Come farebbe una madre

"Perché Dio non corregge gli errori che facciamo?"
20 Marzo 2012

Giovanni Paolo I, in quei 33 giorni di pontificato, ha trovato il modo di mettere li una bomba teologica che poi lentamente è stata dimenticata. Ripresa anche da Giovanni Paolo II nel gennaio del 1999, attestata nella Bibbia (Is 66,13; Sal 131,2), è finita anche, come semplice annotazione di passaggio, dentro al Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 239), ma mai come in quel 10 settembre 1978, nelle parole di Giovanni Paolo I, è stata dichiarata con chiarezza e precisione: “Noi siamo oggetto, da parte di Dio, di un amore intramontabile: (Dio) è papà, ma più ancora è madre”.

Ovviamente è abbastanza facile pensare che sia una questione teologica marginale, e anche che non tocchi la vita delle persone concrete e sia solo un “trip” mentale per teologi annoiati e fuori dal mondo. E può anche darsi. Io so solo che l’ho ritrovata inaspettatamente tra i banchi di scuola, tra i miei studenti, e non pareva per nulla una questione marginale.

Non ne avevano voglia. Capita, se si entra in classe dopo una verifica tosta di economia aziendale, per altro andata male per molti. “Eh, lo vedo che siete cotti!”. “Si prof. oggi non facciamo nulla… mi fuma il cervello”. Giorgia è stravaccata sul banco con le braccia a penzoloni e la faccia triste. “E’ andato male?”, le dico. “Un disastro, ho sbagliato 4 esercizi e mezzo su 5”. “Quindi che farai? Ci dai su?”. “Ma prof. c’è la maturità fra quattro mesi! Mi tocca farmi un mazzo tanto per recuperare! Uffa…”. Pausa di silenzio. Io cerco nella mia testa il modo giusto per convincerli a lavorare, almeno un po’. E mentre sono li che immagino una soluzione Giorgia riparte.

Di scatto si tira su dal banco e con un mezzo sorriso ironico dice: “Ma prof. non poteva Dio evitare sto casino? Insomma Lui sapeva in anticipo che saremmo andati male tutti o quasi. Poteva far fare alla prof. un compito più facile! No prof?”. “Oppure poteva far si che tu studiassi di più – aggiungo io – e che ti ricordassi meglio le formule e come applicarle!”. “Esatto prof.” la voce mi sorprende, perché arriva dall’altra parte della classe. Enrico sembra meno abbacchiato, ma ugualmente infastidito da come è andata la verifica. “Io avevo studiato prof., ma mi sono incasinato tra due formule e ho “cazzato” il compito. Bastava che Dio ci avesse messo anche solo un mezzo aiuto! Ecco prof. parliamo di questo. Perché Dio non corregge gli errori che facciamo?”

“Eh, bella domanda. Ci hanno lavorato sopra schiere di teologi per quasi duemila anni e voi pretendete di affrontarla in queste condizioni?”. “Bhè, prof. io ogni tanto ci penso, anche fuori dalla scuola”. Lucia si tira fuori dalla sua “stanchezza” e prova a dare un senso a quest’ora di lezione. “E penso che se Dio fosse buono non credo che lascerebbe che succedano nel mondo tutte ‘ste cose di m…. Come si fa a dire che Lui è onnipotente e poi che non fa nulla contro il male?”. “Quindi Lucia, tu pensi che Lui si colpevole in questo?”. “Se c’è è colpevole, eccome!”

“No Lu, io non la penso così”. Giorgia, che nel frattempo si è decisa ad essere dei nostri, sembra trovare un filo diverso di pensiero: “Penso che Dio sia come una madre che ha un figlio che si “fa” di brutto. Mica è colpa sua, però non ci può far niente”. “Ah interessante il paragone Giorgia – le dico – E secondo voi, una madre in quella situazione che alternative ha? Cosa può fare per recuperare un figlio che si droga?”. Giorgia ci riprova: “Se fosse una “supermamma” con poteri infiniti eviterebbe semplicemente che il figlio si droghi. Se è una mamma normale, di solito, dicono che serve essere duri e non dare spazio al figlio, al limite cacciarlo via”. “Ma ti sembra che una mamma possa fare una cosa del genere? – ribatte Lucia – Farà di tutto per convincerlo, per aiutarlo, stando anche male e se potesse si prenderebbe lei quel dolore, al posto del figlio, pur di salvarlo”. 

“Perché, Dio cosa ha fatto con gli uomini? – aggiungo – Si è sostituito alla loro libertà rendendoli dei burattini nelle sue mani, pur di evitare il male? Ovvio che no, perché la libertà dell’uomo non è uno scherzo, mai. Ci ha cacciati via da Lui perché eravamo cattivi? Ovviamente no, perché il suo amore non molla mai! Ha fatto come dice Lucia, come una madre che soffre per il male del figlio, ma trova il modo di portare lei stessa quel dolore, e in questo modo salvarlo”. L’idea non gli è dispiaciuta, e abbiamo continuato sulla libertà nostra “che non è uno scherzo”. 

Mi chiedo: Che immagine diamo come Chiesa? Quella di una madre che magicamente elimina il male del mondo? Forse il mondo, in modo delirante, vorrebbe davvero questo. O quella di una madre che caccia via i suoi figli peccatori, e li abbandona a sé stessi? Temo che a volte siamo percepiti così, anche la di là delle nostre intenzioni.

E quando, anche su questo blog, vedo qualcuno preoccupato di salvare l’immagine della Chiesa mi chiedo: quale immagine salviamo? Riusciamo a far vedere che faremmo di tutto per gli uomini, fino anche a prendere su di noi il loro dolore e salvarli in Cristo, come farebbe una madre?

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