Chi di noi è senza peccato?

Undici versetti che non parlano solo di condanna e di perdono, ma della nostra vita tutta e del suo senso.
3 Aprile 2022

Anche oggi Gesù si fa incontro a me nella preghiera: “si avviò verso il monte degli Ulivi”, il luogo dove è solito ritirarsi per cercare luce, e forza, per il proprio agire.

È la via su cui ci accompagna fin dall’inizio della Quaresima: è nella preghiera – nel dialogo col Padre – che si radicano la sua esistenza e il suo insegnamento, è nella preghiera che si strutturano le sue decisioni. La preghiera è lo spazio in cui diviene possibile comprendere e interpretare ogni cosa secondo il cuore del Padre, e non secondo la rigidità dello “sta scritto”.

Solo quando la luce ha vinto la notte Gesù sceglie di scendere nel tempio, e insegnare.

Cosa avrà detto? Avrà forse parlato della fede, che è relazione profonda e amorevole con il Signore della vita, che spiazza e mette in crisi ma che riempie i giorni di amore, e di senso … avrà mostrato la debolezza della ‘religiosità dell’esoscheletro’, del bisogno di corazzarci dentro uno scudo di norme e adempimenti che emerge a volte quando ci sentiamo deboli, e intuiamo che così non sappiamo stare in piedi e camminare, e sostenere e accompagnare

E infatti persone molto religiose cercano subito di difendersi da questo sconquasso, che manda all’aria le loro sicurezze. E lo dicono chiaro, che “Mosè, nella legge, ci ha comandato…”: se le tiriamo le pietre non stiamo facendo una cosa sbagliata, eseguiamo un comando divino. E quindi siamo nel giusto. Lei muore, dell’uomo con cui stava (in flagrante adulterio) nessuna parola, ma noi siamo comunque nel giusto.

È sempre la stessa storia, quella che troviamo fin dal racconto della caduta (Genesi 3,12-13) in cui emerge un tratto centrale nel peccato delle origini, ossia il rifiuto della responsabilità: “è colpa della donna che tu, Dio, mi hai messo accanto; è colpa del serpente che tu, Dio, hai creato”. Ora, qui, una donna che ha peccato può morire e la colpa è solo sua, come è scritto nella legge che tu, Dio, hai dato a Mosé …

Ma Gesù, che è venuto a mostrarci il volto nella cui immagine siamo stati creati, non può che riportare ciascuno, con assoluta semplicità, alla verità di se stesso. “Chi di voi è senza peccato …”: è inutile che io mi nasconda dietro l’illusione di essere nel giusto. La giustizia, in Dio, è amore senza misura. E invece io me ne sto intorno, fuori: fuori dalla relazione vera con Dio e fuori dall’amore per i fratelli, e misuro, centellino e peso il dono di me, l’accoglienza, il perdono.

Sono abbastanza matura (a cominciare dai più anziani) per riconoscerlo, e lasciar cadere le pietre che stringo tra le mani, e che mi pesano sul cuore?

Ora sono sola, nel mezzo, di fronte a Gesù. Che non mi condanna, ma mi libera, anche dalle illusioni di bene, per spingermi al meglio di me. E alla pace interiore, da cui sgorga ogni pace familiare, comunitaria, sociale.

Allora non posso che invocare: Signore, insegnami a pregare.

4 risposte a “Chi di noi è senza peccato?”

  1. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Il chi e’ senza peccato lanci la prima pietra risuona nei secoli dei secoli a irrisione perpetua di tutti i “moralisti”. Quelli che fanno della fede una morale. Riducendo la fede a morale non si esce dall’ aporia: se tu ti credi giusto e morale ma non lo sei davanti a Dio come puoi giudicare gli altri? Fra i cristiani ,i cattolici i frequentatori di parrocchie ho trovato nella mia vita molti ,troppi moralisti. Pronti a puntare il dito . Gente che crede che essere cristiani sia essere ” buoni” nei modi prescritti .

  2. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Bisogna dire che come alle nozze di Canaan Gesù da alla donna un nuovo “status” , era solo lei la peccatrice, e l’uomo? godeva evidentemente del favore di una legge che lo favoriva, ma non era così all’inizio ….duri di cuore? Gesù li blocca però con “chi è senza peccato lanci la pietra” un richiamo a giustizia? è però anche messo in risalto l’amore, che anche l’amore può diventare peccato. Il predominio sembra esistere sempre nella nostra umanità, il forte sul debole, il ricco sul povero, nuove leggi vengono approvate ma la disparità ancora esiste e per di più non si può più andare da un Gesu Cristo, perché quel Maestro non fa comodo interpellare, troppo duro il suo giudizio, mette a nudo le ingiustizie, parla alla coscienza, vuole verità, fratellanza, rispetto e riconoscere Dio per Padre, così come avere Fede in Cristo il Risorto, Il suo Vangelo a salvezza della vita il bene primario, donata a essere eterna.

  3. Luca Mantovani ha detto:

    Perché se ne sono andati tutti ma non la donna? Mi chiedevo. L’avevano portata la per essere uccisa e ora che poteva fuggire perché non lo faceva? Non poteva perché ormai era schiacciata dalla condanna, prima che dalle pietre che i suoi accusatori portavano nelle mani. Questo troppo spesso è il risultato delle nostre valutazioni sul comportamento dei nostri fratelli e sorelle, schiacciarli per vederli umiliati e imploranti. Come questa donna ormai priva di speranza rimasta così ai piedi di Gesù, che inaspettatamente la invita a rialzarsi e a rinascere, liberata da quel macigno, speriamo per sempre. Possa questo accadere anche noi, ai piedi di Gesù ricevere quei doni che nessuno potrà toglierci.

  4. Virginia Ciaroni ha detto:

    “Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra”. (Gv 8,6) Mi ha sempre incuriosito questo particolare. Che cosa vuole significare? È un semplice dettaglio letterario? Un diversivo per far riflettere gli accusatori? Un prender tempo per dare risposta aderente alla volontà del Padre? Una citazione del profeta Geremia?(“quanti si allontanano da te saranno scritti nella polvere…”Ger 17,13)?Forse il silenzio di Gesù vuole lasciar emergere la voce di Dio nelle coscienze? Tante, le interpretazioni.
    Ma di una cosa siamo certi: l’episodio si conclude nell’orizzonte del perdono. Mentre la legge di Mosè fu scritta nella pietra “dal dito di Dio”, Gesù viene a darle compimento attraverso il perdono: scrivendo per terra, il dito di Dio traccia la traiettoria della misericordia, e vede andarsene tutti, lasciando sulla scena -come scrisse mirabilmente Sant’Agostino- solo due protagonisti “la misera e la Misericordia”

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