Con gli occhi di Maria Maddalena

A partire dal Vangelo e da alcune suggestioni di Ermes Ronchi, una narrazione pasquale
17 Aprile 2022

Tutto è cominciato di nuovo, stamattina … veramente prima sono accadute tante cose, ma è solo stamattina che ho scoperto il senso di tutto, che ho capito. E’ solo da stamattina che mi pare di aver iniziato a vivere davvero.

Dicevo che sono venuta qui presto, era ancora buio, ma non so se era più scuro fuori o dentro di me: mi sentivo persa.

Lo avete visto anche voi, il maestro è stato crocifisso, l’ho visto spirare in quel modo straziante, i miei vestiti sono ancora posati sulla panca, sporchi del sangue e dell’acqua che uscivano dalla ferita del suo fianco. Con lui tutte le nostre speranze si sono spezzate …

Neppure stanotte ho dormito, e appena possibile sono venuta qui. Mi dicevo: posso stare un po’ più vicina a Lui, posso piangere e illudermi che mi possa ascoltare.

E invece arrivo… e la pietra è rotolata via, proprio come la vedete ora. Quella pietra enorme, pesante, che sembrava aver chiuso la porta per sempre… ma chi… come… perchè…

Mi  prende il panico! Che faccio?

Non ho il coraggio di entrare nel sepolcro, di controllare come stanno le cose. Corro via, vado da Pietro. Con lui c’è anche l’altro discepolo, quando li ho visti da lontano mi sono messa a gridare: “hanno portato via il Signore, hanno portato via il Signore e non sappiamo dove!!!”

Immaginatevi la loro reazione: sono partiti di corsa, mentre io li seguivo piano. Non riuscivo a stargli dietro, non vedevo neppure la strada, ero scossa dai singhiozzi, le lacrime mi riempivano gli occhi e mi mancava il fiato, … quando sono arrivata di nuovo qui sono crollata, proprio vicino alla pietra. Loro avevano visto, ma erano già andati via e adesso ero sola, davvero sola, definitivamente, senza neppure una tomba su cui piangere. Tutto finito…

Poi alzo la testa, come per un istinto, e guardo dentro il sepolcro: e c’è qualcuno dentro! Sono due… due… non capivo bene chi o cosa fossero, mi parevano fatti di luce, seduti alle due estremità della pietra dove l’avevamo posato. E uno mi chiede: “Donna, perché piangi?”

Perché piango? Ma che domanda è!

Hanno portato via il mio Signore, il mio amico, la luce delle mie giornate, l’unico che mi aveva fatto capire chi fossi, che mi aveva fatto sperare… oh, non in qualcosa di preciso, ma lui aveva riempito la mia vita di speranza, sulla sua parola ogni mattino mi rialzavo per andare incontro al giorno sapendo chi sono, che ciò che faccio aveva un senso, che non è vero che non valgo nulla, perché io appartengo a un progetto…

Perché piangi dicono… hanno portato via il mio Signore, mi hanno portato via tutto! E ora non so, non so più dove cercare, non so cosa cercare, non so cosa ci sto a fare al mondo …

E mentre grido il mio dolore mi volto, voglio andarmene via. Via dalle loro inutili parole, via anche dal sepolcro, da questo luogo di sconfitta. Lui non è qui.

Ma proprio appena girata vedo un uomo. È in piedi ritto davanti a me, non so di conoscerlo, eppure ancora mi sento scuotere. Anche lui mi chiede: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?”

Non posso credere a quello che vedo. Cerco una spiegazione logica: “Sarà il custode del giardino”, anche se nel profondo di me sento confusamente qualcosa, un’intuizione, che si sta facendo strada … forse non dovrei piangere? Che cosa mi sta chiedendo? Come sa che sto cercando…

E mi faccio forza, e glielo dico: “Se l’hai portato via tu dimmi dove, e io vado a prenderlo”. Già non so come ho trovato il coraggio, ma davvero, mi sento capace di farlo, di correre anche fino al Giordano, e prenderlo, e riportarlo qui dove dovrebbe stare adesso … ho smesso di piangere, ho alzato la testa, sento il fuoco dentro ma mi incammino per passare oltre … ed è allora che  lui mi chiama: “Maria!”

Sono io! Mi conosce, lui sa chi sono e cosa sono, e me lo sta dicendo: in quel nome sento tutta la mia storia e la mia vocazione. E’ proprio allora, quando vengo chiamata, quando mi riconosco in quella Parola, è proprio allora che sento come se un macigno mi si togliesse dal cuore, e mi giro verso di lui: “Rabbunì – maestro mio!”

Il maestro, lì, vivo… ho il mondo nel cuore e negli occhi, e la vertigine e un’esplosione di gioia. Una gioia così grande… le gambe mi tremano, cado di nuovo a terra, e vorrei abbracciarlo e dirgli: non andartene più, resta qui con me, non andartene…

Lui lo sa. Come sempre, lui lo sa. E me lo dice, ancora: “non mi trattenere. La nostra strada è appena iniziata: io devo salire al Padre, tu ora alzati, riprendi in mano la tua vita, e vai avanti. Questa gioia non è solo per te, va dai miei fratelli e annuncia: io salgo al Padre mio e padre vostro, Dio mio e Dio vostro”.

Ecco. Voi ora siete qui, e siete i primi a cui lo posso gridare: chaire, gioite!

Qui morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello, il Signore della vita era morto, ma ora, vivo, trionfa! La sua Risurrezione non si lascia sconfiggere, non si ritira, ha già penetrato le pieghe nascoste di questa storia:

io lo credo!

Lo credo e sento che sono nata davvero in questo mattino di Pasqua, sono nata quando gli ho affidato la pietra che mi chiudeva il cuore, e Lui l’ha rotolata via.

E adesso posso annunciarlo, posso contagiare vita e speranza intorno a me: Pasqua da adesso può essere ogni giorno, e noi ogni giorno ne siamo testimoni, ogni giorno possiamo essere in Cristo gli araldi della vita.

Allora questo è l’annuncio, ascoltatelo: “Rimane, continua, è più forte la potenza dell’amore. Anche se non ho niente, mani inchiodate dal dolore, rimane la potenza dell’amore. In un luogo che non conosco, sorgente delle mie sorgenti, cielo del mio cielo, terra profonda delle mie radici, rimane la potenza dell’amore!” Rimane Cristo vivo e questo mi fa dolce e fortissima compagnia: io appartengo a un Dio vivo, noi apparteniamo a un Dio vivo.

 

 

2 risposte a “Con gli occhi di Maria Maddalena”

  1. Francesca Vittor vicentini ha detto:

    Ma questa guerra scoppiata a febbraio, da tempo maturata in sordina, da esperti non diversa dalle precedenti nei fatti esecranti narranti,ogni giorno tel.ssi E’ dunque “la guerra” da essere “mai piu” come da Papa Giovanni Paolo II a Papa Francesco, al quale oggi in tanti a Lui guardano sperando che per l’Alto Intervento avvenga un ritorno alla “quiete dopo la Tempesta?.questa guerra impone sacrifici, difficili e amari da accettare . Si confida più sulla vittoria armata che Sulle restrizioni, e Cristo invece si è dichiarato contro l’uso della spada/; le armi di oggi sono potenti, fanno stragi a largo raggio, occorre il coraggio di odiare chi sta di fronte. Di accordi di Pace si avanzano iniziative, invocate dal popolo inerme, ma intese efficaici ancora non sembrano pofilarsi. Per questo è solo all’ Onnipotente chiedere grazia e luce a scalfire cuori induriti, ma anche umiltà per il dolore procurato da tutti quei morti già, ..che la guerra anche giustifica.!!

  2. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Il problema non è tanto quello di come e quanto un cristiano creda, perché dipende da volonta e disponibilità a vivere il Vangelo,; il problema è che il messaggio arrivi ai non credenti, mi pare che da Madjugoriesia questo sia, rivolto a tutti perché tutti siano salvati. Oggi il problema sorto in Ucraina e la strage di esseri umani, ci appare come abnorme una nuova ecatombe, impossibile da accettare per nessuna ragione che la giustifichi. Piangiamo ancora il passato ma non si prova a cambiarlo. Una vita umana è sacra per Dio indipendentemente dal suo stato, come per un genitore e caro e protegge il proprio nato. Il Risorto si è fatto vedere da vicino a una donna che lo piangeva, lo cercava, lo amava.Il Santo Padre spera e si adopra contro ogni speranza chiede Pace, conscio di tanta gravità di intenti, ha chiesto l’aiuto di Maria a intercedere presso Dio per uscire da questo tunnel di oscurità dove il mondo oggi sembra trascinato da una forza tanto distruggente. !!

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