La gentilezza, l’amica ritrovata

"Anziché lamentarci di quello che la pandemia ci impedisce di fare, facciamo un regalo per un bisognoso a cui nessuno pensa" (Papa Francesco). Questa è la genitlezza di cui ha bisogno il mondo oggi...
21 Dicembre 2020

“La gentilezza è una liberazione dalla crudeltà che a volte penetra le relazioni umane, dall’ansietà che non ci lascia pensare agli altri, dall’urgenza distratta che ignora che anche gli altri hanno diritto a essere felici. (…) Eppure ogni tanto si presenta il miracolo di una persona gentile, che mette da parte le sue preoccupazioni e le sue urgenze per prestare attenzione, per regalare un sorriso, per dire una parola di stimolo, per rendere possibile uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza”. Papa Francesco dedica ben tre numeri (222, 223 e 224) dell’Enciclica “Fratelli tutti” alla gentilezza ed alla necessità di recuperarla come strumento fondamentale per costruire un mondo migliore, più giusto, più felice. Non mi ha stupita questa sottolineatura: d’altronde, Francesco ci aveva già fatto riflettere sulla “rivoluzione della tenerezza” della quale, se vogliamo, “il miracolo della gentilezza” è una conditio sine qua non.

Ho pensato spesso alle parole del Papa, apparentemente poco calate nella realtà di questi tempi così complessi, in cui le urgenze quotidiane rendono tutto essenziale, quasi scarno. E la gentilezza, come tanti sentimenti amorevoli, sembra essere un surplus, un accessorio che – proprio quando ti va bene – capita, altrimenti se ne può fare tranquillamente a meno. Invece no: proprio in questo periodo così difficile, ho capito una cosa: l’amore capita, la gentilezza si pratica.

Al primo, infatti, puoi anche dire di no, ma resta comunque dentro, come un sentimento ineludibile che, quando capita appunto, lascia il segno. La gentilezza, invece, è una scelta: si sceglie di essere gentili nelle cose che facciamo, nelle parole che diciamo, nei gesti che compiamo. Ad alcuni viene più naturale, certo, ad altri no, ma il succo non cambia: la gentilezza la devi volere e la devi praticare, altrimenti da sola non arriva. Anzi, si inaridisce e si secca, senza speranza.

A detta dei miei familiari, amici e colleghi, io sono una “persona gentile”, forse perché sorrido spesso. Con gli anni ho imparato, infatti, che un sorriso gentile “apre strade là dove l’esasperazione distrugge tutti i ponti”, come scrive Papa Francesco. Non solo: con il tempo ho capito anche che l’amore può essere a senso unico, non ricambiato; la gentilezza, invece, no. Gentilezza “chiama” gentilezza perché alleggerisce il mondo dell’altro, rendendolo migliore e quindi portandolo naturalmente a fare altrettanto. La persona gentile, è “una stella in mezzo all’oscurità”, spiega il Papa, perché “aiuta gli altri affinché la loro esistenza sia più sopportabile, soprattutto quando portano il peso dei loro problemi, delle urgenze e delle angosce”.

“Ne usciremo migliori”, ci siamo detti tutti all’inizio di questa pandemia. Io ci credo ancora, purché migliori non significhi solo più forti, più consapevoli, più bravi, ma anche più gentili.

3 risposte a “La gentilezza, l’amica ritrovata”

  1. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    Che uno sia gentile con me.. potrei anche pensare che è questione di educazione, di indole..
    ” A detta dei miei familiari, amici e colleghi, io sono una “persona gentile”, forse perché sorrido spesso. Con gli anni ho imparato, infatti, che un sorriso gentile “apre strade là dove l’esasperazione distrugge tutti i ponti”, come scrive Papa Francesco.”

    Che invece uno mi sorrida.. no!
    Con quel sorriso mi hai aperto il cuore,
    Mi hai aperto il cielo..
    Mi hai fatto credere di non essere SOLO.

  2. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Si, fare un regalo a qualcuno che ne ha bisogno la Gentilezza corrisponde; a questo requisito corrispondeva assegnazione di premio in Pubblica Amm.ne, e io sono una. Penso sia una predisposizione dalla nascita, come la violenza o timidezza. Certamente la G.apre al prossimo, preferisce modi garbati, ha occhi e anche cuore per vedere il prossimo più bisognoso e si sente influenzata ad aiutarlo. Molte volte la persona gentile non è compresa, passa per essere debole, vulnerabile e c’è chi abusa chiedendo di più, o pensando a una persona debole. La Gentilezza è un buon seme, che spesso si scontra con la violenza, ma resistente apre al sorriso e alla gioia. Educare alla gentilezza dovrebbe essere anche esercizio della istruzione scolastica. Capita di assistere, video trasmesse, scene di comportamento discutibili anche in supposta libertà , in ruolo di rappresentanza di cittadini che richiederebbe una più educata sobrietà

  3. Laura de Angelis ha detto:

    Una bella analisi sulle parole del Papa soprattutto perché calate nelle realtà vissuta quotidianamente dall’autrice.
    Grazie!

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