Un posto dove farsi compagnia

Di fianco alla grotta nel mio presepio c'è una panchina, di quelle che da sempre accolgono le persone anziane, le mamme, e chi vuole riposarsi un po', compreso qualche homeless e qualche immigrato
20 Dicembre 2018

C’è una panchina vicino all’ingresso della capanna. Di quelle che da sempre, nelle piazze, lungo i viali o nei parchi, accolgono le persone anziane, le mamme, i ragazzetti e più in generale chi vuole riposarsi un po’, compreso qualche homeless e qualche immigrato.

Cosa si fa sulle panchine? Si riposa e si guarda: i lavori in corso, i bambini che giocano, quelli che passano… Sulla panchina in questione c’è un signore anziano, anzi diciamo pure un vecchio. Avrà un’ottantina di anni, guarda davanti a sé i pastori e gli altri che vanno e vengono davanti alla capanna e ripensa alla propria vita. Alle fatiche, alle soddisfazioni, agli errori, alle buone battaglie. Ma soprattutto a loro, ai suoi due figli che già anni fa sono andati a lavorare in un’altra città. Da quanto tempo non li vede? Quando era più giovane era tutto più facile: non ci voleva niente a prendere un treno fin là, e si faceva spesso, anche perché ce n’era bisogno, soprattutto quando è nato l’unico nipotino, e papà e mamma dovevano lavorare e quando il piccolo si ammalava, o c’erano le vacanze, chiamavano in soccorso i nonni.

Accanto al vecchio c’è un giovane: avrà tra i venti e i trenta, abbigliamento sportivo, capelli ribelli. Anche lui guarda davanti a sé un paesaggio che gli è famigliare, anche se non può dirci di esserci cresciuto dentro. Guarda la gente che va e viene e cerca di indovinare la storia di ognuno: da dove viene questo? E dove va? E come è arrivato a fare il mestiere che fa? Ne è contento? Ripensa alla sua recente laurea e a come, tutto sommato, siano stati dei begli anni, quelli in cui poteva permettersi di preoccuparsi solo per gli esami. Adesso invece…

Il vecchio timidamente, quasi con pudore passa il braccio sulle spalle del giovane. Già, da quanto tempo non vede i suoi figli? Ma, soprattutto, tra quanto tempo vedrà quest’unico nipote, così brillante a scuola, così simpatico nella vita?. È venuto a trovarlo e lui ne è contento, ma la loro vicinanza su quella panchina è quasi un addio. Il ragazzo ha trovato un lavoro in Olanda. Che lingua si parla in Olanda? Chissà, certo non una orecchiabile come il francese o lo spagnolo. D’altra parte, per lui non è un problema: già sa che non andrà a trovarlo. Sua moglie non potrebbe seguirlo e lui non vuole lasciarla. Il giovane sfila il cellulare dalle tasche del nonno, gli fa vedere l’icona di Whats App, gli spiega per l’ennesima volta che ogni tanto deve aprirla, perché gli scriverà, gli manderà le fotografie. È bella l’Olanda, e non solo per i tulipani.

Il giovane si alza. Anche il vecchio si alza. Si abbracciano in silenzio, poi il giovane se ne va leggero. Il vecchio si avvia pesantemente verso casa, dove proverà a rincorrere sua moglie attraverso le praterie dell’Alzheimer. Ma fatti due passi si volta verso Gesù Bambino e lo supplica: tu, resta con noi.

(Foto: Repubblica)

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