Abbi fede! Generazioni a confronto o generazioni contro?

Qualche riflessione sparsa tra giovani e adulti, tra oggi e futuro, tra fede e vita, tra certezze ed incertezze.
27 Maggio 2022

I giovani sono spesso al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica: da un lato come il futuro della società, dall’altro come coloro che trasgrediscono, senza ideali e senza fede, e spesso quest’ultima opinione è quella che prevale, dimenticandoci come eravamo alla loro età e forse come siamo anche adesso. E i segnali al riguardo sembrano chiari a molti adulti pensando a loro, visto che nei rapporti d’amicizia o di coppia, nel tempo libero, nella sessualità, on line, nel divertirsi, si cerca la trasgressione e la fuga dalla vita di tutti i giorni, quasi per compensare la normalità che appare come un vestito vecchio e fuori moda.  I sentimenti e le emozioni forti ed immediate fanno da guida nei rapporti di coppia più che il condividere un progetto, un ideale e, perché no, una fede comune. Non è che tutto ciò sia tanto diverso nel mondo dei grandi!

I cosiddetti valori non sono assenti nelle nuove generazioni, ma spesso sono vissuti in modo soggettivo, sbandierando la libertà di scegliere il modo in cui trasformarli in qualcosa di concreto. Sì, tutto sembra dipendere dalle situazioni, dalle occasioni, dal gruppo, dal “se me la sento di farlo” altalenando tra una scelta e l’altra, tra il giorno e la notte, tra il bene e il male. Chi  sarebbe pronto a scommettere su di loro senza riserve? Sondaggi e ricerche sui giovani e il loro rapporto con Dio e con la Chiesa, per esempio, non mancano, ma si rischia sempre di perdersi tra le cifre e percentuali, che davvero poco dicono di ciò che provano e vivono. Il problema non è costituito tanto dal rifiuto della religione, quanto dal modo in cui la fede dichiarata diviene o non diviene fede vissuta; e non c’è età per questo!

La fede è un dono e riusciamo a comprenderne qualcosa solo se rileggiamo la vita sotto questa luce e non attraverso i numeri. Si tratta di riscoprire lo stupore in una società che dà tutto per ovvio e scontato, dove ogni cosa è messa a nudo eccetto il cuore dell’uomo. Proviamo allora a chiudere gli occhi e ripensiamo alla nostra vita, ai momenti in cui qualcosa più grande di noi ci ha toccato il cuore, ci ha preso per i capelli, ci ha fatto innamorare; proviamo a “sognare” come solo chi è giovane sa fare. Persone, avvenimenti, gioie e dolori, letture, incontri, celebrazioni, il creato: ogni cosa può farci stupire se la guardiamo con occhi diversi.

All’improvviso un rumore, una difficoltà, lo studio, il lavoro, il gruppo che non va, la lite a casa, la fidanzata che ti lascia, il futuro, i genitori o gli insegnanti che non capiscono…il sogno svanisce. Sì, i giovani sono anche questo: scanzonati, dubbiosi, incerti, spaventati, offesi, arrabbiati, incompresi, testardi. Li vediamo dovunque immersi nel mare di Internet, esprimersi con ritmi sempre nuovi attraverso la musica, il corpo, i graffiti; tutti linguaggi nuovi e da interpretare che nascondono il forte desiderio di relazioni, la tensione versi i grandi ideali e il voler realizzare i propri sogni. A volte i modi in cui chiedono aiuto sono incomprensibili ai “grandi” e forse anche a qualche giovane-vecchio: domande mute che vengono dalla solitudine, quella sorta di indifferenza che è piuttosto diffidenza verso una società e un mondo adulto che non si fa responsabile del futuro. Sono, però, capaci di risollevarsi, scommettendo ancora una volta in ciò che dà un vero senso alla vita. E forse dovremmo imparare quest’arte da loro!

Non una strada facile, perché i modelli che la società e i media (vecchi e nuovi) propongono sono all’opposto: vendono la felicità effimera, l’apparire travestito dall’essere, il “mordi e fuggi” dei sentimenti e un ateismo a buon mercato. Ed è così che accanto ai miti di sempre (cantanti, calciatori, attori/attrici, ecc.) vi sono i nuovi: influencer, personaggi dei reality, opinionisti generalisti del talk show sono miti e modelli a buon mercato e in abbondanza di ragazzi, adolescenti e giovani, inebriati dal desiderio della fama, dal facile successo e dalla possibilità di avere il portafogli pieno senza troppa fatica.

È difficile per loro avere dei punti fermi e sicuri nella società di oggi sotto l’aspetto della sfera affettiva e sessuale, dell’uso (che spesso è un consumo) dei beni e della stessa giovinezza, mentre cattivi e subdoli maestri ben travestiti trovano in loro un bacino a cui attingere per i propri esperimenti o giochi economici e politici. Non basta parlarne o scriverne, fare convegni e dibattiti. L’uomo del ventunesimo secolo chiede una testimonianza autentica che riempia la vita, che proponga la fede  come un’esperienza centrale e determinante, perché carica di una forza singolare di verità che illumina tutta la vita.

Crescere nella fede non è soltanto credere, ma anche voglia di puntare in alto e non accontentarsi delle “mezze misure”. La fede, inoltre, non è un dono da tenere per sé, va vissuta come una responsabilità. Siamo chiamati, giovani e adulti, in prima persona a compiere un’operazione che consiste nell’immergersi nel quotidiano per non perdere nulla e cogliere l’essenziale delle cose, anche se questo spesso “è invisibile agli occhi”.

2 risposte a “Abbi fede! Generazioni a confronto o generazioni contro?”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Si, credo anzi sia meglio non stimolare la persona con tali frasi, che suonano come se uno fosse un fuori uscito. Conta un rapporto accogliente, dialogante, amichevole, aprire un dialogo con la persona e capire la strada percorsa e la sua provenienza per individuare in che modo cambiare e come farlo. Se vivo in una società dove la persona non è quella che appare, questo avviene perché la società stessa te lo impone, dall’indossare un paio di scarpe di gomma anziché di cuoio, finti calzoni sdrusciti ma appena comperati e a caro prezzo! Questo è un adeguarsi a non essere veri, e magare non solo nella apparenza ma anche nei fatti. Certo che vivere questa realtà, è faticoso osare cambiare per una dimostrarsi veri, richiede coraggio, amore alla verità da riconquistare per tornare a sentirsi bene nel proprio io, sicuri e capaci di perseguire un progetto di vita “cristiano”. Dio e’ dono, si dona perché desiderato.

  2. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Qualcuno pensa che queste frasi ” Abbi fede! O”Tornate a Dio! Indichino delle azioni facili ? Sono anzi azioni difficilissime ogni giorno di piu’ che passa. Per un giovane che vive nei nostri tempi avere fede o tornare a Dio e’ una scelta difficilissima,quasi eroica. E gli eroi si sa sono pochi. Oggi non e’ affatto facile in Europa essere credente in Dio , ma non perche’ qualcuno te lo impedisce: nessuno te lo impedisce ma tu stesso ,giovane oggi, per essere credente in Dio devi fare una scelta eroica ,difficile, controcorrente. Devi andare contro quasi tutto quello che la Societa’ ti proponeDevi prendere una strada che e’ il contrario della strada che tutti percorrono. Chi e’ capace di farlo ? Pochi, pochissimi.
    La crisi della fede e’ questo : in una societa’ in cui nessuno piu’ crede, in cui anzi si prende in giro chi crede, credere per un giovane e’ veramente un atto della volonta’ ,del cuore, dell’ intero essere che direi eroico.

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