L’arrivismo

Non solo Gesù non proibisce il desiderio di voler essere il primo, ma lo incoraggia.
6 Aprile 2023

“Se qualcuno vuol essere il primo…” (Mc 9, 35). E chi non vorrebbe essere il primo? La tendenza a primeggiare, a eccellere, fa parte della natura umana. Oggi questa tendenza ad emergere si è accentuata, facendo fare le cose più strane e assurde per farsi notare, fosse pure nel male e nel delitto. Anche quando non si arriva a queste forme estreme ci sono però l’arrivismo e la competitività esasperata, che caratterizzano la nostra società.

“Se uno vuol essere il primo”, dice Gesù: dunque è possibile voler essere il primo, non è proibito, non è peccato. Con questa espressione, non solo Gesù non proibisce il desiderio di voler essere il primo, ma lo incoraggia. Solo rivela una via nuova e diversa per realizzarlo: non a spese degli altri, ma a favore degli altri. Aggiunge infatti: “sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti” (Mc 9, 35).

Quando si vuole dominare sugli altri, si crea una situazione in cui uno esercita il potere e gli altri sono infelici e asserviti; nel servizio, invece, tutti beneficiano della grandezza di uno. Chi è grande nel servizio, è grande lui e fa grandi gli altri; anziché innalzarsi sugli altri, innalza gli altri con sé. Eccellere in questo modo è una benedizione per tutto il mondo.

Il Vangelo ci chiama a questa gara speciale in cui vince chi si fa ultimo e servo di tutti. Cerchiamo allora di comprendere bene cosa significhi essere servo. Le parole “servo” e “servizio” possono avere due sensi: uno passivo e uno attivo. Preso in senso passivo “servo” indica uno che non è libero, che è sottomesso agli altri, dipendente. Preso in senso attivo, invece, “servo” indica uno che è servizievole, che si mette a disposizione liberamente, si spende e si sacrifica volentieri per gli altri avendolo scelto; denota quindi un amore fattivo, disponibilità, altruismo e generosità.

Il servizio del cristiano deve essere modellato su quello di Cristo. Egli si è fatto davvero ultimo e servo di tutti, donando la sua vita in riscatto per molti. Nell’ultima cena ha voluto lavare i piedi agli apostoli, proprio per imprimere loro bene in mente questo ideale. A noi non resta che seguirlo, imitarlo, per condividere la sua vittoria, che è la vittoria dell’amore.

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