Le domande dei fuggitivi

Cosa ci converte veramente: la delusione? la paura? il dolore? O un incontro che si fa compagnia, ascolto e condivisione?
25 Aprile 2020

In un tempo di crisi e frammentazione, difficile da analizzare e per ora impossibile da sintetizzare, la lectio personale delle scritture domenicali, alla luce della cronaca quotidiana, fa risuonare in noi più domande che risposte. Pensiamo perciò sia utile proporvi, con le parole del poeta Rilke, di sostare un attimo in compagnia di queste domande soltanto: «vorrei pregarla di avere pazienza verso tutto ciò che è irrisolto nel suo cuore, e di sforzarsi di provare amore per le domande in sé, come se fossero delle stanze chiuse a chiave, o dei libri scritti in una lingua straniera. Non si affanni, dunque, per ottenere risposte che ancora non possono esserle date, perché non sarebbe in grado di viverle. Ciò che conta è vivere ogni cosa. Viva le Sue domande, adesso. Forse così, un giorno lontano – a poco a poco, senza accorgersene – vivrà già dentro la risposta» (Lettera a un giovane poeta, IV).

 

1^ LETTURA – [Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così: «Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene –, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo riguardo: “Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua, e anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai la mia vita negli inferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza”. Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: “questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione”. Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire» (At 2,14.22-23).

GILBERTO: «Una grigliata con 12 amici, con tanto di musica ad alto volume in un appartamento di Roma il giorno delle palme. Si giustificano: “non volevamo pensare al dramma del virus”. C’è modo e modo di sfuggire alla corruzione della morte. Noi fuggiamo?».

SERGIO: «Continuiamo ad abbandonare o a uccidere coloro a cui invece dovremmo dare credito, per riconoscere solo poi che avevano ragione? Quanto deve essere stato difficile anche allora non cadere in questo tragico errore, se pure oggi – ascoltando gli esperti di pandemie o di economia mentre decifrano “le vie della vita” – è complicato discernere quelli competenti dagli approssimativi, gli umili dai boriosi, i loro tifosi fanatici dai seguaci critici?».

 

SALMO – Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. / Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu». / Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: / nelle tue mani è la mia vita. / Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; / anche di notte il mio animo mi istruisce. / Io pongo sempre davanti a me il Signore, / sta alla mia destra, non potrò vacillare. / Per questo gioisce il mio cuore / ed esulta la mia anima; / anche il mio corpo riposa al sicuro, / perché non abbandonerai la mia vita negli inferi, / né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. / Mi indicherai il sentiero della vita, / gioia piena alla tua presenza, / dolcezza senza fine alla tua destra (25).

SERGIO: «Quante volte nei momenti di panico legati a questa pandemia ci siamo rifugiati in Dio e lo abbiamo implorato di proteggerci, di non abbandonarci nei nostri inferi personali, di aiutarci a capire cosa fare per sopravvivere? Quante volte ne abbiamo sperimentato con gioia la dolce e riposante presenza? L’‘esplosione’ – duratura – degli ascolti relativi alle omelie e alle preghiere del Papa sembra confermarlo…».

GILBERTO: «Che differenza c’è tra i due paramedici, uno ebreo e l’altro musulmano, che pregano insieme nell’ambulanza dove lavorano e la messa celebrata clandestinamente la domenica delle palme a Filadelfia, in provincia di Vibo Valenza? Cosa vuol dire rifugiarsi in Dio?».

 

2^ LETTURA – Carissimi, se chiamate Padre colui che, senza fare preferenze, giudica ciascuno secondo le proprie opere, comportatevi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri. Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia. Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma negli ultimi tempi si è manifestato per voi; e voi per opera sua credete in Dio, che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, in modo che la vostra fede e la vostra speranza siano rivolte a Dio (1Pt 1,17-21).

GILBERTO: «Non a prezzo di cose effimere. Confiscato in via definitiva il patrimonio del clan Spada, un patrimonio da 18 milioni di euro. Riusciamo a non pretendere una parte di quei beni per noi e a percepire tristezza e compassione per chi si perde la vita dietro a questi beni?».

SERGIO: «Riusciremo, noi che sopravviveremo a questa pandemia, a riconoscere e a ricordare che non per merito nostro ci siamo salvati, ma fondamentalmente per qualche ‘povero cristo’ che – magari sottopagato o precario – ci ha curato il male in cui siamo incappati, ha prodotto e trasportato il cibo da noi mangiato, ha sanificato i luoghi che abbiamo attraversato?».

 

VANGELO – Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane (Lc 24,13-35).

SERGIO: «Quanti uomini, dal semplice cittadino al politico più famoso, vivono questo tempo pandemico come fuggitivi, intristiti e disillusi a causa di precedenti sogni di (onni)potenza che forse ancora desiderano e rincorrono? Quanti di loro, proprio per questo, hanno bisogno di qualcuno – esperto in umanità – che si avvicini discretamente e cammini lentamente con essi, per ascoltare il loro punto di vista (anche se erroneo e polemico)? Per interpretare con loro le cause di tale sofferenza e il suo senso? Per condividere con essi gesti di vicinanza conviviale e poi sfumare? Forse in tal modo riconosceranno che sì, le relazioni torneranno come quelle di prima della catastrofe, ma solo se le strutture interiori e comunitarie saranno diverse da quelle di prima della catastrofe: capaci di accogliere le fragilità, gli errori, le incertezze, gli abbadoni…».

GILBERTO: «La crescita dell’audience delle trasmissioni dove si prega è evidente. Oltre 17 milioni hanno pregato con Francesco nella piazza vuota di s. Pietro. La paura ci converte? Il dolore ci converte? C’è davvero un incontro inatteso e sorprendente di amore con Gesù risorto?».

 

2 risposte a “Le domande dei fuggitivi”

  1. Francesca Vittoria Vicentini ha detto:

    Rivolgere preghiera a un Dio di Giustizia e Pace ma poi essere partecipi di idee che sono un chiaro dissenso a quelle predicate dal Vangelo di Cristo? Un nonsenso. Abbiamo vista intellettuale e cuore per saper discernere persone tali da far salvi i valori della Costituzione? Sono domande che un semplice cittadino si pone di fronte ai problemi: la povertà di molto popolo, il bisogno di un lavoro alla giusta mercede, una amministrazione più attenta ai bisogni dei più deboli, il rispetto della vita nascente come quella di ogni altra età! Un virus sta imperversando,colpisce indistintamente ma è più mortale per chi è già debole. A Dio chiedere la stessa luce che ha illuminato i suoi, il coraggio di assumersi maggiore responsabilità, osare generosa solidarietà gli uni verso gli altri, un corona salus da diffondere per il bene comune.

  2. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Signore…Da chi andremo?…………………………………….

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