Le radici cristiane dell’ Europa

Io non posso stare senza far niente
10 Settembre 2015

Angela si inchioda in fondo alla poltrona. Il boccone le rimane a mezza bocca. E’ solo capace di urlare: David, David, vieni a vedere!! Dal salotto il marito reagisce con il grugnito solito, appena finito l’ennesima birra. “David, vieni a vedere, siamo in Tv!” La parola magica lo sveglia di soprassalto, balza in piedi e si catapulta in cucina: “Cosa vuol dire che siamo in Tv?” “Si, guarda, quella non è l’autostrada qui da noi? Hanno trovato un furgone con una settantina di immigrati dentro”. “Cosa?? Certo, è lì prima dell’uscita tre. Adesso arrivano anche sui camion?”. “Eh, ma questi non arrivano più, sono morti tutti dentro il furgone”. Silenzio.

Alle tre di notte, come al solito, David di alza per andare in bagno. Quando si rimette a letto, come al solito, non si addormenta. Il suv è da cambiare ormai, ha già 120 mila chilometri e poi ha solo 4 air bag. Fra una settimana esce la nuova versione, 25 cavalli in più e 8 air bag. Certo, bisogna aggiungere 16 mila euro, ma vuoi mettere la faccia dei suoi amici al pub quando lo vedranno? E poi aveva promesso di regalare a Viktor, il figlio maschio, il samsung 6 nuovo di pacca, per il suo trasferimento a Budapest. Dai, se lo merita! Ha 25 anni, lavora nella finanza, e va ancora in giro con un samsung 3. Ma roba da matti!

Angela invece ha dormito. Ancora assonnata, raccatta il giornale dallo zerbino e il respiro le si inceppa. Una foto a otto colonne le da il buon giorno. Si vedono solo i piedini del bimbo, in braccio ad un soccorritore, in riva al mare. E le parole dell’articolo fanno il resto. Arriva in cucina, mette il giornale tra il succo di mirtillo e i crauti di David, e riesce solo a dire: “Ma cosa sta succedendo?” David grugnisce. Aggrotta un sopracciglio e dice: “Brutta storia, sì, brutta storia!”. Angela si riprende il giornale, non ha fame. Si siede in salotto e accende la Tv. Gironzola qualche canale e poi arriva in Ungheria. Tremila persone in viaggio a piedi sull’autostrada per arrivare da loro, in Austria. Non crede a i suoi occhi! “David, David, madonna, un macello, vieni e vedere!” Stavolta il grugnito diventa una ciabattata rapida che arriva in salotto quasi prima della sua pancia. “Merda, ma nemmeno in Ungheria li hanno fermati? E’ un casino. Cioè, questi vogliono arrivare a piedi? Pazzia totale”.

Ma Angela non è già più lì. E’ nella sua casa natale, in Baviera, 40 anni prima, e ascolta sua madre che la rimprovera perché vuole farsi portare in macchina alla festa del paese, e sua madre non vuole: “Io ho attraversato mezza Europa per scappare dai Nazisti e tu non puoi fare 5 km a piedi, per un tuo capriccio??” E le attraversa la mente il suo cugino ungherese che, tutto pieno di orgoglio, le racconta di aver fatto il cammino di Santiago per onorare quel san Giacomo che ha fermato l’invasione ottomana dell’Europa. E qualcosa comincia a non tornarle più.

“David, non è giusto che non facciamo nulla, non è giusto!” “E cosa vorresti fare?? Vorresti portarti a casa dei musulmani?? Ma sei fuori?? Oh, guarda bene che io non ci sto. Mica gliel’ho detto io di andarsene da casa loro e venire a rovinarci la vita a noi?” “Sei sempre il solito. Già, voi Cameron, siete tutti così… Va bèh, fa come vuoi, ma io non posso stare ferma senza far niente”. Spegne la luce si mette a dormire. E pensa: intanto, al meno, ci siamo parlati di cose serie. Ma poi il sonno non viene. E mentre David già russa, Angela va nella camera che era di Viktor, apre l’armadio, prende le quattro coperte messe in naftalina 3 anni prima, le due giacche a vento da sciare, le scarpe da ginnastica usate solo una volta e pagate 120 euro. Tira giù il trolley grande, comprato “perché non si mai” e mai usato “non si sa mai perché”. Lo riempie e scende in garage. 50 km di andata e 50 di ritorno. Potrebbe anche farlo senza che David se ne accorga. La frontiera è lì. 

Ecco sì, la frontiera, quella che la divide da David e da suo figlio, che la divide da sé stessa, che la divide dall’umano che ancora riesce a sentire dentro. Che quei morti nel camion, quel bambino sulla spiaggia e quei “pellegrini” forzati hanno risvegliato. Ma poi? Domani? Tornerà dalla parrucchiera a spendere 100 euro per la messa in piega e si regalerà, come l’anno scorso, il week end alla spa di Salisburgo? E a quel punto però una domanda le attraversa il cuore: ma io, sono davvero felice? Vale davvero la pena difendere anche con l’odio le mie piccole oasi di respiro? E se mollassi tutto? Se fosse la volta buona che do credito alla voglia di amare senza se e senza ma? Sente il brivido liberante e tremendo del rischio totale, ma anche la leggerezza di chi ha scelto di non avere più nulla da perdere e quindi non avrebbe più paure, ne rabbie, ne odio. “Chi vorrà salvare la propria vita la perderà. Chi la perderà, per causa mia, la troverà”. Le radici cristiane dell’Europa.

 

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