Coincidenze

Il Cara sgomberato è gestito da Auxilium, una cooperativa di matrice cattolica. E che, l'estate scorsa, ha accolto 100 migranti della nave Diciotti nel Centro Mondo Migliore, ai castelli romani
26 Gennaio 2019

Io una mezza idea ce l’ho, sul motivo per cui la scure del decreto sicurezza è caduta proprio sul CARA di Castelnuovo di Porto un paesone alle porte di Roma con meno di 9mila abitanti, dove questa grande struttura accoglieva all’incirca 500 migranti. I CARA sono i Centri di accoglienza dove i richiedenti asilo stanno per un periodo che dovrebbe essere breve: il tempo necessario all’identificazione e all’esame della domanda d’asilo, tre mesi sulla carta. Fatto questo, i richiedenti asilo vanno – o meglio andavano, visto che Salvini ha depotenziato il sistema – nei centri del sistema Sprar: luoghi di accoglienza più piccoli, dove è più facile una vera integrazione in vista della conquista dell’autonomia. In realtà poi i tempi si allungano ed è anche per questo che impostare i percorsi di integrazione fin dall’inizio, cioè fin dalla permanenza nei CARA, è importante. È quello che avveniva a Castelnuovo: dove i bambini andavano a scuola e gli adulti facevano corsi di italiano, partecipavano a laboratori, ritrovavano la capacità di costruire relazioni.

Invece il 22 tutto questo è finito e sono iniziate le deportazioni. Verso dove? Verso altri centri di accoglienza i richiedenti asilo, per strada i titolari di protezione umanitaria (che grazie al decreto sicurezza non hanno più diritto a stare nel sistema di accoglienza). Via i bambini dai loro compagni, via la mamma che ogni giorno andava all’ospedale Gemelli per allattare il bambino prematuro, via le persone che faticosamente cercavano di rimettersi assieme dopo le violenze subite lungo il viaggio. Via, anche, un centinaio di posti di lavoro (e vorrei ribadire che nel creare posti di lavoro non c’è niente di male).

E la cosa forse inaspettata – o forse no, è semplicemente che la realtà non coincide con la fabbrica della paura messa su da questo governo e in particolare dalla Lega – è che la comunità si è ribellata: dal parroco al sindaco, ai cittadini (che hanno anche organizzato una manifestazione di protesta), alle associazioni, ai volontari, oltre ovviamente agli operatori che perderanno il lavoro. Altro che più sicurezza! Qui c’è solo più amarezza, per tanto lavoro buttato via.

Dunque, perché chiudere proprio il CARA di Castelnuovo, visto che non creava problemi sul territorio e che ci sono sicuramente realtà che invece ne creano?

Io un’ipotesi ce l’ho. In genere non mi piace fare dietrologie, ma in questo caso mi sembra l’unica risposta possibile. Il CARA di Castelnuovo è gestito da Auxilium, una cooperativa di matrice cattolica che si ispira alla Dottrina sociale della Chiesa. E che, l’estate scorsa, ha accolto 100 migranti della nave Diciotti (ricordate?) nel Centro Mondo Migliore, ai castelli romani: una struttura che fa parte del sistema Sprar e che è finanziata dalla Cei.

Quella di Salvini è secondo me una specie di vendetta nei confronti di Auxilium e un altro atto della guerra che da tempo ha ormai ingaggiato contro la Chiesa italiana. Che è rimasta una delle poche realtà italiane che osano esprimere un pensiero autonomo rispetto a quello di Salvini.

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