Le domande del gregge

Il pianeta malato, la vicenda di padre Salonia, i nuovi poveri, il comunicato CEI sulla ripresa delle messe, le fake-news, i politici, gli imprenditori e la mafia: questi i fatti di cronaca riletti alla luce delle Scritture, a loro volta illuminate da essi.
2 Maggio 2020

In un tempo di crisi e frammentazione, difficile da analizzare e per ora impossibile da sintetizzare, la lectio personale delle scritture domenicali, alla luce della cronaca quotidiana, fa risuonare in noi più domande che risposte. Pensiamo perciò sia utile proporvi, con le parole del poeta Rilke, di sostare un attimo in compagnia di queste domande soltanto: «vorrei pregarla di avere pazienza verso tutto ciò che è irrisolto nel suo cuore, e di sforzarsi di provare amore per le domande in sé, come se fossero delle stanze chiuse a chiave, o dei libri scritti in una lingua straniera. Non si affanni, dunque, per ottenere risposte che ancora non possono esserle date, perché non sarebbe in grado di viverle. Ciò che conta è vivere ogni cosa. Viva le Sue domande, adesso. Forse così, un giorno lontano – a poco a poco, senza accorgersene – vivrà già dentro la risposta» (Lettera a un giovane poeta, IV).

 

1^ LETTURA – [Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così: «Sappia con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso». All’udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». E Pietro disse loro: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro». Con molte altre parole rendeva testimonianza e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa!». Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone (At 2,14.36-41).

GILBERTO: «Francesco lo dichiara: “Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato”. All’udire queste cose, ci siamo sentiti trafiggere il cuore? A chi abbiamo chiesto: “Che cosa dobbiamo fare”?».

SERGIO: «Mentre l’Italia entrava in quarantena, il GUP di Roma sentenziava il ‘non luogo a procedere’ nel processo contro Padre Salonia, accusato di abusi ai danni di una suora: coloro che tre anni fa commisero un grave errore di valutazione del ‘teologo della cordialità’ si sentono ora “trafiggere il cuore”? Hanno il coraggio di assumersi le proprie responsabilità, di convertirsi e di chiedere perdono? O credono che, anche facendo ciò, non riceveranno un nuovo spirito?».

 

SALMO – Il Signore è il mio pastore: / non manco di nulla. / Su pascoli erbosi mi fa riposare, / ad acque tranquille mi conduce. / Rinfranca l’anima mia. / Mi guida per il giusto cammino / a motivo del suo nome. / Anche se vado per una valle oscura, / non temo alcun male, perché tu sei con me. / Il tuo bastone e il tuo vincastro /mi danno sicurezza. / Davanti a me tu prepari una mensa / sotto gli occhi dei miei nemici. / Ungi di olio il mio capo; / il mio calice trabocca. / Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne / tutti i giorni della mia vita, / abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni (22).

SERGIO: «Per tutti i nuovi (o sempre più) poveri causati dalla “valle oscura” del Coronavirus – senza tetto, immigrati, rom, giostrai, circensi, lavoratori in nero o stagionali, padri separati, mendicanti, transessuali, etc. – il cristianesimo, attraverso la presenza costante dei suoi testimoni, potrà manifestarsi ancora una volta come “casa” in cui riposare, bere e mangiare, rinfrancarsi ed essere al sicuro?».

GILBERTO: «Francesco Finocchiaro dice: “Questa crisi impone una riflessione più ampia sull’abitare, sulle relazioni umane e sulla natura. Il pianeta ci ospita, accoglie le nostre abitazioni e sostiene le nostre necessità personali e sociali”. Questo significa che dobbiamo pensare a nuovi modi di abitare questo pianeta? E noi pensiamo di abitare ancora nella casa del Signore per lunghi giorni?».

 

2^ LETTURA – Carissimi, se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. A questo infatti siete stati chiamati, perché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca; insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate erranti come pecore, ma ora siete stati ricondotti al pastore e custode delle vostre anime (1Pt 2,20-25).

GILBERTO: «I vescovi hanno risposto duramente al presidente del consiglio per il no alle messe. Ci sta con un Gesù che insultato, non rispondeva con insulti, e maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia?».

SERGIO: «La sofferenza che secondo il noto comunicato CEI la Chiesa italiana avrebbe ricevuto dal Presidente del Consiglio non potrebbe corrispondere a quella che Pietro, il primo Papa, esorta a sopportare con pazienza, sul modello e dietro le tracce di Cristo crocifisso, perché sarà cosa gradita a Dio? E se qualche vescovo avesse pensato che la decisione del Presidente del Consiglio corrispondesse ad un maltrattamento o a un insulto, non avrebbe dovuto egli seguire l’esortazione di Pietro, il primo Papa, ed evitare di rispondere con insulti o in modo vendicativo – come invece purtroppo qualcuno ha fatto?».

 

VANGELO – In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,1-10).

SERGIO: «L’imprenditore arrestato per una truffa relativa alla fornitura pubblica di mascherine chirurgiche, la fabbrica che ha licenziato un operaio perché avrebbe denunciato sui social la mancanza in essa di igienizzanti e dispositivi di protezione adeguati, i paesi europei che praticano politiche fiscali aggressive mentre sono contrari ad un debito europeo condiviso, coloro che si infiltreranno negli ‘aiuti Covid-19’ o già prestano denaro ad interessi usurari, i politici che avrebbero permesso la circolazione del virus per raggiungere l’‘immunità di gregge’: quanto assomigliano ai ladri e ai banditi che anche in questi tempi difficili si introducono con l’inganno nell’ovile per depredare e sacrificare le pecore? E le pecore – loro vittime potenziali – sapranno riconoscerli e non seguirli, per affidarsi e seguire invece colui che le conosce davvero e perciò può ‘spingerle’, attirarle verso una vita pienamente libera?».

GILBERTO: «Il ministero della salute mappa le fake news sul coronavirus. Mediamente ne vengono riconosciute una decina al giorno. Sappiamo ancora rilevare il profumo della verità? Quanti “estranei” alla verità seguiamo?».

 

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