La voce dei portavoce

«E davvero la mano del Signore era con lui»
24 Giugno 2018

Natività di S. Giovanni Battista: Lc 1,57-66.80

LA NASCITA DI GIOVANNI IL BATTISTA (Jacopo Carucci detto il Pontormo, 1526, Firenze, Galleria degli Uffizi)

 

Che, sul Vangelo della XII domenica del tempo ordinario, prevalga – quest’anno – la solennità della venuta al mondo del Battista, ci fa solo bene: per non dimenticare l’urgenza e lo stile dell’annuncio, è di grande aiuto tenere Giovanni come punto di riferimento.

In assenza dei connotati classici del Battista, qui ancora in fasce, comincia ad apparire il suo nome. Che è l’altro modo di entrare nel mondo, oltre a quello fisico, per farsi riconoscere (e sovente lo precede).

Nel suo caso, si tratta di un nome indicato da Dio – attraverso l’angelo – e fatto proprio dai genitori, sfidando le perplessità altrui. «Il Signore usa misericordia, il Signore fa grazia» – questo il significato del nome “Giovanni” – viene pronunciato prima da Elisabetta e poi messo per iscritto da Zaccaria, nell’impossibilità di parlare e di ascoltare: sì, anche di ascoltare se «domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse» il bambino (v. 62). Una penalizzazione dovuta alla poca fiducia in Dio, oltre che in se stesso: Zaccaria, infatti, dubitava di poter avere un figlio a dispetto delle leggi di natura (l’età avanzata della coppia e la sterilità della moglie l’avrebbero fatto ritenere impossibile da chiunque, ma se lui si fosse ricordato di Sara e di Abramo…).

Riconoscendo il figlio col nome richiesto da Dio, Zaccaria riconosce Dio nel dono del figlio e l’adesione al disegno divino pone fine a un sordomutismo di nove mesi e otto giorni. Può darsi (ma questo è un volo di fantasia) che quella voce e quell’udito levati al padre siano stati accresciuti nel figlio e che ciò possa aver ispirato Giovanni quando dice di Gesù: «Lui deve crescere; io, invece, diminuire» (Gv 3,30). Comunque sia, per quanto si possa immaginare un precursore dalla voce potente e appassionata, si deve pensarlo sempre pronto ad attutirla, nella consapevolezza d’essere solo un portavoce, un apripista, uno che fa spazio a un altro più importante. Detto meglio, «l’amico dello sposo» (Gv 3,29), che, una volta accompagnata la sposa verso di lui, si fa da parte.

Per questo Giovanni Battista viene spesso raffigurato mentre fa ala a Gesù assieme a Maria di Nazareth (ad es. nei protiri, scolpiti da Niccolò, delle Cattedrali di Ferrara e di Verona): sono le uniche tre figure di cui la liturgia celebra la nascita in terra e la nascita al cielo. In modo meno urlato, sembra farne memoria anche quest’opera, un “desco da parto” (vassoio dipinto offerto in dono a nobildonne che avevano appena partorito), dove la donna sulla sinistra potrebbe essere la Vergine alla fine del terzo mese di gravidanza.

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