L’abuso intellettuale

Tra le varie forme di abuso si commincia a parlare anche di quella "intellettuale": ma in che senso?
6 Giugno 2025

Come il bene può manifestarsi in molteplici modi e diffondere una scia di bene e una di solidarietà intergenerazionale, allo stesso modo – ma in direzione opposta – il male e la violenza possono assumere diverse forme e modalità: l’ONU e l’APA ne hanno classificato diverse che ad oggi sono riconosciute universalmente [1].

C’è una forma di abuso che rientra nella violenza psicologica, ma è molto più sottile e merita una precipua classificazione, come del resto è stato fatto per lo stalking, il cyber stalking e il mobbing: tutte violenze facenti parte alla sfera psicologica.

L’abuso intellettuale è una nuova categoria di violenza che necessita di essere tematizzata ed estrapolata del generico alveo degli abusi psicologici.

 

Che cos’è?

È una forma di maltrattamento che riguarda la sfera psicologica, e si configura più facilmente negli ambienti scolastici ed accademici (anche ecclesiali), ma proprio per il suo piano trasversale, può manifestarsi in contesti relazionali diversi, come del resto avviene per altre forme di violenza.

Giudicare l’abilità dello studente è compito insindacabile del personale docente ed accademico (non si entra qui nel giudizio professionale del docente), ma quando questo avviene in modalità asettica, svilente e denigrante, tanto da far perdere fiducia nelle capacità del discente, da ledere la sua autostima e creargli un blocco cognitivo e relazionale, questo è un chiaro segnale che si sta oltrepassando la linea della correzione professionale e dell’insegnamento costruttivo entrando in quella dell’umiliazione e del sottile o più esplicito deprezzamento umano.

 

Come prevenire queste forme di abuso.

Per evitare che queste forme di abuso si configurino è necessario non solo investire in modalità pedagogiche inclusive, ma anche vegliare su quegli aspetti più riflessi e inconsci del proprio carattere, del proprio temperamento o della propria storia biografica, ammettendo e riconoscendo quando l’incapacità dell’altro o anche semplicemente la diversità del pensiero altrui è capace di arrecare fastidio e insofferenza, così da non rispondere istintivamente o in modo iracondo.

 

Linee pedagogiche per maltrattanti e maltrattati.

Per evitare che si generi tale violenza è giusto sensibilizzare e tematizzarla come una forma di abuso vero e proprio, facendo riflettere sugli effetti che questa comporta e sull’impatto che hanno le parole sullo sviluppo umano, ma più semplicemente sull’interiorità della persona.

Per i maltrattati che hanno subito violenza intellettuale, è bene circondarsi di persone che possano ricostruire e rafforzare la sicurezza e l’autostima danneggiata, ma che permettano anche di intessere rapporti distesi e di fiducia, di scambio costruttivo e arricchente.

Al di là della necessaria, indiscussa e fondamentale deontologia professionale, la crescita umana a discapito di quella relazionale-umana è riduttiva, se non inutile.

 

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[1] L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) annovera tra le tipologie di violenza domestica quella fisica, quella sessuale, quella psicologica e i comportamenti controllanti; l’American Psychology Association (APA) considera anche la violenza economica e lo stalking. Cf. V. Schimmenti – G. Craparo, Violenza sulle donne. Aspetti psicologici, psicopatologici e sociali, Franco Angeli, Milano 2014, 107; Cf. https://www.unicef-irc.org/publications/235-violenza-domestica-contro-le-donne-e-le-bambine.html [accesso: 04.02.2025].

 

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