La via della croce oggi

«“Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?”. Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”»
14 Maggio 2017

V domenica di Pasqua: Gv 14,1-12

GESÙ PORTA LA CROCE (James B. Janknegt, 2012, Texas)

 

Dopo «la porta delle pecore», ecco un’altra figura usata da Gesù per parlare di sé: «Io sono la via, la verità e la vita»… con queste tre V iniziali (soltanto in italiano e in latino, però), particolarmente azzeccate per uno slogan che suoni bene e si ricordi meglio, senza essere troppo chiaro.

Quando si chiede aiuto a Internet per vedere come il concetto sia stato tradotto in immagini, se ne scoprono molte che hanno la croce come denominatore comune.

Nella più antica – un Cristo guerriero del VI secolo, nella cappella del Palazzo arcivescovile di Ravenna – tale croce pare brandita come un’arma. Mentre nelle più recenti, tutte grafiche o fotografiche, è utilizzata in altri modi: se è in piedi, viene messa alla fine di un cammino, come meta; oppure è ritagliata in una parete, come una porta aperta verso un luogo luminoso; se è coricata, appare come una zattera dentro un mare in tempesta; oppure – ed è il caso più frequente – viene appoggiata sopra un baratro, a far da ponte (peraltro assai instabile) verso il Padre, che se ne sta dall’altra parte, nascosto. Associando, così, a Dio un’idea di distanza siderale (o, quanto meno, di uno che non fa un passo verso l’uomo) e alla croce una sensazione di rischio, che la rende ancora più indisponente (qualcuno, nel vuoto sottostante, aggiunge addirittura le fiamme dell’inferno).

C’è domandarsi se questi giochini intellettuali non diano soluzioni semplicistiche al rapporto con Dio Padre. E perché non accennino al fatto che la croce si debba portare.

È proprio nel farsi carico la differenza con l’opera qui proposta. Che, per quanto naïf, ha almeno il pregio di attualizzare la via crucis, pur non attutendone la durezza: la strada, infatti, è percorsa in totale solitudine, senza un cane a seguire, a compatire o a condividere il peso della croce. In un paesaggio dove le chiese sono sovrastate dalle cattedrali laiche e la croce è oscurata da decine di simboli ben più attraenti.

Per chi crede in lui, Gesù è molto più di un cartello stradale, che indica e basta: è la strada che ci unisce al Padre, la via in cui restare con la nostra croce.

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