XXIII domenica del tempo ordinario: Mc 7,31-37
LA GUARIGIONE DEL SORDOMUTO (2017, nel sito hebidsthemcome.com)
Una scelta diversa dal solito, anche per la concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico. L’ha fatta un bambino, quest’illustrazione, che non sarà mai esposta in un museo ma riesce a far vedere come Gesù cambia la situazione di una persona.
Invece di portare l’attenzione sul Signore (e di farlo credere una specie di mago per come parla al malato o per come lo tocca), il piccolo artista si è concentrato sull’uomo sordomuto. Anzi, sulla sua lingua: prima avviluppata e incapace di mettere insieme due parole, dopo l’intervento di Gesù appare come un nodo sciolto (e ci lascia immaginare le orecchie stappate).
È un disegno che comunica un’idea di liberazione. In un tempo in cui salvare è quasi diventata una brutta parola, dà conforto rivedere Gesù che non perde la bella abitudine. Stavolta è in terra pagana e ridà la possibilità di comunicare, quindi di dare ascolto e di dare voce, a chi ne è impedito.
Tale blocco può avvenire, oltre che per problemi fisici, anche per cause sociali e culturali. In questo caso il miracolo di stappare le orecchie e di sciogliere la lingua è alla nostra portata: ce lo ha indicato Don Milani e ce lo mostrano molti insegnanti, che, con un lavoro di anni, sono impegnati a togliere le pieghe alle conoscenze, cioè a semplificare il sapere, a spalancare le porte chiuse, a dischiudere le meraviglie dei linguaggi…
Probabilmente hanno inteso che l’invito di Gesù – «Effatà», cioè «Apriti!» – vale pure per loro.