La voce

Perché le pecore ascoltano il Buon Pastore? Non per costrizione, ma perché la voce è bellissima e ospita il futuro
30 Aprile 2023

“Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me” (Gv 10,14).

Le pecore del Signore lo conoscono e ascoltano la Sua voce. Non comandi da eseguire, ma voce amica da ospitare. L’ascolto è l’ospitalità della vita. Per farlo bisogna “aprire l’orecchio del cuore”. La voce di chi ti vuol bene giunge ai sensi del cuore prima del contenuto delle parole, lo avvolge e lo penetra, perché pronuncia il tuo nome e la tua vita come nessuno. È l’esperienza di Maria di Magdala al mattino di Pasqua, di ogni bambino che, prima di conoscere il senso delle parole, riconosce la voce della madre e smette di piangere e sorride e si sporge alla carezza.

La voce è il canto amoroso dell’essere: Una voce! L’amato mio! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline (Ct 2,8). E prima ancora di giungere, l’amato chiede a sua volta il canto dell’amata: la tua voce fammi sentire (Ct 2,14).

Io do loro la vita eterna! (v.28). La vita è data, senza condizioni, senza paletti e confini, prima ancora della mia risposta; è data come un seme potente, seme di fuoco nella mia terra nera. Linfa che giorno e notte risale il labirinto infinito delle mie gemme, per la fioritura dell’essere.

Due generi di persone si disputano il nostro ascolto: i seduttori e i maestri. I seduttori, sono quelli che promettono vita facile, piaceri facili; i maestri veri sono quelli che donano ali e fecondità alla tua vita, orizzonti e un grembo ospitale. Il Vangelo ci sorprende con una immagine di lotta: “Nessuno le strapperà dalla mia mano” (v.28). L’eternità è stare nelle Sue mani.

Anche noi, discepoli che vogliono come lui sperare e costruire, dare vita e liberare, siamo chiamati ad assumere il ruolo di “pastore buono”, cioè forte, bello, vero, di un pur minimo gregge che ci è consegnato: la famiglia, gli amici, coloro che si affidano a noi. Nel vivere quotidiano, “dare la vita” significa per prima cosa dare la nostra voce ospitale, la cosa più rara e preziosa che abbiamo, essere tutto per l’altro, in ascolto attento, non distratti, occhi negli occhi. Questo è dirgli: tu mi importi.

2 risposte a “La voce”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Io sono per la Pace, ma essi, appena parlo, sono per la guerra (salmo 120). Da il Gazzettino:”Kiev punta su Excalibur, i super proiettili guidati dal GPS; possono colpire con precisione fino 40 klm. l’efficacia di queste armi, ha già causato enormi perdite al nemico”” Ed è in questo oggi che il Pastore Sommo ha mosso i suoi coraggiosi passi, sostenendosi al bastone nella Fede di Colui che lo ha designato ha condurre il Suo Gregge, nella speranza in un mondo di pace. Sono troppi che giacciono morti in armi. Non pare sorga dubbio a Governanti circa la via intrapresa a perseguire la giusta Pace! E’ dunque una fatica inutile questo viaggio del Santo Padre Francesco? No,fintanto che a bagnare il terreno non cade pioggia ma sono le lacrime di dolore materno,e incendi fanno terra bruciata sui sentimenti di tutti coloro che hanno sperato .Quale frumento può ancora crescere e per quale pane può essere fatto farina, così amaro il suo sapore?

  2. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    In una escursione si è fatto sosta in un “maso” in montagna, c’era la stalla con diversi capi di mucche appena tornate dal pascolo, fuori sulla brace in una padella friggevano gustose frittelle il cui profumo anche saziava. Ma anche una altra è stata cosa bella, quando il padrone di casa ha modulato un richiamo e da dintorni sono apparse le pecore ma anche di altre razze e provenienza native. Ecco la Parabola nella sua verità, conoscevano l’uomo che le chiamava, un altro non avrebbe potuto perche quella era voce conosciuta, l’ovile dove riparavano era confortevole e ricevevano le cure di cui avevano bisogno. Ma fuori da quel maso c’è un mondo fatto di città, di gente che vive al chiuso e raminga che si vedono, si sfiorano, si ignorano, la paura è nell’aria , le campane non muovono che i passi stanchi alla preghiera, il Pastore di anime va, si muove a fatica e chiama anche servendosi di un microfono nella speranza di essere ancora udito

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I commenti devono essere compresi tra i 60 e i 1000 caratteri. I commenti sono sottoposti a moderazione da parte della redazione che si riserva la facoltà di non pubblicare o rimuovere commenti che utilizzano un linguaggio offensivo, denigratorio o che sono assimilabili a SPAM.

Ho letto la privacy policy e accetto il trattamento dei miei dati personali (GDPR n. 679/2016)