Attenti al Cuore

L'improvvisa devozione per il Cuore Immacolato di Maria da parte di tanti politici non è "neutra". E la storia spiega perché.
24 Settembre 2019

Ma cosa c’è dietro a tutta questa improvvisa devozione dei politici (Salvini & C.) per il Cuore Immacolato di Maria? Come mai i suddetti non si sono votati – che so – al Cuore di Gesù, a sant’Ambrogio, alla Madonna delle Grazie e via dicendo?

Ebbene, quello al Cuore immacolato di Maria non è un culto qualunque, e ripercorrerne la storia è significativo per comprendere come mai Salvini abbia scelto proprio quello. Anzitutto è una devozione da tempi di guerra: il fondamentale primo impulso infatti viene da Fatima, dove la Vergine chiese ai tre pastorelli la consacrazione della Russia (si era proprio all’inizio della Rivoluzione rossa) al suo Cuore immacolato e introdusse la pratica dei 5 primi sabati del mese ad esso dedicati. Nel 1944 – altro estremamente incerto tempo di guerra – Pio XII estese a tutta la Chiesa la festa del Cuore Immacolato di Maria. Nel 1984 infine anche Giovanni Paolo II (che legò sempre il suo attentato alle apparizioni di Fatima) vi consacra l’umanità.

Non solo. In stretta analogia con lo storicamente precedente culto al Sacro Cuore di Gesù, di cui riprende sia origini storico-teologiche sia iconografia sia pratiche religiose, la devozione al Cuore Immacolato di Maria è fondata su una teoria “riparatrice” e “apocalittica”. La Madonna lo raccomanda – da una parte – per “riparare” alle formali offese recate a lei stessa e ai dogmi che la riguardano e – dall’altra – per portare la pace in un mondo in estremo quanto oscuro pericolo, minacciato dalla guerra e/o dal comunismo.

Già dunque si intravede qualche motivo di predilezione per chi, come Salvini, ha fondato il suo consenso sulla paura. Il culto dei Sacri Cuori, inoltre, come facilmente si intuisce è essenzialmente, iconograficamente emotivo: sorge come risposta popolare alle insidie del razionalismo (prima) e dell’illuminismo (poi), dunque oggi – in tempi di scetticismo secolarista e tecno-scientismo – risulta del tutto adatto a colmare i vuoti di una cultura che punta solo sulla testa ma anche ben consono ai populismi abituati a manipolare “la pancia” dell’elettorato.

Infine, e lo si comprende da quanto allineato finora, queste devozioni sono pure eminentemente conservatrici. Non a caso il Cuore di Gesù campeggiava sulle bandiere della rivolta anti-rivoluzionaria vandeana, ma ad esso si richiamavano anche le associazioni segrete che nell’Ottocento premevano per la restaurazione delle monarchie, il ristabilimento dell’ordine sociale fondato sulla preminenza di nobiltà e clero. Anche per questo ai due Sacri Cuori si consacravano (e si consacrano) le nazioni… E non a caso la devozione al Cuore Immacolato di Maria appare oggi specialmente praticata da gruppi tradizionalisti (solo a titolo d’esempio, tratto da un sito lefebvriano: “Il Cuore Immacolato di Maria assieme a quello di Gesù sono i mezzi principali  e l’ultima risorsa per attenuare l’attacco satanico contro il Cristianesimo e una sorta di scudo contro i mali che minacciano l’individuo, la famiglia e la società temporale e spirituale”…).

Quanto scritto sopra ovviamente non vuole negare il valore teologico e storico di due devozioni largamente praticate e cui si richiamano non poche famiglie religiose, quanto mettere in guardia da possibili esasperazioni e abusi di un culto che  – per la sua stessa natura emozionale – si presta a facili strumentalizzazioni. Anche politiche.

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