Quelli che sbagliano

Non conoscono la parola perdono? E ti sembra che sia un educatore cristiano sensato uno che, proprio quando tu hai più bisogno, ti chiude la porta in faccia?"
10 Ottobre 2012

“Prof., prof., aspetti, non se ne vada!” La bidella mi rincorre ansimante, strascicando i passi. Mi blocco proprio tra le due porte di uscita. “Non è che lei andrebbe in terza a fare una supplenza?” “Quando?” “Adesso, la prof. di fotografia è bloccata nel traffico per un incidente e non riesce ad arrivare”. Avrei avuto l’ora buca e già pregustavo la sedia del bar, il giornale da leggere in santa pace e un bicchier d’acqua. Mica chiedevo troppo!

E invece mi sono trovato nella bolgia. Una classe sveglia, con teste pensanti e soprattutto cuori esplosivi e inquieti. E quando mi vedono entrare capiscono che non faranno fotografia. Tra esultanze e schiamazzi provo a vedere se si può comunque fare lezione. Ma sei di quelli che non fanno religione proprio non ne vogliono sapere e siccome non posso farli uscire dall’aula, rischio di fare il “badante” per un’ora. Decisamente non mi piace. Così ci provo: “Monica, lo sai che mi fai invidia?” “Perchè, prof.?” “I capelli… dimmi come si fa ad averli così, che me li faccio anch’io!” (Io, in testa, sono una boccia da biliardo…) Monica sorride e con lei alcune compagne.

Poi inaspettatamente prende la sua sedia e viene a sedersi vicino alla cattedra. “Ah, bhè, mi hai preso sul serio! – le faccio – Ma mi ci vedi con una testa di capelli rasta come i tuoi…?” “Prof. lasci stare le battute ho una cosa da raccontarle…” Quest’anno li ho visti appena due volte, però avevo già notato che Monica era diversa da come l’avevo lasciata a Giugno. La conosco dalla prima. E’ sempre stata magrolina e trasandata, nei modi e nell’aspetto. Occhi vispi e inquieti e un cuore affaccendato a trovare disperatamente una pace che non arriva mai. Poi l’anno scorso lentamente avevo notato una luce più serena che si era affacciata dietro le lenti dei suoi occhiali, meno impulsiva e soprattutto meno rabbiosa. Così avevo pensato che forse, finalmente, qualcosa stava andando per il verso giusto. Ma in questo strano settembre é ritornata ad essere la Monica di sempre. 

“Ho fatto una cazzata!” “Che è successo – le dico?” “Sono riuscita a rovinarmi la storia che avevo con un tipo, da dieci mesi”. Parla sottovoce e con gli occhi bassi, e non solo perchè non vuole che la classe la senta e la veda, ma anche perchè sente davvero di avere sbagliato. “Lei conosce L’OMG?” “Certo Monica! L’operazione Mato Grosso…” “Esatto. Bhè, da un anno avevo cominciato a frequentare l’oratorio vicino a casa mia”. “Ah, non lo sapevo, mi fa piacere – le dico”. Ed è vero, perchè la realtà continua a sorprendermi.

“Cos’è che ti aveva attirato dell’OMG? – le chiedo” “Mah, mi piace perchè sono concreti. Si fanno davvero delle cose, e non ci sono solo parole, parole, parole… come spesso fanno alcuni amici che vanno in parrocchia. E poi li ci posso andare davvero così come sono, che nessuno si fa problema di come ti vesti o se hai dei piercing e robe così… E insomma, avevo incontrato lì un tipo, Gianni…” “Adesso capisco perchè l’anno scorso eri diventata più serena. ” “E’ vero si, ma poi, come al solito sono riuscita a rovinare tutto”. “Che é successo?”

“Una sera di Luglio ero in casa da sola, e ho sentito suonare il campanello.. I miei erano fuori per due giorni. Ho chiesto chi é, e mi ha risposto il capo dell’oratorio… Voleva farmi una sorpresa per salutarmi. Mi sono presa un colpo, …stavo finendo di fumare una canna… il resto della roba sul tavolo e la casa piena di odore… Che sfiga prof!! Erano le ultime due che avevo, avevo già deciso di non comprarne più, di smettere. Era da un po’ che non mi piaceva neanche più, e Gianni sapevo che non avrebbe accettato che io mi fumassi… però… l’abitudine… Il capo dell’oratorio mi ha sgamato subito! Una figura che la metà basta! E dopo qualche giorno mi ha chiamato al cell e mi ha detto: “Non ti fare più vedere qua, non posso permettere che tu abbia a che fare coi ragazzi e i bambini dell’oratorio!”. Lo capisco, però dai…”

“E Gianni – le chiedo?” “L’ha saputo quasi subito e c’è rimasto di merda… Mi ha chiamata e mi ha detto che l’avevo deluso e che non ci vedeva più un senso a stare con me…” “Capisco – ho detto piano – dev’essere stata dura, soprattutto fare i conti con te stessa?” “Non ne infilo una Prof.” e mentre distoglie lo sguardo la voce si incrina e quasi cede alle lacrime. “Mi creda quel posto mi piace e ci vorrei tornare, ma come possono fare a riprendermi, dai… hanno ragione! Anche perchè lo so che Gianni, se mi vedessi di nuovo lì potrebbe pensare di me che sono cambiata… e forse…”

“Scusami Monica, non è che farsi le canne sia una bella roba, ma insomma, mi sembra ti stai dando la croce addosso. Quelli dell’oratorio e Gianni stesso, pensi che non sbaglino mai? Che siano così perfetti da permettersi di cacciare via una, solo perchè ha sbagliato? Non conoscono la parola perdono? E ti sembra che sia un educatore cristiano sensato uno che, proprio quando tu hai più bisogno, ti chiude la porta in faccia?”

Ecco, mi piacerebbe se qualcuno avesse voglia di rispondere, al posto di Monica…

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