Da molti anni insieme ad un gruppo di amici e di ex alunni del mondo salesiano ci prendiamo cura di alcune famiglie in difficoltà che vivono a Catania. L’esperienza si è sviluppata a scuola, presso il Liceo Don Bosco, inizialmente come alternativa alle sospensioni degli studenti, poi come proposta stabile di volontariato da vivere una volta a settimana, considerato che coloro che per “punizione” l’avevano vissuta, dopo cominciavano a chiedere di continuarla liberamente.
Partiti dal servizio alle persone senza dimora, col tempo abbiamo incontrato delle famiglie che in modi diversi chiedevano aiuto, pur avendo una casa, trovandosi in condizioni momentanee o costanti di difficoltà economica. Alcune di queste si sono risollevate, altre hanno ora un sostegno periodico nella parrocchia, altre ancora stentano purtroppo. Cerchiamo di non perderle di vista, di mantenere i contatti, poiché l’isolamento è pericoloso per chi ha già tanti problemi e cerca comunque di affrontarli con grande dignità.
Il periodo delle festività natalizie è quello più delicato per queste famiglie, poiché vengono al pettine svariati nodi dinanzi ad un mondo che prova a nascondere (e neanche tanto bene) i veri problemi dietro musiche suadenti, luci intermittenti, ricche vetrine, auguri a buon mercato, occasioni da non perdere, natali alternativi. Va segnalato l’aumento delle iniziative di solidarietà, alcune delle quali occasionali, così come chi vi si dedica, ma non senza un significato. Così, un gruppetto di giovani di un noto club service ci propone la disponibilità per un gesto di solidarietà, chiedendo in cosa poter essere utili per queste famiglie.
Abbiamo imparato nel tempo che ogni occasione va colta, ma non sotto il profilo meramente materiale, bensì sotto quello della proposta da fare a chi vive solamente per poche ore un’esperienza di questo tipo. C’è chi immagina solo lontanamente certe situazioni, dunque toccarle con mano, vedere “la carne e il sangue”, può lasciare un segno, un desiderio, una domanda…certo anche indifferenti seppur raramente. Non accettiamo soldi, puntiamo solo sul “vieni e vedi”! In questo caso ci si raccorda sul come essere utili e, in media, come in questo caso, portare del cibo di persona è sempre un buon regalo. Cosa, quanto? Descritti i nuclei familiari per avere contezza delle quantità, puntiamo sulla qualità e la cura.
Che vuol dire? Queste famiglie non dovrebbero accontentarsi? Non gli basta che qualcuno sia tanto generoso da aiutarle? C’è chi pensa che una persona che vive in strada o in povertà debba accettare qualunque cosa, non debba avere gusto, e ancor meglio se è pure misero. Infatti, se la povertà non è bella (e qui non parliamo della povertà evangelica), ancor più brutta è la miseria! È uno dei motivi per cui spesso molti vestiti usati donati sono più adatti all’immondizia che all’essere riutilizzati. Quindi, io non li indosso, non li lavo neanche prima di darli, sono pure strappati o bucati, magari fuori stagione, però un povero non deve rifiutarli in virtù della propria condizione.
Vogliamo essere più buoni a Natale però con le nostre regole e solo con chi ai nostri occhi si mostra in totale miseria e accetta le nostre briciole. Se poi, però, mentre buttiamo le briciole con la lacrimuccia agli occhi, ci accorgiamo che il triste destinatario della nostra regale benevolenza ha uno smartphone…si fa un passo indietro sdegnati per cotale inganno e oltraggio a chi soffre davvero! Perché non solo si vive già male, non si deve neanche poter comunicare, chissà con un familiare lontano nel caso dei migranti, con l’unico amico che hai, con un’associazione di volontariato, per chiedere aiuto in caso di bisogno.
Tornando alla nostra esperienza, visto il periodo di festa, allora abbiamo suggerito a questi giovani di donare una spesa natalizia, gustosa, di marca, diversa da quella classica di ogni banco alimentare (ottima, ma normalmente generica o di massa a marchio CE), invitandoli ad acquistare i prodotti come se lo stessero facendo per il proprio cenone. Ebbene sì, questi giovani come sempre ci hanno stupito, poiché hanno accolto il consiglio, e si sono superati portando persino le ceste natalizie, quelle dinanzi alle quali anche chi ha un medio stipendio sospira, passando avanti!
Si certo, dipende da quanto si ha da poter spendere, tutto può servire alla causa, se chi è alla fame nel cesto trova cose speciali come un olio pregiato rispetto a quello di semi!!, doppio il piacere di riceverlo. Finché l’offerta è libera il piacere e da ambe le parti, la cosa che oggi sta diventando insopportabile,pretesa sono le richieste in denaro, cifre che non sono possibili a un popolo già provato, che denota L,interesse alto del richiedente e la poca sensibilità sia per la causa sia il modo studiato di quanto chiedere. Facendo leva sul suscitare pietà. E’ veramente inqualificabile