C’è uno Spirito che soffia… e muove (anche la liturgia)

Per continuare la riflessione sulla Messa: qualche proposta...
20 Agosto 2022

A fronte delle idee e ipotesi sulla messa cerco di mettere in ordine qualche pensiero e rilanciare.

Rispetto al ‘quantitativo eucaristico’ Gilberto sfonda – per quanto mi riguarda – una porta aperta, che però non è facile oltrepassare. Anche l’esperienza pastorale in una città come Milano denuncia spesso la fatica di accordarsi sulle Messe festive tra parrocchie vicine (o vicinissime), perché nessuno vuol rinunciare ai fedeli ‘affezionati’ (un po’ per abitudine, un po’ per pigrizia) a certi orari. E così ci sono gli stessi orari di messa in parrocchie confinanti. Probabilmente occorre semplicemente essere più semplici e onesti e uscire dalla logica di offrire un ‘servizio’ che – comunque – non aggiunge granché al numero dei partecipanti e va a discapito di celebrazioni semplici, coese, partecipate. E non affrontiamo la questione delle Messe in streaming (mentre sarebbe interessante analizzare il fenomeno della preghiera condivisa online da persone collegate insieme).

Un buon inizio praticabile potrebbe essere sulla scelta degli orari feriali, che offrono tante Messe per chi desidera l’Eucaristia quotidiana ma finiscono col generare mille gruppetti; certe Messe feriali sono fuori luogo anche semplicemente perché celebrate da 20 fedeli (ben distanziati, a prescindere dal covid) in chiese con 200 posti! È necessario sempre e comunque ‘avere’ la Messa o potremmo immaginare – anche qui – forme settimanali diverse? C’è il capitolo della Liturgia delle Ore (come, e quando?), della preghiera del rosario non ‘abbandonata’ ai devozionalismi della voce-guida di turno, di qualche celebrazione della Parola ad hoc (che di fatto non viene mai proposta, almeno con dignità di segnalazione sui foglietti parrocchiali…), qualche momento di adorazione e preghiera comunitaria ben strutturato (possibilmente non sempre a carico del prete).

L’aiuto di un gruppo liturgico (da formare e organizzare!) appassionato, presente e competente è senza dubbio una grande risorsa, considerando l’importanza di dare uguale dignità alle varie Messe festive, che altrimenti rischiano di essere diversamente ‘gestite’, o semplicemente affidate alla creatività del celebrante e all’improvvisazione di ‘chi c’è’.

Sul tema dell’accoglienza e del ‘ministero’ relativo – per lo meno rispetto alla realtà in cui mi trovo – ha funzionato nell’emergenza del periodo covid, quando occorreva qualcuno che materialmente gestisse numeri, presenze, distanze e ‘accessori sanitari’… La vera sfida sta ora nel rimotivare chi si era reso disponibile perché riscopra questo servizio in una forma diversa, oltre l’imbarazzo di sentirsi di troppo e con un sano desiderio di mostrare un volto fraterno a chi viene per celebrare l’Eucaristia. Credo che occorra molta pazienza e sapienza per preparare persone così. Dunque mi piacerebbe anzitutto coinvolgere qualche persona che non fa già altre cose (come accade di solito) e poi inventare un’occasione periodica (mensile? bimestrale?) non tanto per dare istruzioni per l’uso (occorre anche quello), ma piuttosto per far percepire che trovare volti empatici (diversi dalla faccia del prete) può aiutare a sentirsi più semplicemente ‘a casa’: fatto non abituale nelle nostre chiese, dove spesso ciascuno partecipa immaginando di essere a un evento, non dentro una ‘azione’ che viene generata insieme.

L’animazione musicale è un ambito complesso da affrontare (basta vedere cosa c’è in giro: dagli amarcord anni ’60, alle nostalgie preconciliari, a ‘esperimenti’ postmoderni). ‘Animare’ riguarda canti, strumenti, testi, forme, coinvolgimento, fasce d’età diverse: serve una passione che generi un pensiero – e ovviamente anche competenza. Da questo punto di vista – in forma davvero minimal – basterebbe provare a prendere in mano i libretti dei canti e osare qualche canto in più (rispetto ai cinque che vengono usati sempre e comunque “tanto la gente li sa a memoria”). Credo sia anche importante distinguere tra l’intuizione di un pensiero e un messaggio significativo in canzoni ‘profane’ – o comunque nate in altri contesti – e l’esperienza del ‘cantare la fede’. Tra l’altro, in Italia ci siamo tutti dimenticando della bellezza del cantare, in genere…

La stagione postconciliare è stata fortemente creativa e innovativa, ma poi – paradossalmente – si è come spenta senza rigenerarsi e senza farsi carico delle nuove generazioni. Forse gli attuali cinquanta/sessantenni non sono stati abbastanza responsabili, o coraggiosi, o lungimiranti… in ogni caso è come se fossimo a uno stadio regressivo del celebrare, pur in mezzo a tante analisi e ipotesi e sentenze.

Mi permetto di segnalare qui una bella lezione tenuta da don Sequeri, qualche mese fa, proprio sul rapporto tra celebrazione eucaristica e musica sacra:

 

 

 

 

3 risposte a “C’è uno Spirito che soffia… e muove (anche la liturgia)”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Perché avere sguardo al prossimo e acquisire conoscenza e via alla fede? Perché nella società in cui viviamo, per molti c’è del superfluo, esiste diseguaglianza, due stipendi ad assicurare i bisogni e le offerte he un mercato ha reso indispensabili. I nati sono figli presto collocati fuori casa, sin dalla scuola “materna”, abituati a ricevere la cultura della collettività, e questa obbedisce a leggi che si è data, i suoi valori sono libertà ,diritti, progresso, essere primi,. l’egoismo e egocentrismo sono piante che crescono spontanee, l’amore richiede tempo. a essere coltivato perché valore dell’anima, cosa intima.Per cui ciò che sembra mancare è anche basilare, per un bambino come il latte materno.a renderlo capace, libero indipendente.. anziche pieno di cose, cresce esigente al possedere prima che essere. si crea degli idoli .Istruire della Persona Cristo esige un maestro che istruisca sui valori del cuore .,,vitali alla persona uomo

  2. Vicentini Francesca vicentini ha detto:

    Oso aggiungere, non soltanto acquisire istruzione ma manca, mi sembra, l’esperienza dellaParola, altamente formativa a dare corpo alla medesima. Forse che non vi sono casi cui andare incontro a bisogni di un prossimo ? Nessuno, sembra supporre quanto questa istruzione-e pratica sia evangelicamente formativa vero percorso alla Fede, a un credere e confermare la presenza di Cristo il Suo essere vivo e soccorritore, anche oggi,come quando Lui era nelle strade dove incontrare quel prossimo bisognevole. . Magari, a invitare i giovani, a rendersi testimoni attivi” dove essi stessi vivono, anche a imparare a diventare cittadini, una do la forza del proprio gruppo con quello di altra/e. Le offerte in denaro non possono che essere segno per altri gesti appunto da realizzare fuori, verso un prossimo ignorato, perché appunto, oggi interessarsi soltanto dei fatti propri e civilmente praticato

  3. Paola Meneghello ha detto:

    Io credo che proprio perché lo Spirito si muove, la Messa esprima ormai un tipo di religiosità che va scomparendo, o trasformando.
    La musica sicuramente smuove le corde della coscienza interiore, ma così anche il silenzio, come anche un canto gioioso..forse non c’è una ricetta valida per tutti, se non che se lo Spirito si muove, ciò richiede libertà ; credo comunque
    che se una forma religiosa non è in armonia con il sentire dell’anima, la musica da sola, purtroppo, non basti.
    Non ho soluzioni, ma credo che occorra tanto coraggio e buona volontà per provare a prendere in mano le basi della nostra religione, a partire da alcuni dogmi che, io ne sono convinta, esprimono Verità immutabili, ma che non per questo, non possono essere veicolate in maniera più comprensibile all’umanità del tempo, anche alla luce del pensiero razionale e scientifico, – perché no -? , pena il loro aridimento, e questo sì, sarebbe un peccato.

Rispondi a Paola Meneghello Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I commenti devono essere compresi tra i 60 e i 1000 caratteri. I commenti sono sottoposti a moderazione da parte della redazione che si riserva la facoltà di non pubblicare o rimuovere commenti che utilizzano un linguaggio offensivo, denigratorio o che sono assimilabili a SPAM.

Ho letto la privacy policy e accetto il trattamento dei miei dati personali (GDPR n. 679/2016)