui che ha “sempre avuto la fede” e che in realtà “non voleva fare il carabiniere, ma servire gli altri” (tant’è che dal 2010 è diacono permanente e presidente della Caritas di Cattolica)?». Oppure, come ci ricorda con durezza e franchezza Gianluca Nicoletti – commentando su La Stampa l’omicidio-suicidio di un uomo varesino di 74 anni malato di tumore (con la moglie allettata per grave malattia degenerativa) e della figlia trentunenne disabile – a volte è veramente difficile vedere questo bene di cui parla san Paolo? E “ci si trova fatalmente a un punto in cui l’annullamento reciproco può sembrare la soluzione meno dolorosa, (…) una lucida risposta alla mancanza di attenzione istituzionale per la dignità delle persone disabili (…) la dignità di una vita sociale inclusiva e un’attività che assomigli a un lavoro”?».
GILBERTO: «A Lampedusa, in questi giorni, sembra di nuovo un film tragico e drammatico, già visto. Catene infinite di sbarchi di barchini e barconi che mettono in ginocchio la catena di soccorso-accoglienza messa in moto dalle autorità. Ma come si fa a dire che tutto concorre la bene di coloro che amano Dio? Gesù Cristo è l’immigrato che arriva da un viaggio disperato ed estremo? È il soccorritore che urla la sua impotenza di fronte a tanto dolore? É l’italiano rancoroso che si sente aggredito da questi “estranei” che invadono il territorio? È il politico che prova a tamponare l’emorragia di umanità? O quello che segnala la perdita di identità?».
VANGELO – In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche» (Mt 13,44-52).
GILBERTO: «A Piacenza una intera caserma dei Carabinieri è sotto accusa per reati gravissimi. Sembra che Giuseppe Montella, il “cervello” della banda, oltre che per denaro, fosse spinto anche dal desiderio di emergere in uno “zelo” giustiziere agli occhi dei superiori, tanto da far ricevere alla caserma un encomio solenne nel 2018, per le attività di polizia svolte. Per chi ci spendiamo? Per chi siamo disposti a far saltare tutto? E poi tocca davvero a noi essere i “giustizieri” della fornace ardente?».
SERGIO: «Don Alberto Ravagnani, ventiseienne prete Youtuber che i giovani adorano (ha incuriosito anche Fedez) e che è stato corteggiato dal Grande Fratello (per il quale ha avuto un colloquio ma non un provino…), è veramente colui che sta estraendo dal tesoro del Regno dei cieli ‘cose nuove e antiche’? Ossia, un linguaggio nuovo e brillante che aiuti la Chiesa “a tenere il passo con la rivoluzione tecnologica” e ad “essere presente in un mondo che è cambiato”, ma facendo attenzione affinché “in una società sempre più liquida, dove c’è molta confusione sulle scelte di vita, (…) i preti si presentino con la loro identità e con il proprio bagaglio culturale”? Oppure in lui c’è solo una patina di novità, perché ascoltando bene i contenuti teologici dei video su youtube, si può dire – come è stato fatto – che nel suo caso ‘il messaggio è solo il mezzo’? Tant’è che egli invece, su alcune questioni decisamente più complesse, afferma che “ci sono stati dei tentativi di edulcorare la figura del sacerdote: alcuni preti per esempio non si facevano chiamare don, altri lavoravano in fabbrica o non si vestivano da sacerdoti. Tutto ciò non ha portato a nulla perché la società ha bisogno di preti che facciano i preti. Quelli che vogliono il matrimonio per i preti non sono certo i preti! Dare la vita a Dio, mettendosi al servizio del prossimo, richiede la totalità del nostro tempo, del nostro cuore e delle nostre energie. Se ci sposassimo, chiuderebbero gli oratori, le caritas sparirebbero”…».
Stanno arrivando piccole imbarcazioni cariche di più uomini,giovani prov.dalla Tunisia,2 ore fumare quasi una passeggiata.nuova rotta? O tunisini in cerca di aiuto medico oltre che lavoro?All’angolo di una piazza con mercato due ragazzi con la madre suonano il violino,la madre il tamburello.Come si fa anon provare rivolta persino disagio a cercare monete quando si dovrebbe fare ben altro e di piIngiustizia sociale,i migranti che non si rassegnano a stare in recinti senza sapere di altro futuro.Penso che ai vertici vi sia una incoerenza tra proclami, programmi, possibilità parternship esteri
Certo,non sono preti quelli che si lasciano attrarre dal mondo: si sposano,pensano di assolvere bene due ordini insieme quando i medesimi richiedono l’impegno completo della propria vita per assolvere l’invito di Cristo …”vieni e seguimi” .Il prete deve vivere nel mondo ma senza esserlo, difficile.? Si,ma anche affascinante missione credo, vedere le miserie ma fare miracoli significa indossare ogni volta calarsi nei panni del prossimo per capire come essergli di aiuto ma sempre con quanto il Vangelo suggerisce, un stare dentro ma non chiudersi a sentirsi padrone di muri, di un altro, un stare dentro il Vangelo per non deturparlo,non adeguarlo al mondo, non scivolare a servire il mondo, che manda sirene a irretire i naviganti.Gesu Cristo camminava sulle acque, e Signore della vita, quella però che dura sempre, da non fraintendere perché è stata indicata dal Padre fin dalle origini e non può essere una altra.