Gli impostori del tempio

I reati e la povertà al tempo del Covid-19, il colpo di Stato in Maynmar, i ‘mercanti’ a Sanremo: questi i fatti di cronaca che, riletti alla luce delle Scritture, ci interrogano su chi sono veramente gli impostori del Tempio.
11 Marzo 2021

In un tempo di crisi e frammentazione, difficile da analizzare e per ora impossibile da sintetizzare, la lectio personale delle scritture domenicali, alla luce della cronaca quotidiana, fa risuonare in noi più domande che risposte. Pensiamo perciò sia utile proporvi, con le parole del poeta Rilke, di sostare un attimo in compagnia di queste domande soltanto: «vorrei pregarla di avere pazienza verso tutto ciò che è irrisolto nel suo cuore, e di sforzarsi di provare amore per le domande in sé, come se fossero delle stanze chiuse a chiave, o dei libri scritti in una lingua straniera. Non si affanni, dunque, per ottenere risposte che ancora non possono esserle date, perché non sarebbe in grado di viverle. Ciò che conta è vivere ogni cosa. Viva le Sue domande, adesso. Forse così, un giorno lontano – a poco a poco, senza accorgersene – vivrà già dentro la risposta» (Lettera a un giovane poeta, IV).

 

Nella prima lettura di domenica scorsa si fa memoria dei dieci comandamenti (Es 20,1-17).

Ci vogliamo soffermare su quelli della ‘seconda tavola’, a cominciare dal non uccidere: “come documentato da Giorgio Beretta dell’Opal di Brescia, nel 2013 l’Italia aveva autorizzato l’esportazione di armi per un valore di 2,1 miliardi di euro. Questa cifra, durante il governo Renzi, è cresciuta del 581% arrivando a toccare i 14,6 miliardi di euro (…) anche grazie alle ricche commesse arrivate proprio da Riad”, mentre “la più grande autorizzazione all’export di bombe italiane è stata revocata dal governo Conte lo scorso 29 gennaio e ha cancellato la fornitura per oltre 12.700 ordigni” (Raphaël Zanotti – La Stampa, 2 marzo).

A proposito del non adulterare e del non rubare, si è scritto molto sul “sacco del Covid” (La Repubblica, 1 marzo): un giro di due miliardi di affari opachi indagati da venti procuratori di tutta Italia per truffe o frodi alla sanità pubblica su forniture di materiali (anche strutturali) non certificati o mai arrivati.

Mentre, per il non dire il falso, per il non falsificare, ecco “l’inchiesta “Diacono” della Procura di Vibo Valentia nella quale, tra gli altri, è stato arrestato un ispettore del Miur e indagato un dirigente dell’ufficio scolastico regionale con l’accusa di aver utilizzato alcuni istituti formativi per produrre titoli di studio e attestati con lo scopo di partecipare a concorsi pubblici per personale docente e amministrativo.

Infine, alla luce delle stime dell’Istat, nel 2020 il numero degli ‘assolutamente poveri’ è cresciuto di un milione di persone (e soprattutto al nord), per un totale di più di cinque milioni di persone, di cui un milione sono minori: 1 italiano su 10. Come dire “non desiderare” a chi sta sperimentando quello che Carlo Revelli chiama “il processo di sganciamento dei vagoni di coda del treno Italia”? Non aveva ragione De André a cantare “non desiderare (…) ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi che hanno una donna e qualcosa”?

 

Mentre nelle città del Myanmar (già Birmania) si contano i morti a causa della repressione militare delle proteste popolari conseguenti al colpo di stato militare, l’arcivescovo di Yangon e presidente della Conferenza episcopale – il cardinale Charles Maung Bo – esorta «a credere nel potere dell’amore e della riconciliazione. L’odio non scaccia mai l’odio: solo amore. L’oscurità non vince mai l’oscurità; solo la luce può dissipare le tenebre. La logica dell’occhio per occhio rende cieco il mondo». Ma soprattutto suor Ann Nu Thawng dello stato Kachin è stata immortalata in una foto straordinaria, mentre implora i soldati di evitare ulteriori spargimenti di sangue.

Non sono questi atteggiamenti quelli che Paolo definisce “stoltezza per i pagani” e “scandalo per gli ebrei”, mentre invece dovrebbero essere per i cristiani vera “sapienza” e vera “potenza” (1Cor 1,22-25)?

 

– Dopo il comunicato sulla performance sanremese di Achille Lauro e Fiorello, il vescovo di Ventimiglia-San Remo (mons. Suetta) ha precisato sulla Nuova Bussola Quotidiana che “così come Gesù ha usato la frusta ho pensato: beh, vediamo di usarla”, perché gli ormai ben noti ‘quadri’ di Achille Lauro avrebbero restituito un’immagine di Dio e della fede cattolica “distorta e banale”.

Ma il festival della canzone italiana corrisponde ad un tempio? E quindi quello di Achille Lauro è un mercimonio di cose religiose da espellere, un riprovevole rendere la casa del Padre un luogo di mercato (Gv 2,13-16)? O, invece, non si tratta di un tempio, ma – appunto – di un mercato? E, quindi, come alle origini del cristianesimo, è necessario verificare se siamo di fronte ad un caso in cui si tratta di trasformare la piazza del mercato in un luogo di preghiera? Magari dopo essersi messi in ascolto dei gesti caotici e disordinati di chi al mercato pronuncia parole imploranti salvezza?

 

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