Amare, ma, prima ancora, ascoltare

Gesù accoglie ed integra il comandamento antico di amare Dio. Il comandamento, insistente come un martellamento, si apre con l'invito all'ascolto, che ci rinvia alla stagione sinodale.
31 Ottobre 2021

Lo hanno chiamato prevalentemente Maestro, pure quando serviva qualcosa di più di un maestro; c’è chi lo ha chiamato “Maestro buono”; domenica scorsa il cieco di Gerico lo chiamava “Figlio di Davide”. Lo scriba no, si avvicina e fa la sua domanda, probabilmente provocatoria, omettendo qualsiasi titolo «Qual è il primo di tutti i comandamenti?»

La risposta non si fa attendere e non si dispiaceranno gli esperti se faccio un’esegesi a modo mio. Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza” … 

Riserviamoci di tornare dopo su Ascolta, Israele! Rilevo una piccola differenza nel testo di Marco rispetto al testo del Deuteronomio: unico è il Signore sembra riferirsi al monoteismo; Il Signore nostro Dio è l’unico Signore suona diversamente. Come se il Signore Gesù sapesse bene quanto possiamo essere sedotti e soggetti ad altri signori, qui su questa terra. Ciascuno ha i suoi, di possibili signori, fuorviante fare elenchi. Piuttosto mi piace tornare a lontane frequentazioni della Comunità di Bose; molte preghiere si concludevano con l’invocazione “per Cristo nostro unico Signore”, una ripetizione che, fatta propria, lascia il segno.

Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. L’originale del Deuteronomio è leggermente più stringato, ma la sostanza non cambia. Non riesco a pensare che il Dio geloso (Es 20,5) pretenda tutte le nostre energie, tutta la nostra vita; mi sembra che la stessa vita sarebbe priva di senso. Penso piuttosto che ai nostri fratelli maggiori, e a noi, venga chiesto di amare incessantemente Dio, istante per istante, in tutto il compiersi dei nostri giorni. Non dimenticarti di amare Dio, non dimenticarti di amare Dio, non dimenticarti di amare Dio, … una specie di martellamento. Ripeterlo (in maniera ossessiva?) perché sappiamo che nel frattempo possiamo essere “distratti”. Non mi sembra che, nell’Antica Alleanza, venga richiesto di convertire tutte le nazioni della terra; questa sembra una richiesta di testimoniare irriducibilmente il primato di Dio. Il resto lo farà lui, prima di convocare tutte le genti al banchetto sul suo monte (Is 25,6).

Ovviamente testimoniare il primato di Dio vale anche per noi, credenti in Cristo, innestati su quel tronco antico. E, affinché la cosa non si avvoltoli in troppi ragionamenti fuorvianti, il Signore stesso al primo comandamento ne aggiunge immediatamente un secondo, quello dell’amore del prossimo. In proposito arriveranno poi le parole nella prima lettera di Giovanni: Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo. Se uno dice: “Io amo Dio” e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello.

Interessante la chiusa: Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro… » Lo ritroviamo quel titolo che mancava all’inizio; le parti si sono invertite e Gesù congeda lo scolaro con approvazione.

Nel brano del Deuteronomio troviamo un’altra chicca: Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice. I comandamenti hanno a che fare con la felicità, cui è dedicato il Vangelo di domani. Possiamo leggerlo stoltamente come un ricatto (non ti darò la felicità, se non obbedirai), ma è un disvelamento (solo nell’amore potrai essere felice).

Ascolta, Israele! Si fa un gran parlare di ascolto in questo tempo di Sinodo. Ho letto anche frasi di enfasi forse eccessiva: per la prima volta sarà ascoltato tutto il popolo di Dio, anche quelli che in questo popolo non si riconoscono. Sulle prime, mentre riflettevo su questa parola chiave della domenica, provavo un po’ di disincanto; forse sono io sfigato, ma, fino ad ora, nei luoghi che frequento, questi momenti di ascolto non mi sembra di averli trovati; tutt’altro… Poi ho iniziato a chiedermi: “ma se ti ascoltassero, tu cosa diresti?” E ho visto, terribilmente concreto, il rischio che io per primo inizi a parlare come lo scriba, oppure a discettare a ruota libera. Per parlare e raccontare serve una traccia; si parla dopo aver ascoltato. Ascolto della Parola, che cresce con la nostra maturazione; ascolto di chi vive accanto a noi. E l’ascolto delle persone è ancora più difficile, perché preceduto da una fase non verbale di sosta, attenzione, compagnia, condivisione.

Bene, dunque, che tutti parlino e si sia tutti ascoltati, ma rimane prioritario l’antico invito: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore…

3 risposte a “Amare, ma, prima ancora, ascoltare”

  1. Francesca Vittoria vcentini ha detto:

    Secondo voi il mondo oggi a chi dà ascolto? Se anche non avessimo Dio ma seguissimo ciò che la ragione fa decidere i governanti del pianeta, sarebbe da uomo intelligente quello che vediamo decidere e il continuare a fare? La Stampa, grande informatore dei cittadini tanto citati dalla politica ma convinti che tutto venga deciso senza di loro, scrive che tanto denaro viene speso in armi,(aerei che non lasciano segno, sottomarini in stragrande numero, vie solcate da frangi ghiaccio per attraversare i poli, non è tutto questo storia che continua con quanto poi finisce.? Serti di fiori a onorare i caduti per le patrie ragioni. E’ intelligente tutto questo?siamo più progrediti rispetto a quanto del recente passato si dic “mai più la guerra? L’arma forte dunque resta quella “bianca” sia che s creda che non, di fronte ai fatti accadenti, di uomini di scienza ammoniscono che la situazione è seria, e’ la natura che ci costringe a guardare in faccia la realtà.

  2. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Con quel “Ascolta Israele” par di vedere il Dio immenso che parla a un piccolo uomo ch’egli sta di fronte il quale non conosce se stesso ancora, Dio invece vede e sa tutto della creatura che è stata da Lui stesso creata, ricca di potenzialità ma che ancora non sa e deve scoprirlo, quale è il vero bene. Inoltre gode di “libertà” può essere dio di se stesso,un rischio se non riconoscesse il Suo datore dei doni. . ” Ascolta”può intendersi come suadente consiglio, ammonimento, ma anche comandamento.Ascoltare per mettere in pratica, via suggerita come l’unica a portare a quella pre-destinazione , presso la divinità; il dono di “vita eterna”; non fatta per restare solo materia ma con in se spirito divino. In pratica senza quei dieci comandamenti, ci perdiamo, non costruiamo nulla senza l’amore, che li anima, quello che ha mosso la divinità, che fa vivere l’universo insito nelle sue leggi. Amore” che rende possibile per l’uomo la sua Resurrezione .

  3. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Lorenzo mi perdonerà x qs sentire frutto dell:sscolto,/attenzione al SUO sentire:
    Ci passi vicino, quasi stuzzichi i grandi nascosti magari sepolti problemi/contraddizioni della ns Fede, oggi..
    Li segnali.
    Ora bisognerebbe affrontarli xchè i tempi sono passati, tutto geme e sffre in attesa di…

    PS aggiungo al tuo commento:
    COME TE STESSO.
    È una mia fissa recente:
    DEVI AMARE TE STESSO.
    Non dimenticarlo!!
    Ciao

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