Ascesi quaresimale e itinerario sinodale

Papa Francesco ci invita a vivere questa Quaresima finalizzando qualsiasi sforzo compiuto ad una trasfigurazione sia personale che ecclesiale
23 Febbraio 2023

«… in questo tempo liturgico il Signore ci prende con sé e ci conduce in disparte. Anche se i nostri impegni ordinari ci chiedono di rimanere nei luoghi di sempre, vivendo un quotidiano spesso ripetitivo e a volte noioso, in Quaresima siamo invitati a “salire su un alto monte” insieme a Gesù, per vivere con il Popolo santo di Dio una particolare esperienza di ascesi. L’ascesi quaresimale è un impegno, sempre animato dalla Grazia, per superare le nostre mancanze di fede e le resistenze a seguire Gesù sul cammino della croce…

Per approfondire la nostra conoscenza del Maestro, per comprendere e accogliere fino in fondo il mistero della salvezza divina, realizzata nel dono totale di sé per amore, bisogna lasciarsi condurre da Lui in disparte e in alto, distaccandosi dalle mediocrità e dalle vanità. Bisogna mettersi in cammino, un cammino in salita, che richiede sforzo, sacrificio e concentrazione, come una escursione in montagna. Questi requisiti sono importanti anche per il cammino sinodale che, come Chiesa, ci siamo impegnati a realizzare. Ci farà bene riflettere su questa relazione che esiste tra l’ascesi quaresimale e l’esperienza sinodale…

Gesù lo si segue insieme. E insieme, come Chiesa pellegrina nel tempo, si vive l’anno liturgico e, in esso, la Quaresima, camminando con coloro che il Signore ci ha posto accanto come compagni di viaggio… Possiamo dire che il nostro cammino quaresimale è “sinodale”, perché lo compiamo insieme sulla stessa via, discepoli dell’unico Maestro. Sappiamo, anzi, che Lui stesso è la Via, e dunque, sia nell’itinerario liturgico sia in quello del Sinodo, la Chiesa altro non fa che entrare sempre più profondamente e pienamente nel mistero di Cristo Salvatore…

La novità del Cristo è compimento dell’antica Alleanza e delle promesse; è inseparabile dalla storia di Dio con il suo popolo e ne rivela il senso profondo. Analogamente, il percorso sinodale è radicato nella tradizione della Chiesa e al tempo stesso aperto verso la novità. La tradizione è fonte di ispirazione per cercare strade nuove, evitando le opposte tentazioni dell’immobilismo e della sperimentazione improvvisata…

E arriviamo al momento culminante…

Ecco la “cima”, la meta del cammino…

Come in ogni impegnativa escursione in montagna: salendo bisogna tenere lo sguardo ben fisso al sentiero; ma il panorama che si spalanca alla fine sorprende e ripaga per la sua meraviglia. Anche il processo sinodale appare spesso arduo e a volte ci potremmo scoraggiare. Ma quello che ci attende al termine è senz’altro qualcosa di meraviglioso e sorprendente, che ci aiuterà a comprendere meglio la volontà di Dio e la nostra missione al servizio del suo Regno…

Il cammino ascetico quaresimale e, similmente, quello sinodale, hanno entrambi come meta una trasfigurazione, personale ed ecclesiale. Una trasformazione che, in ambedue i casi, trova il suo modello in quella di Gesù e si opera per la grazia del suo mistero pasquale. Affinché tale trasfigurazione si possa realizzare in noi quest’anno, vorrei proporre due “sentieri” da seguire per salire insieme a Gesù e giungere con Lui alla meta…

La prima indicazione è molto chiara: ascoltare Gesù. La Quaresima è tempo di grazia nella misura in cui ci mettiamo in ascolto di Lui che ci parla. E come ci parla? Anzitutto nella Parola di Dio, che la Chiesa ci offre nella Liturgia: non lasciamola cadere nel vuoto; se non possiamo partecipare  sempre alla Messa, leggiamo le Letture bibliche giorno per giorno, anche con l’aiuto di internet. Oltre che nelle Scritture, il Signore ci parla nei fratelli, soprattutto nei volti e nelle storie di coloro che hanno bisogno di aiuto. Ma vorrei aggiungere anche un altro aspetto, molto importante nel processo sinodale: l’ascolto di Cristo passa anche attraverso l’ascolto dei fratelli e delle sorelle nella Chiesa, quell’ascolto reciproco che in alcune fasi è l’obiettivo principale ma che comunque rimane sempre indispensabile nel metodo e nello stile di una Chiesa sinodale…

Ecco la seconda indicazione per questa Quaresima: non rifugiarsi in una religiosità fatta di eventi straordinari, di esperienze suggestive, per paura di affrontare la realtà con le sue fatiche quotidiane, le sue durezze e le sue contraddizioni… La Quaresima è orientata alla Pasqua: il “ritiro” non è fine a sé stesso, ma ci prepara a vivere con fede, speranza e amore la passione e la croce, per giungere alla risurrezione. Anche il percorso sinodale non deve illuderci di essere arrivati quando Dio ci dona la grazia di alcune esperienze forti di comunione. Anche lì il Signore ci ripete: «Alzatevi e non temete». Scendiamo nella pianura, e la grazia sperimentata ci sostenga nell’essere artigiani di sinodalità nella vita ordinaria delle nostre comunità.

Cari fratelli e sorelle, lo Spirito Santo ci animi in questa Quaresima nell’ascesa con Gesù, per fare esperienza del suo splendore divino e così, rafforzati nella fede, proseguire insieme il cammino con Lui, gloria del suo popolo e luce delle genti».

 

4 risposte a “Ascesi quaresimale e itinerario sinodale”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Non lasciar cadere la Parola di Dio nel vuoto? Ma di quale parola si può parlare se non là si incarna nei problemi di oggi visti e meditati proprio riferenti a quella Sua Parola a fare luce quanto si sia vicini o distanti dal seguire il divino Maestro. Senza questo riferirsi all’oggi nei fatti che si vivono quella Parola resta morta, riferita a un tempo e ad altri uomini del passato, significa che quel Maestro e fuori tempo, uno che ci viene raccontato che ha fatto tanto di bene e per questo pregarlo, vive non in terra, dove ci sono guerre e tutte le intenzioni a continuarle per sete di supremazia, senza riguardo alle Leggi che il Dio Creatore ha fatto conoscere per facilitare all’uomo quel cammino prefigurato a farlo diventare persona intelligente di cuore oltre che di mente. Quando un popolo guarda a questo va verso l’alto, e il mondo stesso migliora poiché in ogni sua opera agisce.quello Spirito che è del Figlio di Dio non a far memoria ma a far nuove tutte le cose.

  2. Pietro Buttiglione ha detto:

    Dopo aver letto il msg della Redazione..
    Il commento del ‘Bon'(??) mi precipita in quello stato minorile e diffuso in cui se parli di xy c’è sempre qualcuno che ti contrappone altro .. cosī tutto è sbagliato e tutto è giusto la Veritá NON esiste figuriamoci la Realtå… Anzi, esiste ma fa pena… Sapete cosa mi viene in mente? Quella Persona, reale, che crede di essere PADRONA della Parrocchia e guarda con sospetto ed emargina chiunque innovi..
    C’incentra?? Fate vobis.

  3. Gian Piero Del Bono ha detto:

    L’Osservatore Romano lancia una Pasqua green: disinvestire nei fossili per aiutare le persone in guerra in guerra in Ucraina. Cattolichi chiamati ad osservare il digiuno del gas. Questo “il senso della Quaresima per l’Osservatore Romano, organo ufficiale della Santa Sede”.ovviamente non si menzione degli altri peccati: chi e’ green puo’ tranquillamente avere tutti gli altri vizi capitali: avarizia, lussuria, ira , gola , accidia eccetera? Basterà che faccia il “ digiuno dal gas” e si mette a posto la coscienza ?
    E poi si prendono in giro le indulgenze medioevali , quelli che credevano che facendo un pellegrinaggio si lavassero la coscienza….

  4. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Basterebbe fare l’ esperienza del deserto e del silenzio. Gesu’ digiuno’ quaranta giorni nel deserto , fra gli scorpioni e le rocce, non si mise , per fare penitenza, alla scuola dei rabbini o a leggere le SacrecScritture. L’ uomo moderno frastornato da continui discorsi , da continue sollecitazioni a fare, non riesce piu’ a rientrare in se stesso, a meditare da solo, nel silenzio, nella profondita’ del proprio cuore.Deve sempre avere un ‘ imbeccata da fuori. Gli asceti e mistici hanno sempre insegnato che l’ ascesa spirituale non e’ in altezza ma in profondita’. Affondare nell’ intimo della propria anima,nel punto piu’ Profondo, la’ dove si trova il Castello interiore come insegna Santa Teresa d’ Avila. Gli sforzi volti a sentirsi “ migliori”, sono pelagianesimo. Quel pelagianesimo che a parole si combatte ma che nei fatti trionfa nella Chiesa attuale, che addirittura invita al digiuno Green scambiando l’ ecologia per spiritualita’ .

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