Bonus facciate

In ogni caotica e polverosa demolizione bisogna sperare che vi sia un’occasione perché essa sia davvero un incentivo nella nostra quotidianità
18 Novembre 2021

Le nostre splendide città italiane in questi mesi sono tutte avvolte da ingombranti impalcature. Lunghi teloni di rete fasciano palazzi e caseggiati e i ponteggi ingabbiano come morse di ferro le nostre case. L’ultima  legge di bilancio ha introdotto infatti forti agevolazioni fiscali per gli interventi di recupero o restauro delle facciate esterne.

E così si moltiplicano cantieri ovunque che chiudono persiane, ingombrano marciapiedi, sporcano vetri, terrazzi e strade. Materiali e detriti appoggiati qui e là, a volte in bilico su assi, ad altezze da fare anche paura. Camion rumorosi che scaricano e caricano a tutte le ore e colpi, e poi colpi, martellate, trapanate.

I palazzi storici più belli sono ora stretti dentro teloni che riproducono come in foto ciò che alla vista rimane nascosto. Il vento li fa ondeggiare e a volte fa persino effetto passarci vicino.

Cammino per strada facendo lo slalom tra i cunicoli e i sottopassaggi dei ponteggi, accelerando il passo perché sopra la testa sento cadere calcinacci e pezzi di pietra.

Anche il mio palazzo è in questa condizione.

Tanta polvere e rumore intorno.

La luce di questo meraviglioso autunno filtra timida attraverso la rete verde e tutta la casa ha colori diversi, come perennemente dietro un velo.

Gli operai arrivano presto il mattino, si parlano a voce alta tra un ponteggio e l’altro, lingue che non conosco. I giovani sono tutti immigrati. I più anziani, sono italiani. La comunicazione tra loro è qualcosa di molto particolare: i primi hanno la forza di schiene potenti, i secondi la forza dell’esperienza. Osservo le loro giornate, gli zainetti che appoggiano vicini alla mia finestra, le bottiglie di plastica e le carte dei loro panini. Qualcuno lascia le cicche di sigaretta in bicchieri di carta dentro ai vasi delle mie piante. La sera, giacconi svuotati pendono come fantasmi dai giunti dei tubi innocenti di fronte ai miei vetri.

Sono vicinissimi ma fuori. Io al caldo e loro al freddo. Io a tavola seduta e loro per terra tra le assi.

Staranno così per mesi immagino, ed io sento che in questo caos, in questa demolizione e polvere, ci sia un’occasione, un modo perché questo “bonus facciate”, sia davvero un bonus, un incentivo nella mia quotidianità.

Cercare bellezza non è un ‘idea, non deve essere un concetto lontano.

Oggi sento che da queste gabbie arrugginite si possa scoprire ancora novità e buone occasioni.

Ho iniziato da pochi vasetti fioriti.

Il mio dirimpettaio ha riso quando li ho appesi sui ponteggi arrugginiti. Mi ha chiesto ironico se stavo “arredando” le impalcature. Dopo qualche giorno, ho visto che un giovane operaio li innaffiava con grande delicatezza versando l’acqua avanzata dalla sua bottiglia.

A volte mi affaccio con il mio nipotino in braccio e faccio due chiacchiere con questi uomini. I bambini sanno creare immediati legami di tenerezza. Loro lo sentono parlottare e un giorno mi hanno persino bussato nei vetri chiedendomi se il rumore del trapano lo spaventava o poteva disturbarne la nanna. Il linguaggio è quello dei sorrisi e dei gesti. E’ un vocabolario che nasce dal desiderio di relazione. Ho notato che alla sera, prima di andare via, mi fanno spazio tra i detriti per poter aprire il mio stenditoio carico di bavaglini e pigiamini. E’ un bucato che in mezzo a questo cantiere parla di vita e bellezza. E questi uomini ne hanno un rispetto che mi commuove.

Fa freddo in questi ultimi giorni, piove ma loro lavorano ugualmente. Il bonus facciate ha fretta di rispettare tempi precisi. Faccio un thermos di caffè e lo appoggio vicino ai loro zainetti prima di uscire per andare a scuola. Li sento camminare sopra la mia testa.

Mi piace regalar loro un momento di calore.

Il grazie nei loro sorrisi stanchi è la preghiera più bella del mio oggi.

Anche qui su queste impalcature c’è Chiesa. Questi uomini, poveri affaticati uomini, sono il volto di una bellezza che va cercata, coltivata e riconosciuta. Immagino possano essere musulmani.

La bellezza ha un solo Dio, dietro e dentro ogni facciata.

Loro stanno facendo bella la mia casa ed io ho un profondo senso dell’importanza della bellezza.

La bellezza attira, crea vicinanza, comunione. Come è vera questa cosa…

“Estetica deriva dal verbo greco aisthánomai, che significa sento, percepisco, avverto; estetico significa quindi qualcosa che causa emozione e coinvolge; appassiona, causa gioia o dolore, tocca dentro e risveglia. Estetico indica quindi molto di più che il buon gusto, l’elegante, il carino. Letteralmente, il contrario di estetico non è il brutto, ma l’anestetico, l’insensibile, l’incapace di percepire emozione e dolore, l’ottundimento dei sensi, chi non sente niente, l’anaffettivo.” Scrive Ermes Ronchi ed io in questi mesi sento che dobbiamo educarci tutti a questo atteggiamento.

Ecco questi uomini lavorano duro per questo. Lavorano per portare bellezza. Sembra che solo polvere e rumore appartengano alle loro vite. Ma non è così: costruiscono, aggiustano, ridanno colore e luce al nostro luogo più caro, le nostre case. Non posso che partecipare col poco che so rendere. Non posso che entrare in questa esperienza con tutta l’energia buona che so tirar fuori.

… e in questo Bonus facciate sento che possa esserci davvero molto di bonus.

 

 

 

 

 

 

3 risposte a “Bonus facciate”

  1. Mario Barbero ha detto:

    grazie di questa scoperta della bellezza, che esiste, nella polvere e nel frastuono. Grazie in questo vedere la solidarieta’ e la fratellanza in chi giornalmente abbellisce le nostre case. Grazie del thermos di caffe’ e del mazzo di fiori.

  2. Paola Isabella ha detto:

    Ormai Lella è entrata da tempo nel mio cuore e ci è entrata in punta di piedi, sussurrando parole dolci e portando la sua bellezza interiore in un posto dove la bellezza viene travisata in canoni distorti……ma lei inesorabilmente accoglie quel posto e continua a dare il suo contributo in punta di piedi e con accoglienza, così come coccola con un sorriso quegli edili che tra polvere e pittura restituiscono bellezza alla pietra……

  3. Beppi Repetto ha detto:

    E’ straordinario come la Lella riesca a prendere spunto apparentemente da argomenti di quotidianità che scorrono sotto gli occhi di tutti noi e a vestirli di uno spessore non comune e profondo. Grazie, ancora una volta, per il dono di queste riflessioni

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