CRISTO DODICENNE TRA I DOTTORI
Albrecht Dürer, 1506, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza
«"Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo". Ed egli rispose loro: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?"». (Lc 2,41-52)
Sembra una disputa tra dei sapienti, armati di libri, e un ragazzo disarmato, appassionato della verità. In realtà il ragazzo non è lì per contestare ma, secondo Luca, per ascoltare e fare domande.
La novità di quest'opera, dipinta a Venezia in soli cinque giorni, è nell'interpretazione di Dürer, che mette in scena gli attori in modo nuovo rispetto ai pittori precedenti (vedi Giotto, Duccio, Beato Angelico, Pinturicchio...). Se costoro ponevano il ragazzo in mezzo e talvolta al di sopra, con i dottori a debita distanza, l'artista tedesco costruisce attorno a Gesù una sorta di accerchiamento, come a levargli l'aria. E mentre gli occhi di Gesù sono assorti nel Padre, quelli dei sei maestri, timorosi della sua intrusione, lo guardano a vista. Uno di loro - con le dita quasi a fermare quelle di Gesù - pare persino una caricatura.
Il vero contrasto, che però Dürer non mostra, è quello tra genitori e figlio. Loro angosciati, lui sereno. Loro convinti che fosse in viaggio nella comitiva, lui in gita d'istruzione con un'altra comitiva. Loro preoccupatissimi, lui occupatissimo. Loro in cerca del figlio, lui in cerca del Padre. Loro che non lo capiscono, lui che ha Altro da capire.
Di tutta l'infanzia di Gesù, si racconta appena questo: un'incomprensione. Necessaria alla crescita di Gesù. E pure dei suoi, se questo episodio sarà serbato nel cuore della madre come qualcosa di prezioso. Come tutte le volte che un figlio svela che cosa vuol fare da grande.
28/12/2015 12:50 Francesca Vittoria
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Gian Carlo Olcuire è un grafico. Che si sente realizzato quando riesce a far guardare le parole come se fossero immagini e a far leggere le immagini come se fossero parole. Lavora soprattutto per il mondo cattolico ed è appassionato di linguaggi, soprattutto dell'uso (o abuso, disuso, riuso) che se ne fa nel mondo cattolico.
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