Se “l'insegnamento della Chiesa non è espresso con le parole dell'amore vuol dire che stiamo sbagliando”
La scuola è lo specchio moltiplicatore della società. Sia nel bene che nel male.
“Ma tu ascolti sta roba??”, gli dico stupefatto. “No, non è che l’ascolto, l’ho cliccato per caso, però mi piace”.
Non riesco davvero a togliermi di dosso la sensazione tragica della scelta istituzionale che l’Europa ha messo in atto, scegliendo, come prima cosa, di “aumentare fino a 9 milioni di euro al mese” la dotazione economica dell’intervento di pattugliamento difensivo Triton.
Dalla paura di ammettere che sotto la noia apparente , ci sia la voglia di vivere con un senso, con una pienezza maggiore.
Il pieno diritto di giudicare definitivamente le opere e i cuori appartiene a Cristo.
Abbastanza interessato, abbastanza sveglio, ma anche abbastanza regolare. Tanto da non lasciare abbastanza tracce per farsi cogliere in qualche caratteristica che lo contraddistingua.
Sempre più spesso, invece, quando la fede nasce in loro, lo fa per l’esperienza di essere stati oggetto di un amore eccedente e gratuito, capace di aprire l’inatteso che ci libera,
La “liberté” non basta a sé stessa. E' la “égalité” nella “diversité” che ci renderà liberi. E ciò è possibile se mettiamo al primo posto la grande dimenticata (come diceva l’Abbé Pierre): la “fraternité”. Che, cioè, una laicità che funziona è inclusiva e non esclusiva
Qualcuno si è accorto che nel catechismo della Chiesa cattolica non esiste la parola innamoramento?
“Prof, cioè lei vuol farmi credere che esistono persone che sono capaci di rimetterci solo per rispettare un principio etico? Cioè non ci guadagnano niente e anzi ci rimettono?”
Non esiste oggi, a mio avviso, nessuna possibilità di educare alla fede se, la Sua presenza non si da in noi come gioia, dolcezza, pienezza di vita, prima e al di là di ogni altro carattere che la presenza di Dio possa suscitare in noi.
Se la fede vuol provare a dire qualcosa di ricevibile per questa generazione, sulla sessualità, per prima cosa deve tornare a dire bene del piacere sessuale in chiave evangelica, invece di tacerne o, peggio, dirne male.
“No prof. – mi rispose allora - Io ho chiesto al mio parroco di sbattezzarmi. E lui mi ha detto che si può fare”.
Come mai non riesci ad immaginare che il primo posto possa essere condiviso da Dio e da noi alla pari?”
“Ad un certo punto ho respirato in fondo, e per un attimo mi sono davvero sentita bene. Era come se fossi a casa, lì.
"Quello che sento quando penso a Dio invece è una roba che mi riguarda, è mia, non so come dirlo… dipende anche un po’ da me”.
La Chiesa non esaurisce la presenza dello Spirito nel mondo, ma ne è la primizia garantita.
Se la Chiesa vuole davvero cambiare registro e prendersi a cuore la scuola italiana nella sua globalità, deve mostrare un po’ di coraggio in più.
“Professore, mi ha aperto una finestra luminosa, ma adesso ho ancora più dubbi di prima.
L' abilità umana di “produrre bellezza” , di generare atti che rimandano ad una pienezza di senso ben maggiore ed oltre la semplice somma algebrica delle singole potenzialità che compongono l’uomo.
Quello che manca, sia sul fronte laico che cattolico è la testimonianza di una sessualità intera, che oltre a “bruciare” il gusto del presente apra, proprio dentro a questa esperienza istantanea, il senso di una trascendenza orizzontale
“Io ho sempre creduto – gli dico - che se uno è sintonizzato davvero sul vangelo, non riesce a stare fuori e lontano dalla situazione reale che ha da vivere.
Le idee della fede non vengono prima, una volta per tutte come elenco di verità da credere, ma in corso d'opera come conseguenza della fede vissuta dalla Chiesa
A non cambiare è la fede, non il magistero. Il magistero cambia eccome. E se volete vi porto le prove.
“Se mi immagino che Dio chiama noi, le persone a credere allora penso che siamo tutti lì vicini a Lui che sta nel centro e noi li attorno siamo tutti vicini tra di noi, perciò dai, è un cerchio”.
I sogni, forse, ci sono. Ma non diventano più desideri. Restano sogni. Anche perché, già precocemente, hanno visto adulti con le ossa rotte “tirare a campare”
E se posso fare una cosa che gli piace, io sono felice. Magari non conta nulla per lui e forse nemmeno per me, ma sono felice a vedere che lui gioca e si diverte con me”.
Pure gli stessi autori del furto saranno stati molto sorpresi e stralunati nello scoprire cosa avevano tra le mani e come lo abbiano letteralmente “gettato alle ortiche”. Alle volte ho l’impressione che noi “cattolici”, non ci rendiamo conto davvero di ciò che abbiamo tra le mani
E’ davvero cristiano mettere distanza rispetto ad un pubblico peccatore che mostra di voler ri-continuare sulla strada della fede?
Per evitare che anche Cristo diventi solo una devozione, un’etichetta, o peggio un portafortuna e finiamo per utilizzarlo come un amuleto o come una bandiera, come un totem o come una panacea.
Faccio invece fatica ad accettare che questa visione del peccato come trasgressione di una regola sia la base dell’etica di molti cattolici. Che si dicono credenti.
“Perciò, secondo te, tu hai scelto in base ad un valore o ad un bisogno?”
Ha fatto voto di non chiedere mai niente a nessuno, tantomeno l'elemosina. Non tocca il denaro per nessun motivo. Non ha una casa. Non possiede nulla di nulla, a parte uno zainetto, un borsone da viaggio e gli abiti che indossa. Mica una barbona, però.
Non posso certo risolvere io il problema di Deborah. Mi limito a mostrare come dentro alla sua questione si nasconda la necessità di rivalutare il ruolo del piacere, sul quale spesso resta un atroce silenzio ecclesiale.
"Di una cosa sono convinto: se non partiamo dal loro vissuto, non si sono santi che tengano!”
“Bisogna venirci una volta nella vita, per capire cosa è successo … per capire che l’uomo può fare anche queste cose … ricordarlo forse ci protegge un po’ dalla violenza che abbiamo dentro”.
Che fatica recuperare l’idea che Dio sia libero in sé e per questo ci lascia liberi davanti a lui. Su di loro posso comprenderlo. Oggi è davvero dura per loro che quasi “soccombono” davanti alle responsabilità di una libertà vera.
"Ma nessuno di voi spenderebbe tempo a salutare per bene le persone a cui vuole bene?”
Tra la ricerca di Alex e l’esperienza di Matilde c’è un passaggio di logica, da quella del patto a quella della gratuità.
Dovremmo ricordarci che la verifica non sta nella nostra convinzione, ma nel confronto con la realtà”.
Non è in questione la paura di perdere la verità, contro il coraggio di regalarla a tutti.
“Va bhé, ragazzi, io un’idea ce l’ho, ed è anche diversa dalle solite Amsterdam, Barcellona, Berlino… E’ una proposta quasi “oscena”, lo so, ma sicuramente “fuori dal coro”: volontariato in cambio di vitto e alloggio”.
Il papa dice che la verità è una relazione, non un idea. Relazione tra due persone, l’uomo e Dio, di cui uno non muta mai, Dio, mentre l’uomo è continuamente in evoluzione.
“Chi sa di avere fede trasmette la sua bellezza interiore con la propria vita, non dovrà convincere o costringere, sarà lui ad essere la calamita. Il nuovo papa Francesco, per me ha la calamita”.
“La chiesa cattolica nasce e cresce nella venuta di Gesù sulla terra, basandosi sui suoi insegnamenti. O non più?” Piccola domanda che centra il problema di fondo: il recupero della centralità di Cristo.
La distanza tra Dio e l’uomo non sta nel suo stra-potere e nella sua perfezione logica, ma nel suo stra-amore e nella sua perfezione estetica, che ci attrae senza chiudere la nostra libertà.
Sono alla ricerca incessante, sotterranea e invisibile, di una fede da credere con il corpo, attraverso la testa, centrati sul cuore. Ce la faremo ad accompagnarli?
Ci accorgiamo che per loro Dio sta dove c’è un’emozione che sa di vita, una sorpresa che smonta quanto gli adulti mostrano loro ordinariamente, una esperienza fuori asse che apre il senso gratuito dell’essere al mondo.
Quello che so è che nessun amore, per quanto vero e bello potrà mai riempirci il cuore completamente, perché siamo fatti per l’Infinito, e non ci basta mai quello che troviamo qui.
E la fede? A forza di darla per scontata rischiamo di dimenticarcela e di non coltivarla più, rallegrandoci se gli spazi pubblici per la “presenza” della religione restano o aumentano e rattristandoci invece quando sembrano diminuire. Non è che stiamo perdendo l’essenziale?
Cioè l’infinito ci mette dentro qualcosa che ci sorpassa, ma che è la nostra vera essenza di persone, che va cercata e ascoltata proprio perché non la conosciamo mia tutta intera.
Per questi adolescenti i contenuti religiosi sono perfettamente assimilabili a qualsiasi altra cosa che può essere utilizzata per vendere o vendersi?
Il congiuntivo che sparisce anche dal linguaggio di fede indica che i miei studenti tendono a rendere reale la loro percezione soggettiva.
Mi chiedo quanto serva agli uomini e alle donne di oggi offrire percorsi “ordinati”, “canonici”, “assicurati” o uscire verso le periferie della vita e rintracciare le presenze di Dio anche la dove non te lo aspetti.
La fede è una esperienza di Dio che ti cambia la vita, nulla meno di questo.