Conversione: sinonimo di gioia?

Con il mercoledì delle Ceneri comincia una Quaresima di "ascesi" da vivere sempre nella prospettiva della Resurrezione pasquale
22 Febbraio 2023

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò in Galilea predicando il Vangelo e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1, 15). Cosa si intende nel cristianesimo per conversione? Dobbiamo sfatare subito due pregiudizi. Primo, la conversione non riguarda solo i non credenti o i peccatori incalliti. Secondo, la conversione, intesa in senso evangelico, non è sinonimo di rinuncia, di sforzo e di tristezza, ma di libertà e di gioia; non è uno stato regressivo, ma progressivo.

Con la venuta di Cristo, conversione significa fare un salto in avanti ed entrare nel Regno, afferrare la salvezza che è venuta agli uomini gratuitamente, per libera iniziativa di Dio.

Conversione e salvezza si sono scambiate di posto. Non c’è più, per prima cosa, la conversione da parte dell’uomo e quindi la salvezza, come ricompensa d parte di Dio; ma c’è prima la salvezza, come offerta generosa e gratuita di Dio, e poi la conversione come risposta dell’uomo.

In questo consiste il “lieto annuncio”, il carattere gioioso della conversione evangelica: Dio non aspetta che l’uomo faccia il primo passo, che cambi vita, che produca opere buone, quasi che la salvezza sia la ricompensa dovuta ai suoi sforzi. No, prima c’è la grazia, l’iniziativa di Dio.

In questo, il cristianesimo di distingue da ogni altra religione: non comincia predicando il dovere, ma il dono; non comincia con la legge, ma con la grazia.

“Convertitevi e credete”. La prima fondamentale conversione è la fede. Essa è la porta per cui si entra nel Regno. Con essa ci si “impossessa” del regno di Dio, prima ancora di averlo meritato, con un atto di libero arbitrio.

S. Bernardo, con grande audacia, usa addirittura il verbo usurpare: “Io, quello che mi manca lo usurpo dal costato di Cristo.

“Convertitevi!”, dunque, non è una minaccia, una cosa che rende tristi e costringe ad andare a testa china e perciò da ritardare il più possibile. Al contrario, è un’offerta incredibile, un invito alla libertà e alla gioia.

È la buona notizia di Gesù agli uomini di tutti i tempi.

Sta a noi accoglierla.

3 risposte a “Conversione: sinonimo di gioia?”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    (Gioele 2,12-18) Radunate il popolo, indite un’assemblea, chiamate i vecchi, riunite i bambini, i bambini lattanti..” così nei sacri Libri si legge la Parola di Dio.il di delle Ceneri. Conversione: “Tra il Vestibolo e l’altare piangano i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano:”Perdona, Signore, al tuo popolo e non esporre la tua eredità al vituperio e alla derisione delle genti”. Perché si dovrebbe dire fra i popoli “ Dov’è il loro Dio?”…Eppure accade ai ns.giorni che tanto di popolo malgrado conosca quella Parola, insegua idee, ascolti Governanti che fanno sognare una pace ma conseguita con le armi, una guerra, vite umane, popolo di Dio innocente e ignaro, sacrificato da continuare fino a una ipotetica Vittoria! Così si fa realtà la profezia “”Dov’è il loro Dio?…” ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti” lacerate il cuore e non le vesti”.” Dio della Vita, vieni in ns.aiuto.

  2. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Mercoledi’ delle ceneri :
    Memento ….Ricordati uomo che sei cenere e cenere ritornerai.

    C’ è un momento per ricordarsi di questo. E’ all’ inizio della Quaresima .
    Se non c’ e’ cognizione del dolore non ci puo’ essere neppure cognizione della gioia

  3. Paola Meneghello ha detto:

    Il testo è molto bello e delicato. Vero che Dio non aspetta obbedienza. Ma da cosa dovrebbe salvarci?
    Non siamo la Sua immagine in questo mondo, la Sua manifestazione nel finito, nel limite di uno spazio e di un tempo?
    Allora direi, seguendo il testo, che la nostra finitezza deve e può essere superata cambiando verso, e questo nuovo sguardo dona Salvezza, intesa come guarigione da uno stato di mancanza, di oblio di Chi siamo e dove andiamo..
    Secondo me, Dio è la Fonte di ogni cosa, ma ciò che è in Essa, lo è per qualità intrinseca e ontologica.
    La gratitudine verso la Vita è sì fonte di Gioia, è quel particolare stato di comprensione, vera e propria “Grazia”, di “essere” parte di un Sole come un Suo raggio, come una cellula fa parte di un sistema relazionale e interconnesso. .
    Allora la conversione è quel movimento verso la Fonte, è il ritrovare consapevole il proprio stato naturale e il proprio senso nel mondo..la Gioia di esistere!

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