Le domande di chi è invidioso

I delitti di Pisticci, Caivano e Como, i contagi da Covid 19 e il vaccino, il Papa e i figli LGBT, il referendum, il corpo e l'anima secondo alcuni nostri vescovi: questi i fatti di cronaca riletti alla luce delle Scritture, a loro volta illuminate da essi.
20 Settembre 2020

In un tempo di crisi e frammentazione, difficile da analizzare e per ora impossibile da sintetizzare, la lectio personale delle scritture domenicali, alla luce della cronaca quotidiana, fa risuonare in noi più domande che risposte. Pensiamo perciò sia utile proporvi, con le parole del poeta Rilke, di sostare un attimo in compagnia di queste domande soltanto: «vorrei pregarla di avere pazienza verso tutto ciò che è irrisolto nel suo cuore, e di sforzarsi di provare amore per le domande in sé, come se fossero delle stanze chiuse a chiave, o dei libri scritti in una lingua straniera. Non si affanni, dunque, per ottenere risposte che ancora non possono esserle date, perché non sarebbe in grado di viverle. Ciò che conta è vivere ogni cosa. Viva le Sue domande, adesso. Forse così, un giorno lontano – a poco a poco, senza accorgersene – vivrà già dentro la risposta» (Lettera a un giovane poeta, IV).

 

1^ LETTURA – Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri (Is 55,6-9).

SERGIO: «A Marconia di Pisticci (Matera), 8 ventenni (di cui uno figlio di una poliziotta che si occupava di minori e teneva seminari sulla violenza contro le donne) sono indagati per aver drogato e brutalmente violentato due quindicenni inglesi di origine italiane. A Caivano, dove gli anni scorsi si erano già consumate le orribili morti di bambini abusati come Fortuna Loffredo e Antonio Giglio, il fratello più grande di una giovane, innamorata di una coetanea transessuale, ne causa la morte dopo averla inseguita con il motorino (non si sa ancora se per bloccarne la fuga da casa, come sostengono i genitori, oppure per un “movente omotransfobico”, come afferma l’associazione arcigay di Napoli ‘Antinoo’). Gli atti di cui sono accusati questi uomini – anzi questi maschi – sono il frutto sicuramente di cammini e di pensieri sulla sessualità, sulle donne e sulla famiglia che sono iniqui ed empi. Che tali atti affondino le loro radici nella “mentalità feudale” (D.Maraini) o in quella del “fascismo” (L.Manconi), che siano invece il frutto di un’estrema povertà economica e/o culturale in assenza dello Stato, sono pensieri e vie che questi maschi ritengono diversi e distanti da quelli del Dio cristiano-cattolico? Oppure, in qualche modo, sono maturati in loro convivendo senza troppi scossoni con un’educazione ricevuta in un ambiente (seppur genericamente) cattolico? In questo secondo caso, come potranno gli indagati anche solo percepire la differenza della misericordia e del perdono di Dio, e cominciare il percorso a cui li e ci esorta Isaia?».

GILBERTO: «I numeri del covid in crescita a livello mondiale e soprattutto europeo hanno destato Onu e Iss italiano tanto da far dire ad entrambi che una seconda ondata è abbastanza prevedibile. Come si potrebbe coniugare questa situazione con l’affermazione della enorme distanza tra i pensieri dell’uomo e la sua capacità di conoscere la verità delle cose e quelli di Dio?».

 

SALMO – Ti voglio benedire ogni giorno, / lodare il tuo nome in eterno e per sempre. / Grande è il Signore e degno di ogni lode; / senza fine è la sua grandezza. / Misericordioso e pietoso è il Signore, / lento all’ira e grande nell’amore. / Buono è il Signore verso tutti, / la sua tenerezza si espande su tutte le creature. / Giusto è il Signore in tutte le sue vie / e buono in tutte le sue opere. / Il Signore è vicino a chiunque lo invoca, / a quanti lo invocano con sincerità (144).

GILBERTO: « Al momento sono in atto, nel mondo, già 17 sperimentazioni di vaccini diversi contro il covid 19. E’ fuori di dubbio che una quota di queste ricerche siano mosse da motivazioni anche economiche e di potere. Già si sono viste dichiarazioni, non suffragate da dati scientifici, sulla possibilità di poter arrivare la vaccino in tempi brevissimi, mosse da necessità politiche e di campagna elettorale. Quando potremo finalmente utilizzarlo, potremo davvero dire che il Signore è giusto in tutte le sue vie: anche in queste?»

SERGIO: «Un Papa oggi può dire alla mamma di un figlio omosessuale che “ama i vostri figli così come sono, perché sono figli di Dio”. Questa mamma oggi può scrivere con altri genitori di figli lgbt un libricino intitolato “Genitori fortunati” e donarlo al Papa, insieme ad una maglietta ‘arcobaleno’, come segno della lode e benedizione rivolta al Dio nel cui amore non c’è timore.  Ma questo “sguardo nuovo che ci ha permesso di vedere in loro la bellezza e l’amore di Dio”, quest’esperienza concreta di un Signore buono, tenero e vicino veramente a “tutti”, non è il frutto del ‘lavoro’ evangelico portato avanti da associazioni come la Tenda di Gionata (nata su sollecitazione del compianto don David Esposito) o da preti come (don) Paolo Cugini di Reggio Emilia?»

 

2^ LETTURA – Fratelli, Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia. Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa scegliere. Sono stretto infatti fra queste due cose: ho il desiderio di lasciare questa vita per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; ma per voi è più necessario che io rimanga nel corpo. Comportatevi dunque in modo degno del vangelo di Cristo (Fil 1, 20-24.27).

SERGIO: «A quarantena finita, il vescovo Raspanti affermava che “bisogna salvaguardare la salute ma c’è una vita, per noi che crediamo, che è la vita dell’anima, la vita eterna, che vale più del corpo … Per cui, secondo me, bisogna avere un maggiore equilibrio, una maggiore attenzione ai valori che sono in gioco, soppesarli perché non sono tutti valori che stanno sullo stesso piano”. Di recente, invece, il vescovo Camisasca, per invitare il popolo di Dio “a superare ogni ingiusta paura e a partecipare fisicamente alla messa domenicale”, ha ricordato che “la dimensione fisica, materiale e comunitaria della realtà ecclesiale non può essere mai dimenticata o sminuita: sulla terra, senza fisicità non ci può essere gioia; anche nel cielo i nostri corpi saranno trasfigurati ma non eliminati”. Insomma, anche i nostri vescovi – come Paolo duemila anni fa – sono stretti tra anima corpo e non sanno scegliere quale dei due privilegiare? Usano ancora o sanno ancora usare, in modo adeguato all’oggi, la categoria dello Spirito che Paolo utilizzò come sintesi per superare il rischio di dualismo tra anima e corpo?».

GILBERTO: «Nella cattedrale di Como il cardinale Krajewski ha presieduto la celebrazione in suffragio di don Roberto Malgesini. Ha portato, a nome del Papa, dei rosari per tutti: uno anche «per quell’uomo sfortunato che l’ha ucciso e che sta in carcere. Chiedo alle autorità di portarglielo». Se quest’uomo sfortunato fosse messo a morte sarebbe un guadagno in nome di Cristo?».

 

VANGELO – In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi» (Mt 20,1-16).

GILBERTO: «Oggi si vota in molta parte d’Italia, dopo una campagna elettorale in cui, ancora una volta, i poveri, gli immigrati e gli esclusi, sono stati spesso utilizzati per fare propaganda. Siamo davvero sicuri che il “prima qualcuno” che non stia peggio di noi sia davvero in linea con la gratuità che il Padre ci mostra?».

SERGIO: «Due ultraottantenni, il sociologo De Rita e il vignettista Giannelli, ci avvertono che la rabbia, l’odio e la violenza dei nostri giorni sono ormai figlie di una vita “competitiva” e fondata sull’“invidia” delle differenze. In essa, per emergere ed autopromuoversi, si utilizzano le risorse (economiche o ‘muscolari’) messe a disposizione dal proprio ambiente (borghese o popolare) ormai chiuso e isolato in sé stesso. È per questo, invece, che la costruzione del ‘regno dei cieli’ richiede un’educazione a vincere non tanto l’invidia delle differenze, ma soprattutto quell’invidia un po’ strana che nella parabola evangelica sorge di fronte all’eguaglianza cosiddetta sostanziale, e verso la quale oggi – secondo De Rita e Giannelli – si tende sempre di meno?».

 

6 risposte a “Le domande di chi è invidioso”

  1. Alessandro Avagliano ha detto:

    Comprendere che quelle “differenze” sono parte imprescindibile di una politica – o di una natura del divino? – che voglia garantire a tutti un’eguaglianza sostanziale, e non meramente formale, vuol dire far sostare più a lungo le “domande degli invidiosi” sul senso di esse. Un senso che, per quanto ciò sia difficile, non può essere scoperto se non con il cannocchiale aristotelico dell’amore – amore per la domanda che si trasforma in amore per il senso che vi si cela dietro, persino quando questo senso è appannato dall’invidia, che rischia di farci perdere il treno per “la parte migliore”.
    E proprio lo stesso amore che per Pennac diventa parola “che non puoi assolutamente pronunciare in una scuola […] o in tutto ciò che le assomiglia”, perché sbagliata, dissonante, quasi mai profondamente compresa dalle involuzioni dell’uomo, ritenuta Verbo esclusivo di un Dio – perché “perdonare è divino” – di cui troppo spesso dimentichiamo di essere, noi stessi, immagine.

  2. Francesca Vittoria vcentini ha detto:

    Se posso ancora dire: il sindacato si interessa che ogni lavoratore goda di giusto riconoscimento a pari diritti (anche ai riders). Gesù Cristo fa lo stesso ma anche di più, al Lavoratore della ultima ora da lo stessa paga: 1)perché non è colpa di inettitudine se non ha lavorato di più 2) per vivere un uomo è uguale a un altro, ha bisogno di nutrirsi e tanto altro perciò usa generosità, mette del suo. Fa Notizia che una azienda abbia condiviso gli utili anche dando premio in denaro ai dipendenti. A me sembra giusto e il sindacale ragionamento, e che sia anche cristiano, perché nel lavoro la persona, da anche il meglio di se, magari assecondando esigenze del padrone,che mira a sviluppo merita anche riconoscimento. . Se esistono rivendicazioni e perché la giustizia,la onesta e rettitudine sono magari solo nobili sentimenti sbandierati ma assenti e giustificati da amministrazioni i cui lauti profitti derivano anche da certo lavoro reso da dipendenti.

  3. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Certo comportamento degli abusi delittuosi citati, per la miseria intellettuale e morale denotano una assenza di qualsiasi livello di istruzione morale e civile., una scelta piuttosto che da poverta. Il fatto di aver chiesto indebitamente aiuti economici prova che di cristiano non vi è traccia di conoscenza.Il Vangelo di oggi parla di un Dio che offre e chiama al lavoro! Il caso solleva domande circa il modo con cui gli aiuti economici da parte dello Stato dimostrino, se erogati, una mancanza di indagine conoscitiva circa l’effettivo stato di diritto preteso dai richiedenti. Ha ragione la Chiesa chiarire l’importanza della presenza fisica per incontrare Dio,infatti Lui è ancheuomo-Dio e non esiste problema perché si diventa santi o demoni per mezzo di corpo e spirito, facciamo scelte responsabili in bene e in male

  4. Gian Piero Del Bono ha detto:

    La mentalita’ sindacalista dei diritti e del lavoro retribuito timbrando il cartellino era gia’ presente ai tempo di Gesu’. Il Vangelo e’ l’esatto contrario della cultura dei “diritti rivendicati” e della lotta oggi di moda: è la cultura della grazia. Se Dio che è buono ha inondato di grazia e di bellezza qualcuno senza nessun merito ma per suo volere, ‘tu che sei invidioso della bonta’ di Dio, ti lamenti che a te venga dato altrettanto seppure meriti di piu’? Ognuno di noi, anche se non lo ammette, ha questa invidia della grazia. Per noi tutto deve essere una giusta ricompensa di un lavoro svolto. La grazia pura, non la concepiamo . E l’elezione neppure. Tanti sono i chiamati, pochi sono gli eletti, ha detto Gesu’. Come mai? A noi non va giu’ questa grazia che prescinde dai meriti, questa elezione, abbiamo la mentalita’ sindacalista.

  5. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Dal Vangelo mi prorompe un pensiero che non ho trovato chiaro nella predica della mia Messa ma neanche nelle parole del Papa, né nei commenti qui sopra.
    Siamo Sinceri.
    Grida vendetta, è semplicemente assurdo che la paga di chi ha iniziato alle 17..
    Urta contro ogni logica UMANA.
    Ecco IL .
    La Parabola vuole dirci, tea l’altro, ma soprattutto che il Giudice è Lui.
    Solo Lui.
    Il bilancino, if any, lo comanda Lui.
    Solo Lui.
    Fanno ridere i tre veniali=1 mortale…
    Io dubito quando la CC proclama uno Santo.
    Ma di sentenze così, che usurpano il Suo potere se ne potrebbero citare tante.
    Tutte senza TIMOR di Dio.

  6. Paola Meneghello ha detto:

    Il padrone della parabola era un uomo giusto perché manteneva la paga promessa, e gli operai erano ingiustamente invidiosi di chi aveva come loro.
    In ogni caso il lavoro, e la giusta paga, erano assicurati a tutti, ora sappiamo bene che non è così, e da questa mancanza di promessa – repubblica fondata sul lavoro…-, possono nascere le peggiori invidie e incomprensioni..non è giusto, ma è il grande che deve dare l’esempio al piccolo, e qui manca totalmente un punto di riferimento, una certezza, nonché quelle radici, che paiono sempre più sradicate, di cui si parlava in un altro post, e che maldestramente si cercano ovunque sembra possano ri-ancorarsi..

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