Nella notte di Natale la liturgia della parola ci ricorda, senza sconto alcuno, che in quel tempo «il popolo camminava nelle tenebre» (Is 9,1). In quel buio di cui il parroco della mia infanzia ricreava l'atmosfera per far giungere in processione il bambinello. Tra «coloro che abitavano in terra tenebrosa» (Is 9,1) ci sarà stato - allora come oggi - chi aveva perduto fiducia nel mondo senza nemmeno rendersene conto, chi invece aveva un lavoro che andava a gonfie vele mentre la casa era una barca che andava già a fondo, chi più che una famiglia voleva l'anarchia, chi paralizzato piangeva in ginocchio perché un bambino lo aveva perso, chi aveva qualche cosa di rotto dentro, chi aveva perso da mo' la speranza perché non sopportava più il proprio dramma, chi tratteneva la rabbia perché avrebbe voluto spaccare la faccia di chi ripeteva sempre la stessa domanda, chi si sentiva vecchio, chi vittima di una fattura e di una stregoneria, chi invece pensava di essere punito da Dio. Solo un piccolo resto continuava ad avere coraggio - ed in esso una mamma, una madre su tutti...
La liturgia della parola, però, ci ricorda anche - senza tanti fronzoli - che su costoro «una luce rifulse» (Is 9,1), che proprio quel popolo «vide una grande luce» (Is 9,1). Certo, all'inizio si temeva - increduli - che questo miracolo, questa magia fosse un miraggio, ma poi si è compreso che dietro il caos c'è un senso più profondo. Perciò, ironia della vita, ogni sorriso bugiardo ed ogni stato di paranoia si è trasformato in «gioia», «letizia» (Is 9,2). Perché questo bambino «nato per noi» (Is 9,5) in una «mangiatoia» (Lc 2,7.12), questo bambino per cui sembrava «non esserci posto al mondo» (Lc 2,7), se sapremo prenderlo per mano, con il suo sorridente volto materno e l'altrettanto testarda parola paterna, ci porterà lontano con la forza di un missile. Verso un regno in cui «la pace» regnerà «per sempre» grazie al suo «diritto» e alla sua «giustizia» (Is 9,6). Il regno di un figlio che, forse, come vuole la tradizione ebraica ortodossa, è tutto sua madre...
https://www.youtube.com/watch?v=qh6uIjhuSR0
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Sergio Ventura, romano del '73, giurista pentito, datosi all'insegnamento per la libertà di ricerca che esso garantisce, appassionato di religione perché - disseminata ovunque - permette di curiosare in tutto, è responsabile del Blog degli Studenti nel sito del Cortile dei Gentili.
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