Il Credo che fatico a credere

Nei giorni in cui meditiamo sul mistero del Dio incarnato anche il Credo può prendere forme più incarnate nel nostro vissuto
3 Gennaio 2022

Mi considero un cristiano che vuole essere un credente pensante più che un praticante abitudinario.

Avverto da tempo che il linguaggio religioso della liturgia appare ingessato nella sua sacralità distante, ripetitiva, poco nutritivo per il nostro credere.

Prendiamo ad esempio il credo della Messa.

Lo dico con sincerità,  da molto tempo lo recito con disagio e imbarazzo, tanto mi pare incapace di parlare al vissuto.

Proclama delle alte verità, senza interpellarci personalmente.

Una  professione di fede non dovrebbe tanto declamare delle verità, ma richiamarci ad un cammino di vita da percorrere – se la fede, più che delle verità da accettare, è uno stile di vita da vivere…

A me sembra che Gesù abbia fatto scendere Dio dal suo alto trono per portarlo in terra, accanto ai noi figli suoi che camminiamo con fatica nella vita, per sostenerci e guidarci con tanta misericordia e infinita pazienza, per farci crescere umani in pienezza.

Il Credo che recitiamo, invece, mette Dio nell’alto dei cieli, sul trono della sua onnipotenza, che giudica, punisce e premia, inappellabilmente “verrà a giudicare i vivi e i morti”. E in questa veste la Chiesa ha amministrato Dio. Per secoli.

Io, da povero cristiano un po’ presuntuoso, mi permetto di riscrivere il credo, in modo che parli non tanto alla mente ossequiosa, ma al cuore disposto ad aprirsi all’amore del Dio di Gesù.

Credo in Dio Padre-madre misericordioso,
che sostiene e non abbandona le sue creature,
che chiama tutti gli uomini a costruire un mondo giusto e fraterno.

Credo in Gesù, il volto umano del Dio vero,
immagine perfetta della sua misericordia,
che nella fedeltà al Padre fino alla morte di croce
ci ha indicato la via per crescere in umanità.

Credo nello Spirito Santo, dono a noi di vita divina
per rinascere e crescere come figli di Dio,
ad immagine di Gesù.

Credo nella chiesa comunità fraterna,
che accoglie e non esclude,
testimone della presenza di Gesù risorto,
che lo annuncia e lo vive
con opere di pace e liberazione.

Credo nella vita donata che va oltre la morte
per portarci al Padre
che tutti ci attende nella sua casa gioiosa.

Amen

 

13 risposte a “Il Credo che fatico a credere”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Il Credo è un professare una Fede che è radicata nella Storia sacra, dalla Genesi a Gesù Cristo . Credo in un solo Dio, è fondamentale. Padre onnipotente creatore del cielo e della terra.. in questi tempi la scienza guarda all’universo in cerca di elementi che ci diano risposta da dove veniamo…! Certezza per incertezza, possiamo scegliere liberamente anche a recitarne uno personale ma per credere occorrono fondati elementi E il Dio dei Cristiani si rivela sia Padre Onnipotente che pietoso, pieno di amore se ha sacrificato il Figlio per uomini tanto danti quanto ingrato.

  2. Diletta Rocchi ha detto:

    Secondo me Giampiero coglie il punto. Il credo è un elenco di fatti, ai quali si compie la scelta di credere o meno. Non è uno slogan aziendale da rendere più o meno “catchy” per qualsivoglia vicino, lontano e a mezza strada. Se ci mette a disagio, è perchè sta facendo il suo lavoro: ci ricorda, con la scarna praticità dell’elenco, quali sono le cose con cui il cuore, la mente, l’anima di un cristiano si confrontano e si scontrano ad ogni passo. Il cristianesimo dovrebbe sempre risultarci scomodo: se ce lo levighiamo perchè risulti meno “ruvido” chiediamoci perchè. Cristo ci ha raccontato Dio come amore infinito, un Amore che ha tante forme: tra queste, ANCHE quella di giudice giusto. Dio giudice non lo ha inventato il Credo, è un’immagine che Gesù stesso usa, più volte. Il credo non omette questo aspetto. Ma non omette neanche il Dio che scende in terra, si fa bambino inerme, veste la nostra carne di uomini e cammina con noi, fino alla tomba. E oltre.

  3. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    In replica al sig.Risi, oltre al rimando al post IT di Beretta di qualche gg fa, aggiungo che il tema è stato al centro di infinite discussioni tra teologi nel XIX Sec.
    che si sono messi d’accordo su;
    ZERO.

  4. Giuseppe Risi ha detto:

    In effetti il commento di Gian Piero Del Bono, per quanto inutilmente sarcastico (come sempre), contiene una buone dose di verità e di buon senso pratico.
    Sul Credo proposto dall’articolista non vedo citata la Madonna, con tutti i soliti particolari ginecologici che normalmente la qualificano in tutte le preghiere tradizionali. Una dimenticanza? Oppure non è effettivamente così centrale nella storia della salvezza?

  5. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Dovreste indire un corcorso in ogni parrocchia per il “miglior credo” , a cui partecipi ogni fedele spedendo il testo di un Credo composto da lui. Una giuria giudichera’ il testo migliore ,non ovviamente in base alla aderenza alla verita’ ( poiche’ la verita’ non esiste) ma alla forma piu’ o meno simpatica e alla moda, ai sentimenti piu’ o meno positivi espressi, all’adesione al politically correct ecc. Poi il testo vincitore del concorso dovra’ essere recitato da tutti alla Messa e qui verrebbero i guai : perche’ il fedele X non aderisce al testo scritto dal signor Y…che non risponde alla sua particolare sensibilita’. ..e tutto ricomincerebbe da capo.

    • Gian Piero Del Bono ha detto:

      In fin dei conti il Credo di Nicea e’ un elenco di fatti che uno puo’ credere siano accaduti oppure no : Dio ha creato il mondo, Cristo e’ il Verbo di Dio dall’ eternità ,si e’ incarnato ,fu crocifisso, e’ risorto e ritornera’ per il Giudizio . Lo Spirito Santo forma col Padre e col Figlio la Santa Trinita’ .Esiste la vita eterna. Questi sono fatti che si possono affermare o negare. I buoni propositi i sentimenti ,le emozioni di ciascun fedele ,il ” sento” questo o “vorrei “quello sono individuali e soggettivi. A me sinceramente cosa “sente” Caio o Sempronio interessa poco.Il problema invece e’ credere o non credere che quei FATTI siano o no.Essere o non essere .

  6. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Sulla scia di qs tema fondamentale per la ns Fede con al centro l’Eucarestia io sno, purtroppo, arrivato a formulare qs tesi:
    La partecipazione è calata semplicemente perché le Persone dotate di spirito libero, discernimento frutto della critica moderna ( diverso da modernista termine offensivo formulato dalla CC ).. qs Persone hanno reazione di RIGETTO a fronte di meccanismi standard che il chiamo SPIC & SPAN applicati in :
    – indulgenze varie
    – Sacramenti
    – morte ‘vonfessato’ dopo vita dissoluta
    Ecc
    È evidente che la CC voleva ‘irregimentare’ i fedeli, assoggettarli ma oggi le Persone si chiedono se davvero Dio la ha autorizzata.
    Così a Messa restano solo yes men &c.
    C’è da meravigliarsene??

  7. Claudio Santi ha detto:

    Grazie, concordo. Posizione già espressa da Paolo Ricca: “Pensate come sarebbe diverso il credo se dicesse, ad esempio, più o meno, così:
    Credo in Dio che è amore, per amore ha creato i cieli e la terra, per amore ha mandato suo Figlio nel mondo, per amore fa soffiare lo Spirito Santo che ci rende capaci di credere, sperare e amare. Credo nella chiesa, convocata dall’amore di Dio e mandata nel mondo per amare. Nell’amore non c’è paura, chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui…
    Non credete che un credo di questo genere avrebbe potuto cambiare qualche cosa nella storia della chiesa?”

  8. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Dopo aver scritto il mio credo..
    Credo che sarebbe oggi molto più denso di significato, utile alla Fede del terzo millennio, un:
    NON credo a….
    Cioè un elenco degli statements che sarebbe meglio abbandonare.

  9. Paola Buscicchio ha detto:

    Definiamo il Credo Niceno-Costantinopolitano “Credo di Nicea”. Il Credo di Nicea viene professato ogni domenica a Messa nel rito latino della Chiesa cattolica. Nei riti cattolici orientali e tra i nostri fratelli ortodossi separati, lo stesso Credo viene professato nella sua formulazione originaria.

    L’unica differenza tra il Credo d’Oriente e quello d’Occidente è l’aggiunta della frase “e dal Figlio” nel paragrafo relativo alla processione dello Spirito Santo. Purtroppo questo disaccordo ha provocato grandi difficoltà e divisioni tra il cristianesimo occidentale e quello orientale.

    Il Credo di Nicea è sorto dai primi due concili ecumenici della Chiesa. Il primo è stato il Primo Concilio di Nicea, del 325, il secondo il Concilio di Costantinopoli del 381. Si tratta di un Credo antico, ed ha preservato i fedeli da una serie di eresie per oltre 1.600 anni. Comprenderlo è capire in cosa crediamo come cattolici.

  10. Marisa Speccher ha detto:

    Sottoscrivo e condivido ogni parola. Il Credo è soltanto una delle tante parti della liturgia che andrebbero riviste, verificate e riscritte nel linguaggio dell’uomo d’oggi e in modo tale da dare espressione alla ricerca di fede dell’uomo d’oggi. Anch’io seguo con sempre maggiore disagio la Messa e talvolta non riesco ad unirmi alle formule del rito proprio perché non ne “sento” il senso e anche perché mentre le ascolto penso a quanto possano suonare vuote e pompose e infine repulsive ai giovani in particolare. Con un certo peloso paternalismo chiamiamo “distanti” coloro che non frequentano… E se invece a essere distanti fossero le nostre parole e le nostre liturgie?

  11. Piergiorgio Bortolotti ha detto:

    Condivido la fatica e la difficoltà nella recita di un credo dal linguaggio aulico, lontano dalla comprensione e sensibilità dei credenti di oggi. Forse i più lo recitano senza nemmeno saperlo, per così dire, parafrasare. L’esempio di riscrittura riportato lo faccio mio dalla prima all’ultima parola. Credo davvero sia giunto il tempo di rimettere mano non solo al credo ma anche ad altre parti della liturgia e in generale del linguaggio teologico, che sia in grado di parlare agli uomini e alle donne del nostro tempo. Grazie, Graziano

  12. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Il mio SYMBOLUM 2022

    Voglio credere in Dio, puro Spirito, anche se non lo vedo.
    Voglio credere nella sua presenza come in Cielo così in Terra.
    Credo fermamente in Gesù Cristo vissuto, ucciso, risorto
    Credo che Gesù sia stato inviato da Dio per rivelarci sé stesso
    Credo in Gesù Cristo Rivelazione unica e completa
    Credo nella sua presenza vicino a chi soffre,
    vicino a chi fa e a chi riceve del Bene
    Davvero credo fermamente che in lui si compia
    La Via, la Verità, la Vita.
    Credo, e aspetto con speranza e fiducia il giorno in cui,
    alla sua Luce io, corpo e spirito, vedrò la Luce di Dio.
    Insieme al suo Popolo, insieme a tutti quelli che lo hanno amato.

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