Silvia è stata liberata, ma è libera?

Il paradosso di una ragazza liberata dai suoi rapitori che si ritrova ora ostaggio di insulti e minacce.
14 Maggio 2020

La vicenda di Silvia Romano ha scatenato reazioni fortissime. Al diffuso sollievo iniziale per l’avvenuta liberazione si sono presto sostituite le grida dei contrapposti schieramenti, che sono sfociate, sui social, nell’odio e nell’insulto. Insulti a Silvia – sui quali la procura di Milano ha aperto un’inchiesta – per la sua “conversione”, per non essere tornata indossando abiti occidentali, per la sua supposta ingratitudine verso lo stato italiano che l’ha liberata. Insulti al governo, per il riscatto pagato, per l’eccessiva enfatizzazione del ritorno in patria. Insulti reciproci tra i sostenitori dell’una e dell’altra fazione.

Quello che davvero mi ha fatto pensare di questa vicenda è il paradosso di una ragazza liberata dai suoi rapitori che si ritrova ora ostaggio di insulti e minacce. Credo questo chieda di riconsiderare in profondità il nostro ritenerci liberi.

Silvia è stata liberata, ma è libera? È una domanda che, a uno sguardo non superficiale, mostra diverse sfaccettature. Anzitutto, Silvia è libera, ma porta inevitabilmente con sé i segni profondi di quanto ha vissuto. Significa allora che le sue dichiarazioni, le sue scelte, siano prive di valore? No, ma porci di fronte ad esse con consapevolezza significa riconoscere che essere stata fisicamente liberata non vuol dire cancellare di botto diciotto mesi di segregazione. Che avrà bisogno di tempo e supporto per rielaborare in profondità quello che ha vissuto. E che da parte nostra l’atteggiamento più opportuno, se non si vuole banalizzare la complessità della situazione, è il silenzio che sospende il giudizio, e il rispetto.

Silvia è stata liberata, ma è libera? A causa degli insulti piovuti dalle tastiere di mezza Italia si è reso necessario chiudere i suoi profili social. Ieri sono stati lanciati dei cocci di bottiglia contro la sua finestra di casa. Si è ipotizzato addirittura di assegnarle una scorta. È libertà questa? Una Silvia Romano omonima, che nulla aveva a che fare con questa vicenda, si è ritrovata i profili invasi dagli haters, decine e decine di ingiurie. È libertà questa? In Italia ci consideriamo un paese libero, ma lo siamo davvero? Certo, siamo una democrazia, abbiamo una Costituzione che garantisce la separazione e il bilanciamento dei poteri, siamo uno Stato di diritto. Ma se ciascuno di noi non fa la propria parte, la nostra millantata libertà rimane sulla carta.

Silvia è stata liberata, ma è libera? Libertà è anche senza dubbio poter esprimere ognuno il proprio parare, il proprio punto di vista sulla vicenda, anche se divergente. Ma Silvia, come chiunque altro, sarà libera quando potrà scegliere, al di fuori di ogni contesto di costrizione, chi essere, come mostrarsi, in cosa credere, senza per questo ricevere odio in cambio. Perché la critica, la discussione, il punto di vista diverso sono espressioni di libertà; l’odio, l’insulto, il rifiuto dell’altro per chi è e cosa sceglie, invece la soffocano. E molto più frequentemente dei sequestri di persona.

2 risposte a “Silvia è stata liberata, ma è libera?”

  1. Francesca Vittoria Vicentini ha detto:

    E’ suo malgrado diventata un caso che ha suscitato interesse, per delle scelte da parte sua e per le conseguenze che l’hanno vista coinvolta in una che doveva quasi essere missione in aiuto a un prossimo bisognoso, diventata poi soggetto a sua volta da soccorrere . Questa ragazza milanese Ha però scelto liberamente ieri di andare dove la trasportava il cuore, di interessarsi ad altra cultura e oggi dimostra volontà di decidere di se stessa,non la spaventano gli insulti , si sente libera anche di indossare un abito che rispecchia scelta diversa.A mio parere sta vivendo in piena consapevolezza la sua libertà, sa opporsi anche a chi osteggia il suo pensare o critica il suo agire. Forse vi è stato troppo clamore politico a suscitare interesse mediatico, e non ha pensato che essere soli e osare troppo anche e sopratutto quando molto è da sapere e scoprire, prima che una storia possa sere raccontata.

  2. Sergio Tomasello ha detto:

    Si. Ci si poteva fermare al caldo abbraccio di figlia e mamma, si poteva anche commentare che la sorte le aveva concesso di essere liberata alla vigilia della festa della mamma. E poi viva i tanti amici di Milano e non…e viva pure la Farnesina. Ma poi lei ha parlato e invece di dire grazie a tutti ha precisato poche cose…che nessuno le aveva domandato di esternare…e poi quegli assurdi vestiti…é un parlare e un linguaggio non verbale ma chiaro…peccato. Se stava zitta e pensava solo a dire grazie…sarebbe stato un altro racconto. Ingenua? Non più libera? Dipenderà da lei…la Silvia Romano che tutti abbiamo sperato tornasse a casa. Spero che appena possibile vada via 1 mese con i suoi e lasci decantare l’accaduto. Forse tornerà libera davvero! don Sergio.

Rispondi a Francesca Vittoria Vicentini Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I commenti devono essere compresi tra i 60 e i 1000 caratteri. I commenti sono sottoposti a moderazione da parte della redazione che si riserva la facoltà di non pubblicare o rimuovere commenti che utilizzano un linguaggio offensivo, denigratorio o che sono assimilabili a SPAM.

Ho letto la privacy policy e accetto il trattamento dei miei dati personali (GDPR n. 679/2016)