Prove pratiche di telelavoro

Alcune annotazioni “a distanza” dall’ufficio sull’impatto nella vita familiare e anche nell’etica del lavoro
18 Marzo 2020

Per molti di noi è stata anche la scoperta del telelavoro. In pochi giorni abbiamo dovuto impratichirci di programmi a distanza e piattaforme condivise, via vai di chat e nuove procedure da concordare con colleghi e vertici aziendali. E per tanti la costrizione è stata occasione – finora impensata, in futuro speriamo non più necessaria in forma così massiccia – di valutare sul campo i tanto decantati vantaggi del telelavoro sulla vita familiare, e non solo. A seguire gli appunti con alcune prime impressioni, forse premature.

Grazie al telelavoro abbiamo ancora un lavoro, possiamo continuare a lavorare. Molte categorie professionali invece sono ferme, private del pane dello stipendio sicuro, soprattutto quando scarseggiano le protezioni sindacali. Ora che rischiava di venir meno, abbiamo riscoperto il valore del nostro lavoro: lo avevamo dato troppo per scontato. Se lavoriamo, siamo sani, in primo luogo. Anche il disagio di attendere all’istallazione della work station domestica è ben poca cosa rispetto al dono di continuare a lavorare, a vivere col proprio lavoro, del proprio lavoro. E non solo perché altrimenti le giornate di vacanza forzata rischiano dopo qualche settimana di rompere i nostri equilibri…no: il lavoro, ogni lavoro, è una ricchezza.

Stiamo provando un nuovo modo di “conciliare” lavoro e famiglia: con i ragazzi o i bambini che girano per la casa, i coniugi che hanno tempi e ritmi lavorativi diversi… fermi tutti: bisogna rinegoziare il tempo. Fissare gli orari degli appuntamenti comuni, la suddivisione dei compiti domestici equamente distribuiti, la turnistica dei servizi (il più gradito è quello di portare fuori il cane perché consente di sgranchirsi le gambe all’aperto per il solo giro dell’isolato).

Non è detto che la conciliazione riesca immediata e facile. Ci obbliga a rimettere sul piatto quanto siamo disposti a dare e a ricevere, a rivedere regole mai scritte. Anche a scoprire tanto tempo guadagnato (in primo luogo quello della trasferta per raggiungere la sede della propria azienda) e cercare di capire in che cosa investirlo o donarlo.

I genitori hanno modo di stare più vicini ai figli, affiancarli nelle loro dello studio o del tempo libero (stai studiando o stai giocando con la play?). E loro – anche se la scrivania di papà e mamma non si tocca, soprattutto quando c’è una videochiamata in corso – hanno modo di comprendere qualcosa di più del lavoro dei genitori. I passaggi più stressanti, ad esempio, ma anche qualche telefonata di soddisfazione.

Fronte interno all’azienda: qui la novità del telelavoro può essere vissuta come una intrigante rivoluzione nei compiti personali rispetto alla squadra. Ci si trova un carico evidente di libertà, ma anche un diverso livello di responsabilità: a partire dal rispetto degli orari minimi, della produttività comunque richiesta. E’ musica alle orecchie dei cristiani che voglion continuare a credere in un’etica del lavoro e alla possibilità di viverla con coerenza.

Si sperimentano giocoforza modalità cooperative: bisogna accordarsi sulle procedure, fissare bene le consegne, socializzare le verifiche, risolvere i problemi insorgenti. S’impara una correttezza di rapporti perché nelle chat e nelle chiamate collettive è importante essere – oltre che gentili – anche rispettosi della possibilità di tutti di esprimersi. E magari ci si accorge che manca soprattutto il momento di “stacco” e di confidenza garantito dalla pausa caffè oltre che quell’occhiata furtiva che serve a cogliere nei colleghi un momento di difficoltà o un motivo di malcelata letizia.

La novità innesca anche fantasia: il lavoro a distanza spalanca alcune soluzioni creative mai nemmeno ipotizzate, innesca delle competenze che quel collega non aveva mai “liberato”, consente una reciprocità forse diversa. E le opzioni tecnologiche si prendono spazio anche per esprimersi in forme di solidarietà a distanza (pensiamo al volontariato) o all’impegno culturale ed ecclesiale: potrei usarlo anche lì lavoro agile…

Un bilancio roseo? Troppo facile entusiasmo per alleggerire il clima di un’emergenza ancora drammatica e ansiogena?
Può essere, ma nelle opportunità di questo tempo dilatato e sospeso c’è anche la modalità nuova di lavorare che può far gustare novità, partecipazione, creatività e gratuità. Vale la pena annotarlo per quando staccheremo la connessione casa-ufficio.

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