The sound of silence?

Una cattedrale, tanti giovani, il silenzio come protagonista, ma forse qualcosa non va...
20 Febbraio 2024

Dovrebbe riempire il cuore vedere una così grande e bella cattedrale straripare di giovani, pensandoli nella gioia dello stare insieme, nel condividere un qualcosa che li ha attirati, coinvolti ed entusiasmati. E invece sta facendo molto discutere e, nonostante si parli di “silenzio”, sta facendo molto rumore.

È successo a Canterbury, nelle serate di giovedi e venerdi scorso, nella magnifica Cattedrale del 597 d.C. straordinaria architettura medievale e meta di pellegrinaggi, devozione e preghiera. Un simbolo importantissimo nella storia della Chiesa. E tutto con il beneplacito del Decano, reverendo David Monteith.

Una “Silent Disco”, un evento particolare in cui la musica viene ascoltata individualmente attraverso cuffie o auricolari. Queste due serate, entrambe sold out, sono state pensate per attirare le giovani generazioni, proponendo musica degli anni ’90, permettendo loro di ballare e anche consumare alcolici tra le sacre navate, illuminate per l’occasione con luci psichedeliche.

L’intento, a leggere le parole del Decano, non è stato fare un “rave in the nave”, ma quello di rendere i luoghi di culto più attraenti per i ragazzi, senza per questo profanare luoghi sacri.

E così, anche altri appuntamenti sono previsti nei prossimi mesi, in altre cattedrali…

Hanno ascoltato musica, non di certo canti gregoriani o musica corale anglicana. Il deejay ha passato tra gli altri, perfino testi di Eminem, noti per essere spesso violenti e blasfemi, lì sotto le altissime volte gotiche ad arco acuto, stretti da severi pilastri pensati per accompagnare lo sguardo con un senso di verticalità potentissimo.

Ma chissà dove era rivolto il loro sguardo, cosa cercavano tra quegli effetti di luci irreali e decontestualizzati.

Silenzio. Ma quale silenzio? Musica che rimbomba dentro. Solo per me, solo per te, con la scusa di essere “ad impatto zero”, è musica che crea un vuoto incolmabile, uno zero siderale. Tutto il contrario del vero senso della musica stessa.

Incomunicabilità e Individualismo.

Giovani al buio che non sanno più parlarsi. Giovani attirati ed ingannati come i bambini del Pifferaio Magico. Si muovono, ballano e bevono in un luogo che perde di significato, di valore, di storia e soprattutto di sacralità.

Un assurdo silenzio che profana.

Un finto rispetto.

È sempre più difficile far arrivare la Buona Notizia ai nostri ragazzi, trovando gli strumenti comunicativi adeguati, educandoli a partire proprio dal senso del rispetto e più in profondità anche a quello del sacro.

Il silenzio è un dono sempre più raro e prezioso.

Ai giovani spesso fa paura, crea disagio e viene confuso col vuoto e con la noia.

Ma nel silenzio, quello vero, nasce l’ascolto.

E il bisogno più grande che hanno i nostri figli è proprio questo, essere ascoltati, capiti, incoraggiati.

Ma non in quel “silent disco”… in chiesa.

Come si può pensare di attirarli tappandogli le orecchie con musica incondivisibile, calcati ed ammassati, al buio, ma profondamente soli?

E soprattutto soli in un luogo che è nato per essere ecclesia, comunione, condivisione.

Viene in mente Gesù che scaccia i mercanti dal tempio.

Canterbury, meraviglioso tempio di pietra.

Meravigliose pietre dove il tempio del cuore di questi giovani però viene annebbiato, disorientato e allontanato da Dio.

Nel 1964 Simon e Garfunkel già lo sapevano e lo cantavano in un capolavoro della musica folk, che diede voce all’inquieta gioventù dell’epoca … tutto disturba il suono del silenzio, tutto è una babele dove regna incontrastata l’incomunicabilità ed il vuoto esistenziale e anche il silenzio può avere la voce vera della solitudine.

And in the naked light I saw,
ten thousand people maybe more,
people talking without speaking
people hearing without listening
peolpe writing songs that voices never share
no one dared
disturb the souns of Silence

Come dentro la “Silent Disco” di Canterbury…

 

 

 

6 risposte a “The sound of silence?”

  1. Adriana Somigli ha detto:

    Prima ancora che da Dio i giovani vengono sistematicamente e tenacemente allontanati da sé stessi, proprio come nella fiaba del Pifferaio Magico. E non solo in questo particolare contesto, che scandalizza coloro che nelle chiese entrano con il rispetto per il luogo che è, così come con differenti gradi di considerazione entrerebbero in un teatro, in un ospedale o in un circo. Ogni spazio, aperto o chiuso, richiede un diverso comportamento a seconda di ciò che è e di ciò che racchiude in sé. Anche noi siamo “un luogo” e allora occorre acquisire consapevolezza di sé, fino a comprendere di essere abitati dal divino e dal sacro, che sono in noi e in ogni cosa, senza distinzioni.

  2. Pietro Buttiglione ha detto:

    Provo a pro(e)vocare..
    Davvero tra una GMG e qs happening dal pdv proselitismo sapreste scegliere?
    Magari chiedendoci cosa resta alla Persona, in ricerca, dell’una e dell’altra?
    ——–
    Ad ambedue manca una cosa.
    F o n d a m e n t a l e.
    L’Annunzio è AD PERSONAM.
    L’ALTRO ha bisogno di altro.

    Riuscire ad arrivare all’intimo,
    Sogni e realtã
    Bisogni senza alimentazione
    Tempo senza significati
    Correre senza riempire
    Vedere e non guardare

    MA
    Soprattutto
    First of all
    Insisto
    Anzi URLO
    SAPPIAMO DARE LE RISPOSTE
    CREDIBILI
    COERENTI
    ESAURIENTI
    SODDISFACENTI
    RIEMPIENTI
    …….

  3. Maurizio Martinuzzi ha detto:

    Buon giorno, sono d’accordo sul commento e nell’evidenziare la contraddizione dello stare nel luogo per definizione assembleare in “modalità privata”, ma non basta; il bisogno del Sacro nei giovani è evidente, manca una adeguata risposta, un offerta credibile e aggiornata; restando sull’esempio descritto mi sarebbe piaciuto far sperimentare ai giovani presenti un primo ascolto con le cuffie, sicuramente più “pulito del punto di vista sonoro, e un secondo ascolto senza cuffie per far comprendere il senso dello stare insieme condividendo; sì è vero questa esperienza potrebbe essere fatta ovunque ma in chiesa poteva avere come prologo un invito a sperimentare l’ascolto della Parola.

  4. Roberto Piva ha detto:

    Inculturarsi nel tempo che viviamo è un dovere evangelico ma se ha un obbiettivo di annuncio-conversione altrimenti non si fa altro che inserirsi in quelle realtà chiamate di associazioni inutili anzi dannose tradendo poi la vocazione stessa della Chiesa di essere “pescatore di uomini”. Per quanto riguarda il silenzio siamo fuori tempo poiché, come dice l’apostolo Paolo, “come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare?” Il silenzio a volte è dovuto ma il più delle volte bisogna essere “voce di uno che grida”. Grazie buona giornata

  5. Paola Buscicchio ha detto:

    Giovani attirati ed ingannati come i bambini del Pifferaio Magico.
    La musica può essere sacra e condurci a fare l’esperienza di Dio oppure profana e farci perdere nei meandri del non senso.
    In un luogo di culto una proposta come quella descritta non può che far riflettere.

  6. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Paragonare l’iniziativa come .fare di una Cattedrale insulto alla Fede a quei distanti nel tempo fedeli che tra quelle mura hanno cantato inni di lode al Dio Creatore . Sfugge il fine di questa iniziativa , una cattedrale aperta a essere luogo di svago offerto a giovani, in luogo di discoteca? Forse il solerte Decano ha pensato che una volta entrati questi giovani proveranno curiosità familiarità anche attirati ad ascoltare la Storia dei loro avi magari sconosciuta, e poi chissà, magari indurli all’ascolto di un sermone sulla Parola di Dio? Le Chiese tutte oggi sono raramente affollate, vengono visitate come musei d’arte, Il popolo devoto che viveva facendo propri anche sacri insegnamenti assisterebbero muti di sdegno a questo uso del loro tempio sacro. Forse il rev. Decano ha idea di come far uscire da solitudine quel popolo di giovani in cui già si sono rinchiusi cercando nei nuovi idoli un calore che al cuore umano è necessario per non morire

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