I bufalari cattolici

Se uno ha detto una cosa, non gliene puoi attribuire un'altra; se uno ha fatto una cosa, non puoi dire che ha fatto il contrario. È un problema sociale, ma è anche un problema della Chiesa
24 Luglio 2018

Ma i credenti non erano dei cercatori di verità? Chissà, forse un tempo sì, o forse lo sono state solo alcune figure profetiche. Certamente non lo sono oggi, non sul web e in particolare sui social.

Secondo un’indagine dell’Università Suor Orsola Benincasa d Napoli, l’82% degli italiani non è in grado di distinguere tra una bufala e una notizia sul web. Dato inquietante, che focalizza un problema ben conosciuto e trasversale a gruppi, generazioni e culture: i social media, che hanno permesso a chiunque di prendere pubblicamente la parola, hanno mostrato il lato peggiore dei cittadini, disponibili a credere alle bufale e ai complotti, creativi nell’inventarli, complici nel diffonderli, pronti a riversare odio e rancore su qualunque cosa abbia a che fare con le istituzioni o con fatti e modi di pensare che contraddicono i loro pregiudizi. E i cittadini cattolici, che come gli altri abitano il web, non sono da meno.

Faccio tre esempi recenti, che mi sembrano indicativi.

IMPAGLIAZZO E LA COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO. Partiamo da un post pubblicato su Facebook il 17 luglio. È un po’ lungo, ma vale la pena leggerlo:

«Il Presidente della Comunità di sant’Egidio dr. Prof. Marco Impagliazzo ha rilasciato attraverso le più autorevoli agenzie di stampa internazionali una documentata rilevazione statistica che dimostra un collegamento di “causa effetto” tra la drastica diminuzione di arrivi dei migranti, la correlata diminuzione di offerta-lavoro delle badanti e il conseguente aumento della condizione di disagio e financo della mortalità delle persone anziane.

Ergo: il Ministro degli Interni in carica è responsabile dell’aumentata mortalità senile.

I corrispondenti dell’Associated Press, della CNN, della BBC e della Reuters assicurano che al momento della dichiarazione nella Sala Stampa presso Santa Maria in Trastevere il prof. Impagliazzo sembrava sobrio.

Commento: se Impagliazzo fosse in grado di spiegare le sue affermazioni meriterebbe il premio Nobel per l’economia, e immediatamente verrebbe proposto ministro dello sviluppo economico al posto di Di Maio. Invece quello che dice lo ha letto su quei mille documenti-veline che circolano per spiegare la necessità del processo di immigrazione (le abbiamo ascoltate quasi identiche dai radicali della Bonino e dagli esponenti della CEI). Adesso anche le badanti ci mancavano! Avete mai visto arrivare barconi pieni di badanti? Se non vengono più come prima è solo perché non son più pagate come prima. Riguardo alla mortalità degli anziani, questa semmai è correlata ai tagli di bilancio per le spese sanitarie e pensionistiche, tagli effettuati al fine di pagare l’integrazione di migranti. Ma una volta per tutte, per favore aiutatemi a chiederlo a più voci : <POSSIAMO VEDERE I BILANCI DI SANT’EGIDIO?> Sono convinto che sarebbero molto, molto interessanti da analizzare».

Inutile dire che Marco Impagliazzo non ha rilasciato alle agenzie di stampa internazionali “documentate rilevazioni statistiche”. Semplicemente, durante una visita del premier Conte alla Comunità di Sant’Egidio, ha fatto notare, citando dati INPS, che a «causa dei restringimenti previsti per gli immigrati e dello stop dei flussi le badanti sono diminuite. Il problema è enorme: senza di loro, senza l’assistenza domiciliare o senza la creazione di forme alternative di co-housing, gli anziani non possono più stare a casa loro, condizione essenziale per il loro benessere». Quindi, propone la Comunità, è ora di sbloccare il decreto flussi, che non viene rinnovato dal 2011. La comunità di Sant’Egidio, che da anni si occupa di assistenza agli anziani e in quell’occasione ha reso noti i propri dati, non ha fatto riferimento ai barconi, non ha parlato di mortalità, non ha addossato a nessun ministro la colpa della mortalità senile.

Detto questo è interessante rilevare, nel post, la presenza di tre giochini comuni a questo tipo di manipolazioni: il complottismo (le mille veline che non si sa chi mette in giro), il fare di ogni erba un fascio (in questo caso l’accomunare gli “esponenti della CEI” ed Emma Bonino), il gettare fango sull’avversario (“possiamo vedere i bilanci?”).

Tengo a precisare che questo post io non l’ho visto sulle bacheche di solititi laicisti-di-sinistra-anzi-comunisti, ma sulla bacheca di persone che esibiscono come armi il loro essere cattolici. Gli odiatori ecclesiali spesso non si distinguono dagli odiatori laici.

PAPA FRANCESCO. Secondo caso: questa volta si tratta di commenti a un post (spesso proprio commenti sono lo spazi dove odiatori e manipolatori si esprimono al meglio). Il 18 luglio qualcuno posta su Facebook, nel “Gruppo sostenitori del Ministro della Famiglia e disabili, Lorenzo Fontana” un link ad un articolo del “Messaggero” dal titolo: «Papa Francesco ai migranti: “Rispettate leggi, cultura e tradizioni religiose dei Paesi che vi ospitano”. Nell’articolo si spiega che, parlando agli ambasciatori accreditati in Vaticano, il papa ha ricordato la necessità di saper coniugare il diritto di «ogni essere umano […] di immigrare in altre comunità politiche e stabilirsi in esse», e nello stesso tempo di garantire la possibilità di un’integrazione dei migranti nei tessuti sociali in cui si inseriscono, senza che questi sentano minacciata la propria sicurezza, la propria identità culturale e i propri equilibri politico-sociali. Quindi ha aggiunto: «D’altra parte, gli stessi migranti non devono dimenticare che hanno il dovere di rispettare le leggi, la cultura e le tradizioni dei Paesi in cui sono accolti». Niente di nuovo, perciò, per quanto riguarda la posizione del Papa sul tema immigrazione. Ma si può perdere tempo per leggere l’articolo e cercare di capire? No, la verità sta nel titolo, che basta a se stesso e ai lettori. Al post segue quindi una sfilza di commenti di questo tenore (cancello i nomi, per ovvii motivi)

Tizio: Ma per piacere ??? a chi vuol dargliela a bere… adesso che c’è Salvini si ricorda di dire queste ovvie cose???? Non ci crede più nessuno alle tue macchinazioni Bergoglio.

Caio: Sono confuso: questo Papa va bene o no? Per l’amor di Tariel, decidetevi.

Sempronia: Assolutamente no è tutto meno che Cristiano

Caio: Sicuramente shintoista non è.

Sempronia: comunque a favore della religione globale

Caio: Che sarebbe? Sulla superficie terrestre esistono circa una decina di religioni con un numero di fedeli abbastanza nutrito.

Sempronia: unica religione globale COMPRESO l’Islam è più facile controllare dalla grande massoneria

Caio: Non ho capito, mi illumini affinché non mi perda nella notte eterna.

Sempronia: forse non mi spiego bene ma nel mondo globalizzato che vogliono instaurare i grandi poteri finanziari una sola religione si controlla meglio è le popolazioni sono di più facile controllo

Anche in questo caso troviamo la già citata triade: il complottismo (le macchinazioni di Bergoglio, la grande massoneria), il fare di ogni erba un fascio (Bergoglio, massoneria, grandi poteri finanziari), il gettare fango sull’avversario (“a chi vuoi dargliela a bere”), conditi con un buon numero di errori di grammatica.

IL VESCOVO DI VENTIMIGLIA. Un terzo esempio lo prendo dall’attivissimo gruppo Facebook “In favore dei Francescani dell’Immacolata”, dove il 20 luglio qualcuno posta un link al sito di clickbaiting Mag24. Uno di quei siti, cioè, che hanno l’unico scopo di ottenere un alto numero di contatti, per poter avere pubblicità da Google. E infatti il sito in realtà ha copiato un articolo del quotidiano Libero. Il titolo scelto da Mag24 è: «”Poche balle, Salvini è un eroe” il vescovo di frontiera che sconfessa Bergoglio e le sue panzane sull’accoglienza» (da cui sembrerebbe che l’eroe è Salvini). Quello di Libero è “Il vescovo di frontiera che parla come Salvini: un eroe. La dura verità sui migranti” (da cui sembrerebbe che l’eroe è il vescovo). Leggendo il testo, si scopre che Monsignor Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia, rispondendo ai firmatari della “Lettera ai vescovi italiani” di un gruppo di presbiteri e laici sul problema del dilagare dell’intolleranza e del razzismo (lettera che l’articolo definisce clerical-immigrazionista), ha scritto che «il futuro dell’ Europa non possa o non debba rischiare di andare verso una sostituzione etnica, involontaria o meno che sia», da cui il titolo.

E in effetti, nel testo di Monsignor Suetta – che non ha mai citato Salvini – quella frase c’è, ma all’interno di un complesso ragionamento sulle cause delle migrazioni e sui problemi che comportano, che lo porta tra l’altro a dire «che la politica dell’accoglienza deve coniugarsi con la difficile opera dell’integrazione che non lasci ai margini chi arriva sul nostro territorio». Tant’è vero che il titolo di Vatican Insider è di ben altro tenore: «Il vescovo di Ventimiglia: garantire ai popoli la possibilità di “non emigrare”», e quello del SIR è «Migranti: mons. Suetta (Ventimiglia) risponde ai firmatari della lettera ai vescovi italiani, “intollerabile rifiutarli, maltrattarli, sfruttarli”».

Il post che attribuisce un linguaggio scurrile ad un vescovo ha avuto 203 like e 106 condivisioni quando l’ho visto io (e chissà quante sono diventate nel frattempo) ed è stato ovviamente corredato di un profluvio di commenti entusiasti. Non uno che si sia allarmato per il linguaggio e, lasciandosi sfiorare dal dubbio, sia andato a leggersi la lettera (che si trova questo link)

IL VALORE DEL DUBBIO. Di fronte alla facilità con cui oggi si possono manipolare informazioni e opinioni, la nostra società deve trovare una soluzione e secondo me sta nel tornare ad educare al dubbio, a quel sano spirito critico che porta a chiedersi se davvero le cose sono come ce le raccontano; nel riabituare le persone all’idea che la verità va cercata, usando fonti attendibili; nel riscoprire il valore delle informazioni separate dalle opinioni, e delle opinioni che si fondano su fatti e su dati. Ma soprattutto tornare a pensare che una realtà esiste e che va rispettata: se uno ha detto una cosa, non gliene puoi attribuire un’altra; se uno ha fatto una cosa in un modo, non puoi dire che ha fatto il contrario.

È un problema sociale, ma è anche un problema della Chiesa, anch’essa lacerata da questi rancorosi manipolatori che non rispettano nulla e nessuno, accecati dal proprio pregiudizio. Una volta c’erano le superstizioni, oggi c’è il complottismo; una volta c’era il pettegolezzo, oggi ci sono le bufale. Sono comunque nemici da combattere, nel nome di una fede ragionevole e dialogica, che faticosamente cerca la verità.

Foto: Flickr Marco Verch

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