Papa Francesco a Sanremo? Una provocazione per la Chiesa

Perché Francesco ha preferito il palco dell’Ariston a quello del Festival della canzone cristiana di Sanremo?
18 Febbraio 2025

Papa Francesco ci ha ormai abituato a interventi e apparizioni in contesti e con modalità inedite per un Pontefice, nella logica della Chiesa in uscita; una logica che purtroppo a livello ecclesiale facciamo ancora troppa fatica a recepire. Ma Francesco insiste, continuando a provocarci, e credo che il breve messaggio inviato a Carlo Conti e andato in onda nel corso della prima serata di Sanremo 2025 possa essere letto anche così: una provocazione alla Chiesa.

La scelta stessa di rivolgere anche in quel contesto un appello alla pace e una riflessione sul contributo che la musica può dare in questo senso appare a ben vedere provocatoria: eravamo abituati a un atteggiamento molto diverso da parte della Chiesa nei confronti della kermesse sanremese, fatto di accuse di blasfemia da parte dei vescovi locali e di risentimenti per l’utilizzo indebito di simboli religiosi. Se si torna con la memoria a tutte le polemiche degli scorsi anni, il gesto di Francesco appare drasticamente in contraddizione con quell’atteggiamento contrappositivo e ostile.

C’è poi un altro aspetto, passato sottotraccia, ma che a mio parere è significativo. Negli stessi giorni del Festival, ormai da quattro anni, si svolge, in collaborazione con diverse testate cattoliche, il Sanremo Cristian Music, il Festival della canzone cristiana che, come si legge nel sito internet dell’evento, “si prefigge di promuovere la Nuova Evangelizzazione e trasmettere i valori Cristiani mediante la canzone e la lode a Dio”. Non ho trovato commenti in merito, ma la scelta di Francesco di inviare un videomessaggio a Carlo Conti preferendo il palco dell’Ariston a quello della kermesse cristiana non può non far riflettere.

Personalmente vi leggo l’ennesimo tentativo di Francesco di contraddire un modello di Chiesa – ancora troppo diffuso – in cui la separazione con il mondo è drastica e insuperabile. Quel modello che ha nostalgia del tempo in cui la Chiesa era una società alternativa al mondo: c’erano i cinema cattolici e quelli non cattolici, le associazioni sportive cattoliche e quelle non cattoliche, e così per i centri di aggregazione, i libri, i partiti, i festival… Oggi le strutture che rendevano concretamente possibile quel modello di Chiesa si sono ormai quasi del tutto sgretolate, ma il modo di pensare nelle comunità cristiane spesso rimane quello di un tempo. La tentazione di costruire una Chiesa fatta di piccoli gruppi chiusi e identitari, in cui si parla un linguaggio proprio, incomprensibile agli altri, e ci si rivolge all’esterno solo in un’ottica di “conquista”, è presentissima. Il rischio che il futuro della Chiesa sia rappresentato da piccole comunità chiuse in sé stesse, completamente sganciate dalla realtà del mondo, in cui i discepoli si tramutino in adepti, è reale.

Papa Francesco ci richiama ancora – e questa volta, a mio parere, con una forza particolare – a un cristianesimo che non ha timore di mescolarsi con il mondo, arrivando finanche dove il mondano non sembra lasciare spazio ad altro – cosa c’è di più mondano di Sanremo? – non per riempire spazi o fare proseliti, ma per condividere davvero “le gioie e le speranze – la musica, la pace –, le tristezze e le angosce – la divisione, le guerre – degli uomini d’oggi” (GS 1). Nel solco del Concilio, ma prima ancora alla sequela di un Gesù che veniva rimproverato dai farisei per il suo stile mondano – “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori” Mt 11,19 – credendo in un Dio che sceglie di prendere su di sé fino in fondo e per davvero la nostra natura, abbattendo così una volta per sempre il muro tra sacro e profano.

4 risposte a “Papa Francesco a Sanremo? Una provocazione per la Chiesa”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Non si è capito se il Santo Padre è stato ospite o se ha desiderato onorare della sua presenza desiderando esprimere il suo compiacimento anche all’importante evento tutto italiano il Festival sanremese.
    Del resto Egli predica una Chiesa in uscita, in ogni ambito dove il cittadino vive,lavora, soffre o gode perché così ha imitato Cristo tra le genti. La Chiesa e per sua missione errante vicino è lontana certamente presente anche là dove si prendono decisioni importanti per il bene comune, dove si decide quale Pace per i popoli, soprattutto se deboli e ininfluente e la loro voce. Molto apprezzato il comunicato teletrasmesso dal Presidente Conf.Episcopale card. Matteo Maria Zuppi che ha riferito quanto la Chiesa sia attiva e collabori ponendo in luce quanto in Verità e Saggezza lo Spirito suggerisca, supportando gli sforzi che dai Governanti si attendono per un ritorno alla Pace

  2. Pietro Buttiglione ha detto:

    Scusate se mi intrometto qui ma solo x segnalare il gap tra tante ns discussioni e la realtà del momento che vede il predomino assoluto di finanza e capitali e la sparizione di qualunque riferimento etico. Sento da Raitre che a Monaco gli Usa hanno presentato alla firma di Zelenski un doc. In cui cede il 50% degli utili di tutte le risorse minerarie a società Usa che hanno prelazione su qualsiasi contratto.viene riferita una frase:
    PRIMA PAGA! SOLO DOPO POTRAI DARE DA MANGIARE AI TUOI FIGLI.
    Una?
    Ucraina sconfitta.
    Ma da chi??

  3. Dario Busolini ha detto:

    Le discutibili prese di posizione di vescovi corrispondevano ad altrettanto discutibili esibizioni. L’edizione di quest’anno è apparsa talmente anestetizzata che poteva starci anche l’intervento del Santo Padre. Tuttavia, con tutta la stima, l’ammirazione e l’amore che ho per lui, penso che si conceda fin troppo a giornalisti e conduttori di grido, con l’evidente rischio di ripetersi, improvvisare od essere frainteso. Tanto più nelle sue condizioni di salute: il giubileo degli artisti sarebbe stata una buona occasione per dire qualcosa di più approfondito al mondo della musica e non solo, ma saltato l’appuntamento per causa di forza maggiore che messaggio resta, solo l’auspicio della pace e “Imagine” di Lennon? Mi chiedo pure se sia giusto riconoscere a Sanremo (e ai suoi personaggi, compresso Benigni eletto difensore del Capo dello Stato!) tutta questa importanza nazionalpopolare che Rai e sponsor pompano sempre di più. Ha ragione Bennato: sono solo canzonette!

  4. Ornella Ferrando ha detto:

    “Chiesa in uscita” per costruire un dialogo interreligioso perché questo è il futuro. Il vero cristiano è colui che si lascia interpellare dai tempi , e’ colui che esprime gioia . Siamo ancora troppo chiusi nel nostro ambito, e nei nostri spazi . Dio ci ha donato la vita e il mondo e il nostro compito è quello di viverci e camminarci .

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