Il “lieto annuncio” tra due deserti

Gesù torna a casa e si rivela tra la sua gente: dice di essere lui “il lieto annuncio ai poveri” profetizzato da Isaia. “Ma chi si crede di essere?”.
23 Gennaio 2022

Rileggo il Vangelo di Luca (4, 14-21) e mi immagino seduto tra gli uditori di Gesù, quel giorno nella sinagoga di Nazaret. Come mi sarei sentito?

C’è questo non più giovane figlio di un falegname di qui. La gente del villaggio sa che da un po’ gira per la Galilea a commentare le Scritture e tutti ne parlano estasiati. Ma a casa sua ancora nessuno lo ha sentito insegnare. Che fa? Si alza a leggere, trova sul rotolo di Isaia un testo che per tutta la storia di Israele è un riferimento e una promessa potente, e dice che quella Parola si è compiuta! Che lui stesso è il compimento di quella Parola! (in realtà Luca lo fa dire a Gesù in modo impersonale). Ma chi si crede di essere questo Gesù? Come può una storia piccola come quella di uno dei tanti abitanti di Nazaret irrompere così prepotentemente a segnare una cesura nella grande e lunga storia del popolo di Israele?

Niente, non riesco a stare sulla pagina. Sbircio allora cosa c’è subito prima e subito dopo i fatti nella sinagoga di Nazaret, e il quadro sembra comporsi meglio. Il fatto è che Gesù, nella narrazione di Luca – che in questo è concorde con Matteo – arriva a Nazaret dal deserto… Dopo il Battesimo, Gesù viene condotto dallo Spirito nel deserto a fare duramente i conti con se stesso, con le tentazioni che gli venivano da quel suo essere una persona decisamente fuori dall’ordinario.

Se la cava, per il momento, e subito torna “con la potenza dello Spirito” – sottolinea Luca – in Galilea e quindi infine a Nazaret. Solo così mi sembra di percepire meglio che la consapevolezza di quel riconoscersi nella profezia di Isaia non è per nulla superbia, ma travagliata e poi pacificata accettazione della sua natura e della sua missione. È dovuto passare dal vaglio del deserto: non proprio una passeggiata di salute.

Subito dopo questa sua “epifania” a Nazaret, sarà lo stesso Luca l’unico a raccontare che la gente di casa sua, dopo averlo tentato come aveva fatto il diavolo nel deserto, lo vuole persino far fuori.

Il “lieto annuncio”, la prima proclamazione dell’acqua viva del Vangelo è inclusa tra due aridi deserti nella vita di Gesù: prima quello in cui si è confrontato con la sua stessa natura e poi quello in cui fa i conti con la sua storia e i suoi legami.

Una nota finale su Luca. La liturgia ci fa leggere, insieme all’episodio nella sinagoga di Nazaret, il prologo del Vangelo (1, 1-4). Luca è uno storyteller che fa tesoro dei racconti dei “testimoni oculari” della vicenda di Gesù; è un narratore entusiasta e l’evangelista più affascinato dallo Spirito Santo: almeno nei sinottici è quello che lo evoca più spesso. E questo me lo rende particolarmente simpatico.

All’abile scrittore e letterato Luca dobbiamo poi il Magnificat, il Benedictus e il Nunc dimittis, che sono la colonna portante della preghiera comune e che sembrano animati dalla stessa speranza travolgente dell’inciso di Isaia che egli riporta nell’episodio della sinagoga di Nazaret e poi nelle Beatitudini.

Alle sue “ricerche accurate” dobbiamo dunque anche un po’ della nostra fede. Per la prima volta ho immaginato la persona Luca, l’ho immaginato viaggiare, ricercare, ascoltare e scrivere. E ho sentito per lui un moto di gratitudine.

 

Una risposta a “Il “lieto annuncio” tra due deserti”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Anche il diavolo ha parte importante, come in principio, tenta l’uomo Gesu su temi sensibili, che però è forte dallo Spirito Santo che è in Lui, a renderlo determinato quando dopo la lettura del passo nel rotolo del profeta Isaia conferma agli ascoltatori:” Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato “. Certo viene di pensare che anche del passo che leggiamo in Isaia 11, ne avesse conoscenza. Pronto a tutto per realizzare il grande disegno del Padre che ha pensato alla salvezza dei piccoli della Terra che siamo noi oggi. Quanto il maligno abbia potere sull’uomo lo vediamo anche noi oggi, la cronaca quotidiana ci rende cogniti del molto male che regna che fa ombra al bene che pure esiste

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