Il Padre non ci lascia mai soli

«Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano»
18 Febbraio 2018

I domenica di Quaresima: Mc 1,12-15

NEL DESERTO, CON GLI ANGELI (1114 ca., Zillis, chiesa di S. Martino)

 

In Svizzera, in un piccolo villaggio del Cantone dei Grigioni, c’è una chiesa con un soffitto in legno – del XII secolo ma ottimamente conservato – sul quale 153 tavole quadrate (lo stesso numero dei pesci della pesca miracolosa) raccontano i fatti più importanti della vita di Gesù. Non si sa chi le abbia realizzate né perché le abbia dotate di cornice doppia, ma doveva essere sveglio – almeno dal punto di vista della fede – se si è accorto di un dettaglio sfuggito a molti, artisti e non: del fatto, cioè, che Gesù – tentato dai demoni – dal Padre non venga lasciato solo.

Marco infatti, pur non descrivendo il contenuto delle tentazioni, conclude il breve racconto di Gesù nel deserto ricordando che «gli angeli lo servivano». In quali modalità ciò avvenisse, è però lasciato all’immaginazione. Per cui se, fino al XII secolo, gli angeli sono più che altro una compagnia (come in questo caso), nel XIII secolo si vedono combattere a spada sguainata contro i demoni (ad es. nel portacero pasquale di Gaeta). Mentre, dal XV al XVIII secolo (Botticelli, Ludovico Carracci, Velázquez…), la loro presenza è soprattutto intesa per un servizio a tavola (e, sovente, nemmeno in piccolo numero, ma in una vera e propria squadra).

L’ignoto artista di Zillis, che non rinuncia a rappresentare tentazioni e tentatore (nero perché assorbe la luce senza emanarla), nel quarto riquadro di questa specie di strip porta l’attenzione sulla protezione che Gesù riceve dagli angeli. Non è la garanzia che noi pure siamo ascoltati quando chiediamo a Dio, nel Padre nostro, di non abbandonarci alla tentazione e di liberarci dal male (quindi di non lasciarci entrare in tentazione, ma anche di non lasciarci soli quando già siamo nella tentazione)?

Con il suo avanzare, la strip ha anche il merito di far percepire la Quaresima come un cammino: che parte dal buio ma lasciandolo subito alle spalle, perché vuole procedere verso una luce sempre più grande. È un tempo, la Quaresima, teso verso la gioia della Pasqua, nel quale si fa esperienza della bellezza della relazione con Dio e con gli altri, oltre che di penitenza.

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